sabato 29 giugno 2013

Live your Dreams

"Dedicato a...
A chi insegue un sogno nella vita,
ai tenaci, ai testardi, agli ostinati
a chi cade e si rialza;
a chi ci prova sempre, e a chi non molla mai.
Perché loro sono quelli che guardano avanti,
quelli che sperimentano sempre,
quelli che credono nel futuro e non smettono mai di sognare.
Quelli che si sentiranno vecchi solo quando i rimpianti saranno superiori ai sogni".
(Fonte sconosciuta)

giovedì 27 giugno 2013

otterrai ciò che vuoi...


non fermiamo la fantasia...


6 Consigli per gestire le amicizie al lavoro

tratto dal blog "Bless You"


Passiamo la maggior parte del nostro tempo al lavoro, più di quello che passiamo in famiglia o con i
nostri cari, lavoriamo per 8 ore fianco a fianco con altre persone, condividiamo le giornate belle e quelle brutte, i successi e le delusioni, collaboriamo per uno scopo comune. In questa situazione, è auspicabile instaurare dei rapporti sereni con i nostri colleghi e in alcuni casi è normale veder sorgere rapporti di amicizia che vanno oltre le mura dell’ufficio. Una battuta davanti alla macchinetta del caffè, una pausa pranzo insieme, una riunione di lavoro sono tutte occasioni che ci fanno conoscere meglio i nostri colleghi fino a considerarli amici.
Lucia Giovannini
Sicuramente avere amici sul posto di lavoro ha dei vantaggi in termini di benessere psicologico e andamento professionale. Il posto di lavoro non è solamente un ambiente dove condividiamo spazi, ma anche un luogo carico di emozioni negative e positive. Avere delle presenze amiche ci dà più carica e motivazione per affrontare le nostre giornate e una spalla a cui appoggiarci nei giorni più bui. Condividendo anche i problemi extra lavorativi (es. bambini piccoli, etc) ci si sente capiti senza bisogno di tante spiegazioni. Ma non sono tutte rose e fiori.
A volte, infatti, quello che appare come un rapporto di amicizia, si rivela un relazione fondata sull’interesse. Si può mostrare solidarietà e collaborazione ma può capitare di trovarsi in situazioni poco piacevoli tanto da arrivare a  voltare la faccia all’amico/collega. Ecco perché l’amicizia sul luogo di lavoro è uno dei temi più delicati da affrontare.
Ecco allora 6 consigli per gestire le amicizie al lavoro.
1. Non isolarti dagli altriAvere un rapporto di complicità con un collega può portarti a non considerare ed escludere gli altri colleghi – visti quasi come una minaccia a questo rapporto così speciale. Il rischio è quello di isolarti dagli altri e creare tensione. Alcuni colleghi potrebbero essere gelosi di questa complicità e cercare di sabotarla. Sii consapevole di questo e cerca di avere un rapporto sereno e amichevole con tutti i colleghi. Attenzione anche al linguaggio: esprimiti al positivo – evitando di parlare male degli altri – e contribuisci a mantenere un’atmosfera piacevole.
2. Mantieni il focus
Avere amici sul posto di lavoro può aumentare la motivazione e anche la nostra produttività se però siamo in grado di mantenere il focus sul lavoro. Il rischio infatti è farsi distrarre facilmente dalle chiacchiere e scordarci i progetti che stiamo seguendo per poi trovarci a dover correre per recuperare. Sii professionale e rispetta le scadenze, non lasciarti distrarre da troppe pause caffè. Un pranzo o un aperitivo dopo il lavoro sono un modo per passare del tempo con l’amico/collega senza compromettere la produttività.

