giovedì 22 gennaio 2015

"Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa" di Mario Calabresi

Se devo dare una definizione per Mario Calabresi, lo descriverei così: "Un Uomo dotato di reale e contaminante ottimismo verso il futuro, che riesce a trasmettere attraverso le storie che racconta"
L'aggettivo che mi piace di più di questa mia definizione è "reale" nel senso che tutte le sue storie sono basate su fatti veri e comprovati (e da giornalista non potrebbe essere diversamente). 
Ho letto diversi suoi libri ed in ognuno di essi sono raccontate storie che guardano e fanno guardare al futuro con "consapevole ottimismo". Non fatevi ingannare però, le storie raccontate non sono tutte ovattate… Anzi, spesso è proprio attraverso le esperienze di dolore (che l'autore purtroppo conosce bene), i periodi bui che finalmente si vede la luce… E la "luce" si chiama "Speranza", "Futuro", "Fiducia".

Nel suo ultimo libro "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa", Calabresi racconta le "storie di ragazzi che non hanno avuto paura di diventare grandi". Storie che partono dall'Italia per iniziare un viaggio "nel tempo e nello spazio": dall'Africa, all'Italia, per poi tornare dopo diversi anni di nuovo in Africa; dagli anni quaranta ai giorni nostri.
Ci sono storie che hanno componenti drammatiche, descritte con empatia che portano il lettore quasi a rivivere i fatti raccontati. C'è la storia dei Dottori Gianluigi Rho e Mirella Capra che alla fine degli anni settanta si sono trasferiti in Uganda per aprire un ospedale e dare aiuto (ma prima di tutto informare) alle popolazioni: dalle vaccinazioni, alle norme di igiene, passando per l'assistenza alle giovani madri e le grandi piaghe come l'Aids, l'Ebola e le guerriglie interne.
C'è la storia delle sorelle Tatiana ed Andra scampate "miracolosamente" (il termine non è casuale) alle persecuzioni e stermini da parte dei nazisti. Oggi sappiamo che sono circa 232.000 i bambini che sono entrati ad Aushwitz-Bikenau, e non più di 50 sono sopravvissuti. A distanza di tanti anni, le sorelle Tatiana ed Andra vanno in giro per le scuole e città italiane ed estere per raccontare la loro storia ma soprattutto quella di chi in quegli anni non ce l'ha fatta. Raccontare per non dimenticare, ma anche per dimostrare che se loro hanno superato quegli ostacoli, anche noi nel nostro quotidiano possiamo e dobbiamo superare gli ostacoli che incontreremo nella nostra vita.

C'è anche una storia tutta italiana quella Aldo Bongiovanni  e del "nuovo Molino Bongiovanni". (http://www.molinobongiovanni.com )E' la storia di un ragazzo capace di vedere dove gli altri non vedono, di immaginare, spazi nuovi in quel panorama angusto che è la crisi italiana, di inventarsi un futuro nell'istante in cui il padre dice: "Lasciamo stare, meglio chiudere…"  
E' la storia di una nuova generazione per il Molino, una storia che non sia affaccia più solo al mercato di "provincia" come ha fatto per tanti anni, ma si affaccia ad un mercato più grande quello del mondo attraverso gli strumenti che internet e la tecnologia offrono, ed Aldo sa volgere lo sguardo al passato per mantenere le tradizioni ma allo stesso modo guarda in avanti verso il futuro suo e della sua generazione…
Ma il messaggio che più mi ha colpito ed entusiasmato per il futuro viene da un signore che di anni ne ha 88, il Prof. Marcello Cesa Bianchi, fondatore dell'Istituto di Psicologia di Milano. Il messaggio è sulla "CREATIVITA'". 
"…Un tempo si pensava che la creatività appartenesse solo all'infanzia o alle persone di genio, che in età adulta l'avessero solo gli artisti. Non è così, la creatività è in ognuno di noi a tutte le età, ma la gente ignora di avere questo grande tesoro…Essere creativi a tutte le età costituisce un elemento di grandissima rilevanza che può aiutare a realizzare se stessi e a resistere alle difficoltà. Meglio ancora se accanto si coltiva l'umorismo…Non inchiodatevi al tempo passato o presente ma immaginate il tempo futuro… Anche nelle situazioni più cupe e difficili c'è sempre la potenzialità non per fare miracoli ma per migliorare la situazione, per tenere vive le istanze di cambiamento…Finchè la trottola gira rimane in piedi, quando si ferma è finito il gioco…"

Un libro che racconta storie che attraversano "spazio e tempo", tenebre e luce, ma che comunque hanno la capacità di faci volgere lo sguardo sempre in avanti, verso il futuro…Buona lettura.

La scheda del libro
"NON TEMETE PER NOI, LA NOSTRA VITA SARA' MERAVIGLIOSA" (ed Mondadori, 17,00 euro) - «La lista di nozze comprende 22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio, lampada operatoria, attrezzi per la chirurgia. Deve servire ad arredare la loro nuova casa, un minuscolo ospedale in mezzo a una savana molto arida, terra rossa e pochi arbusti spinosi, nel Nordest dell'Uganda. L'ospedale non esiste ancora e quel posto, chiamato Matany, non l'hanno mai visto, è solo un cerchietto rosso su una cartina.» Gianluigi Rho e Mirella Capra si sposano a Milano nei primi anni Settanta. Lui è ginecologo, lei è pediatra. Si sono appena laureati, hanno poco più di vent'anni. Stilano una lista di nozze molto particolare: invece di argenteria e servizi di piatti e bicchieri, chiedono attrezzature da sala operatoria per un reparto maternità che non esiste ancora ma che loro contribuiranno a creare e a far crescere in anni di durissimo ma gioioso lavoro. Mirella, il 15 luglio 1970, dopo la prima visita all'ospedale in costruzione, scrive una lettera a casa in cui, dopo aver evidenziato una lunga lista di problemi, conclude: «Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa». Mario Calabresi conosce questa storia da quando è bambino: Gigi e Mirella sono i suoi zii. Oggi ha scelto di raccontarla, perché è necessario provare a rispondere ai dubbi, allo scetticismo, allo scoraggiamento di tanti ragazzi che si chiedono se valga ancora la pena coltivare dei sogni. Quella di Gigi e Mirella, ma anche quella di Elia e la sua lampara che ogni notte prende il largo dal porto di Genova o quella di Aldo che rimette in moto le pale del mulino abbandonato della sua famiglia, sono le storie di giovani di ieri e di oggi che hanno saputo guardare avanti con coraggio. Sono storie di ragazzi italiani che non hanno avuto paura di diventare grandi.

