venerdì 30 maggio 2008

"C" come "COMUNICAZIONE"


Oggi mi sento di analizzare con voi, per riallacciarmi ed approfondire il precedente post, la parola COMUNICAZIONE in quanto nella mia e ns vita professionale e personale è un elemento importantissimo se vogliamo e dobbiamo appunto comunicare con gli altri.

Spesso confondiamo il verbo "comunicare" con "parlare", ma ci dimentichiamo del verbo più importante e difficile da mettere in pratica: "ASCOLTARE".
Studi degli anni 60 che tutt'ora sono validi attribuiscono un valore ai 3 tipi di comunicazione: verbale 7%, paraverbale 38%, non verbale 55%. Tutto questo per dire che certe volte è più importante il "come si dice" dal "cosa si dice".
Tratto dal libro "IO SpA" - "Un semplice consiglio ha aiutato Ruth Ann Marshall ad arrivare al massimo livello della sua professione: la presidenza di MasterCard International. Quando le hanno chiesto di riflettere sulle lezioni più importanti della sua vita, Ruth ha citato un prezioso consiglio di sua madre: "Tu hai due orecchie ed una sola bocca, Ruth Ann. Significa che devi ascoltare il doppio di quanto parli!"

Allora...ma cosè e cosa vuol dire "Comunicazione"?

La comunicazione (dal lat.
cum = con, e munire = legare, costruire e dal lat. communico = mettere in comune, far partecipe) non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello Shannon e Weaver). In italiano, comunicazione ha il significato semantico di "far conoscere", "render noto".


Comunicazione significa sia il quotidiano parlare assieme delle persone, sia pubblicitá o pubbliche relazioni. Gli agenti della comunicazione possono essere persone umane, esseri viventi o qualsiasi altra "cosa". Infatti è colui che "riceve" la comunicazione ad assegnare a questa un significato (
Friedemann Schulz von Thun, Ludovica Scarpa), per cui è la potenzialitá creativa dell'essere umano ad assegnare significati ad ogni cosa, creando il "sistema comunicazione" con le sue due caratteristiche: l' immaginazione e la creazione di simboli.

È tuttavia argomento di discussione se la comunicazione presupponga l'esistenza di coscienza, o se si tratti di un processo che può avvenire anche tra macchine. Se infatti è colui che riceve la comunicazione ad assegnare un significato ogni "cosa" puó comunicare.


Il concetto di comunicazione comporta la presenza di un'
interazione tra soggetti diversi: si tratta in altri termini di una attività che presuppone un certo grado di cooperazione. Ogni processo comunicativo avviene in entrambe le direzioni e, secondo alcuni, non si può parlare di comunicazione là dove il flusso di segni e di informazioni sia unidirezionale. Se un soggetto può parlare a molti senza la necessità di ascoltare, siamo in presenza di una semplice trasmissione di segni o informazioni.

Nel processo comunicativo che vede coinvolti gli esseri umani ci troviamo cosí di fronte a due polarità: da un lato la comunicazione come atto di pura cooperazione, in cui due o più individui "costruiscono insieme" una realtà e una verità condivisa (la "struttura maieutica" proposta da
Danilo Dolci); dall'altro la pura e semplice trasmissione, unidirezionale, senza possibilità di replica, nelle varianti dell'imbonimento televisivo o dei rapporti di caserma. Nel mezzo, naturalmente, vi sono le mille diverse occasioni comunicative che tutti viviamo ogni giorno, in famiglia, a scuola, in ufficio, in città.

Il concetto di
feedback, o retroazione, centrale nella cibernetica, ha un ruolo fondamentale nei processi comunicativi. Possiamo individuare nella qualità della retroazione, e nel modo in cui il feedback viene usato nel processo comunicativo, un segnale per una "buona comunicazione". In tal caso si puó dire che il significato di una comunicazione sta nel suo risultato - ed è indipendente quindi dalle intenzioni dei partecipanti (come accade di dover sperimentare amaramente nella vita quotidiana). Vedi anche la voce: ascolto.

Generalmente si distinguono diversi elementi che concorrono a realizzare un singolo atto comunicativo:
- emittente: la fonte delle informazioni effettua la codifica di queste ultime in un
messaggio
- ricevente: accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende
- codice: parola parlata o scritta, immagine, tono impiegata per "formare" il messaggio
- canale: il mezzo di propagazione fisica del codice (onde sonore o elettromagnetiche, scrittura, bit elettronici)
- contesto: l'"ambiente" significativo all'interno del quale si situa l'atto comunicativo
- contenuto: l'oggetto della comunicazione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono assolutamente d'accordo, ascoltare è davvero importantissimo, e ancora più importante forse è il SAPER ascoltare, cioè la capacità di prestare attenzione a ciò che ci viene detto, la capacità di capire il messaggio che ci viene comunicato, a volte infatti prestiamo poca attenzione ai messaggi che quotidianamente ascoltiamo, e spesso il risultato e che non ne comprendiamo i contenuti, o peggio travisiamo completamente la comunicazione. Anche il modo è fondamentale, infatti l'esempio dell'e-mail è illuminante (ascoltare il doppio di quanto si parla). Non è affatto facile comunicare, ecco perchè quando parliamo (in questo caso quindi comunicazione verbale) dobbiamo essere attentissimi nell'impiegare il lessico adatto per esprimere al meglio il nostro messaggio, pena la non comprensione!E poi appunto è più importante COME un messaggio viene espresso, rispetto al messaggio stesso. E il come naturalmente non solo riguardo alle parole che usiamo, ma anche alle nostre espressioni facciali, ai movimenti articolari, al tono di voce, alla disinvoltura...
Al contrario di ciò che si pensa comunicare non è affatto semplice, e spesso i problemi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente sono frutto di una "cattiva" comunicazione.

Unknown ha detto...

"Al contrario di ciò che si pensa comunicare non è affatto semplice, e spesso i problemi che ci troviamo ad affrontare quotidianamente sono frutto di una "cattiva" comunicazione".
Leggo questo e condivido ma come la metiamo con l'anonimato?
Mi sembra tanto la storia del bue che dice cornuto all'asino!
Abbi gioia
Giannicola