3. Comunica direttamente e chiaramenteQuando si presenta un problema al lavoro, non avere paura di dire le cose esattamente come stanno. Questo eviterà litigi che potrebbero danneggiare la tua vita professionale e personale. Come scrivo in Libera la Tua Vita a proposito della trappola del commissario per cui si cerca sempre il colpevole, dire la verità è una cosa; il modo in cui la si dice è un’altra. L’idea non è di tacere e di lasciar correre l’errore. Consideriamo il modo in cui formulare la comunicazione affinché l’altro si senta apprezzato e non colpevolizzato. Si può cominciare spiegando i propri motivi. Per esempio, dire: «Apprezzo il nostro rapporto professionale (e personale) e vorrei vederlo crescere e, affinché ciò accada, ho bisogno di parlarti di una questione per me difficile», è tutta un’altra musica rispetto allo sbottare in maniera impulsiva.
Possiamo fare notare gli errori senza cadere nell’arroganza, nella critica o nella colpevolizzazione. Possiamo essere duri col problema restando morbidi con la persona.
4. Non prenderla sul personaleAnalogamente, quando siamo noi a ricevere una critica, l’atteggiamento migliore è ricordarci che è un nostro modo di pensare, una nostra frase, una nostra azione, un nostro progetto a essere giudicato, criticato o attaccato. Non necessariamente noi. La critica è verso l’idea che la persona ha di noi. Quindi ha poco a che fare con noi e molto a che fare con la persona che ci sta rifiutando/attaccando/criticando in quel momento. C’è molta differenza tra il pensiero che hanno di noi e chi siamo veramente!
Occorre fare una distinzione netta tra persona e comportamento. Noi come persone siamo più dei nostri progetti, delle nostre azioni e persino dei nostri pensieri. Per evitare di personalizzare quando siamo sotto at-tacco serve allenare il dis-tacco: il distacco ci aiuta a smettere di drammatizzare e prendere le cose in maniera più leggera.
5. Attenzione all’ambizioneCome fare quando uno dei due riceve una promozione e passa di livello? Se il nostro amico/a diventa il nostro superiore il rischio di cadere nella trappola del giudice che fa continui paragoni è alto. Come scrivo in Libera la Tua Vita, cerchiamo di considerare il nostro amico/collega uno stimolo a cui ispirarci per migliorarci. Chiediti: quali sono le qualità presenti in questa persona che voglio aumentare in me? Cosa posso fare per raggiungere anch’io quel risultato? Come posso farlo rispettando me stesso?
6. Stabilisci alcuni limitiLavori meglio in uno spazio ordinato? Prima di un appuntamento importante hai bisogno di concentrarti in silenzio? Ti infastidisce  essere continuamente interrotto dalle domande della tua collega? O viceversa hai spesso bisogno di fare brainstorming con qualcuno sui progetti che stai seguendo al lavoro? É importante imparare a comunicare i propri bisogni. Infatti, per lavorare al meglio, ognuno ha bisogno di fare rispettare il proprio spazio personale. E per farlo, il primo passo è conoscere bene noi stessi (che non è così scontato) e le nostre reazioni.
per saperne di più: http://www.blessyou.me/

martedì 18 giugno 2013

"Men of Honor" e i Valori

Coincidenze? leggete qui di seguito...In questi giorni, quando posso rivedo in dvd alcuni film "miei classici" che mi aiutano a ricaricarmi, uno di questi è il titolo che vi presento oggi "Men of honor", la mattina successiva alla visione apro un libro che sto leggendo da diversi mesi (studiando è il termine giusto) "Leader di te stesso" di Roberto Re, e proprio quel capitolo prende ad esempio il film in questione per introdurre il tema dei "Valori". Di seguito vi propongo parte di quel capitolo. Buona lettura.

"Il successo è l'avvicinamento, il raggiungimento e il consolidamento di ciò che davvero intimamente desideriamo e che, proprio per questo, abbiamo scelto consapevolmente come nostra meta" (Roberto Re)