L'autore
MARIO CALABRESI -(Milano 1970), giornalista, dal 2009 è direttore della «Stampa». Ha lavorato all'Ansa e alla «Repubblica», dove è stato caporedattore e corrispondente dagli Stati Uniti. Per Mondadori Strade blu ha scrittoSpingendo la notte più in là (2007), La fortuna non esiste(2009), Cosa tiene accese le stelle (2011).
Nel 2013 ha pubblicato A occhi aperti (Contrasto).

domenica 11 gennaio 2015

"Con la testa e con il cuore si va ovunque" di Giusy Versace

Spesso diciamo che i bambini sono abitudinari (e lo sono), trovano sicurezza attraverso le loro abitudini, attraverso la loro quotidianità che si ripete costantemente.
Noi adulti non siamo differenti, anche noi abbiamo bisogno delle nostre "abitudini" delle nostre sicurezze: la salute, l'indipendenza e la stabilità economica, il lavoro…
E se una di queste "stabilità" viene meno? Come reagiamo?…
Giusy Versace, nel libro "Con la testa e con il cuore si va ovunque", racconta la sua storia, la sua seconda vita iniziata il giorno 22 agosto 2005 quando a causa di un incidente stradale un guardrail le ha tagliato entrambe le gambe all'altezza del ginocchio.
Nel libro l'autrice fa spesso riferimento alla "Giusy di prima" ed alla "Giusy di dopo/adesso" come se fossero due persone distinte. In realtà lo sono, sia per il modo inevitabile di vivere la quotidianità anche nelle cose più banali (che poi banali non sono, come fare la doccia), sia nel rapporto con il prossimo, un prossimo scoperto grazie anche a quel 22 agosto che le ha donato una nuova e diversa sensibilità.
Spesso, nella nostra quotidianità di "normodotati" non vediamo e/o non vogliamo vedere le diversità e disabilità che ci circondano, ne abbiamo quasi paura, "tanto non ci riguardano"…
Giusy Versace vive dopo il 22 agosto 2005 una seconda vita: nel rapporto con i genitori ed il fratello, con il fidanzato di sempre che si sente inadeguato per la "Giusy di dopo", con la Fede, con gli amici che la sostengono e la incoraggiano, con il lavoro, con lo sport (la corsa) lei che non lo aveva mai praticato seriamente quando aveva le gambe… Ma soprattutto con la solidarietà aiutando il prossimo, attraverso una ONLUS che ha fondato chiamata "Disabili No Limits" www.disabilinolimits.org
Nel libro ci sono tanti passaggi belli, commoventi e motivanti ma uno mi piace particolarmente:

"Se non avessi rischiato di morire, se non avessi perso le gambe, forse ci avrei messo un'intera vita a imparare tutte queste cose, e quante altre me ne sarei perse? se avessi una bacchetta magica e solo un desiderio da esprimere, una cosa è certa: non tornerei mai indietro".

"Con la testa e con il cuore" è il racconto di una vicenda personale, ma anche di una scelta che riguarda tutti coloro che si trovano ad affrontare un grande cambiamento: se guardare oltre e costruirsi un domani o continuare a rimpiangere un bel passato che non c'è più. Buona lettura.

la scheda del libro:
"Con la testa e con il cuore si va ovunque" (ed Mondadori, 17,00 euro) “Oggi è un grande dono.” Sono le parole che Giusy si ripete ogni giorno dal 2005 quando, a causa di un banale incidente in automobile, un guardrail le taglia entrambe le gambe all’altezza del ginocchio, strappandola a una vita invidiabile, piena di affetti, impegni di lavoro, sogni e amore. In quel momento Giusy perde le gambe ma non i sensi. Ricorda tutto: il dolore straziante, il terrore di morire e le preghiere rivolte alla Madonna, perché le dia forza. Forza che diventa la sua arma. A un anno dall’incidente Giusy ha lasciato un fidanzato poco presente e, da brava calabrese doc, tenace e col cuore buono, si è buttata a capofitto in un futuro che le ha riservato sorprese e soddisfazioni: un nuovo lavoro, un nuovo amore, la creazione della onlus Disabili No Limits, che raccoglie fondi per donare ausili a chi non può permetterseli, l’oro e il record italiano sui 100 e 200 metri e il record europeo sui 100 metri.

L'autrice
GIUSY VERSACE - (Reggio Calabria, 20 maggio 1977) è la campionessa italiana dei 200 e 100 metri. Di quest'ultima specialità nel 2012 ha segnato un nuovo record europeo categoria T43, amputati bilaterali. E' la prima donna italiana ad aver corso senza due gambe, che ha perso nel 2005, a causa di un incidente stradale che ha cambiato completamente la sua vita.
Ha fondato la Onlus Disabili No Limits.
Il suo sito è: www.giusyversace.it