Un uomo d'onore
Il film "Men of Honor", racconta la storia vera di Carl Brashear, il primo palombaro di colore della Marina  americana, interpretato nella pellicola dall'attore Cuba Gooding Jr. La storia di quest'uomo ha dell'incredibile e ci fa capire cosa può essere in grado di fare un essere umano per TENER FEDE AI SUOI VALORI.
Nato nel 1931 in una famiglia povera di contadini del Kentucky, con un padre che gli aveva trasmesso l'importanza di combattere per il proprio onore, Carl a soli 17 anni entrò nella Marina americana. Era il 1948, lo stesso anno in cui il presidente Truman aveva posto fine alla discriminazione razziale nell'esercito statunitense, che permetteva l'arruolamento solo ai bianchi. Proprio a causa di questo egli dovette subire la durissima opposizione dei propri commilitoni e del suo superiore, il tenente Sunday, interpretato nel film dal grande Robert De Niro, il quale cercò in tutti i modi di sbarrargli la strada verso il suo obiettivo. Ma grazie al suo coraggio e alla sua tenacia, Carl Brashear riuscì comunque a raggiungere il suo scopo, entrando nel corpo speciale di salvataggio dei palombari e intraprendendo la carriera per ottenere i galloni di primo capo, massimo grado raggiungibile da un marinaio sottufficiale.
Nel 1966, durante una delle innumerevoli operazioni di salvataggio a cui prendeva parte, nel tentativo, peraltro riuscito, di recuperare una testata atomica sganciatasi da una nave nel mediterraneo, Carl ebbe un grave incidente a seguito del quale la sua gamba sinistra fu irreparabilmente offesa.
La Marina degli Stati Uniti gli conferì una medaglia al valore e lo mise in prepensionamento prospettandogli la fine della sua carriera. Ma l'obiettivo di Carl rimaneva quello di portare a termine la sua carriera, raggiungendo il risultato che si era prefisso. Un giorno scoprì che alcuni avieri mutilati di guerra avevano avuto la possibilità di rientrare in servizio attivo grazie a speciali protesi alle gambe che permettevano loro di pilotare nuovamente. Fu allora che Carl Brashear chiese che gli venisse amputata la gamba sinistra, per potere avere la chance  di tornare ad immergersi con lo scafandro da palombaro indosso.
Nonostante i pareri contrari di chiunque conoscesse le difficoltà del lavoro di palombaro, Carl si battè per essere reintrodotto in servizio attivo e si trovò, dopo settimane in intensa riabilitazione, a dimostrare, di fronte a una commissione riunitasi appositamente per l'occasione, che era in grado di adempiere ai suoi incarichi nonostante l'handicap.
Nel 1968 Carl Brashear divenne il primo disabile nella storia della Marina americana a tornare in servizio attivo. Due anni dopo fu il primo nero americano a diventare primo palombaro. Non andò in pensione per altri nove anni e la sua storia è tuttora uno dei migliori esempi per le nuove leve della Marina militare degli Stati Uniti.
Nella scena finale del film, la risposta di Breshear al presidente della commissione, che valutava se farlo rientrare in servizio attivo, è esemplificativa di una vita mirata al rispetto e al perseguimento dei propri Valori: "per me la Marina non rappresenta un mestiere: le sue lunghe tradizioni durante la mia carriera le ho seguite dalla prima all'ultima, le buone e le cattive, ma certo non sarei qui oggi se non fosse per quella più grande di tutte...l'ONORE, signore!".
E per seguire i suoi Valori più alti, Carl Breshear fu disposto a farsi amputare la gamba...

... prossimo post dal titolo "Il valore dei valori"



I love this game!


scopo...


domenica 16 giugno 2013

Fortuna & Talento

"La Fortuna non esiste: esiste il momento in cui il Talento incontra l'Occasione" (Anonimo)

mercoledì 12 giugno 2013

Il Cuore... di Delia M. Spada

Una volta una bambina mi chiese: "Ma il cuore sta sempre nello stesso
posto,oppure,ogni tanto,si sposta? Va a destra e a sinistra?" Io risposi : "No..il cuore resta sempre nello stesso posto. A sinistra.." Ed intanto pensavo..Poi,un giorno,crescerai. Ed allora capirai che il cuore vive in mille posti diversi, senza abitare davvero nessun luogo. Ti sale in gola quando sei emozionato..O precipita nello stomaco quando hai paura o sei ferito. Ci sono momenti in cui accellera i suoi battiti e sembra volerti uscire dal petto. Altre volte invece,fa cambio col cervello. Crescendo imparerai a prendere il tuo cuore per posarlo in altre mani. E il piu' delle volte,ti tornera' indietro un po' ammaccato. Ma tu non preoccupartene. Sara' bello uguale o forse sara' piu' bello ancora. Questo,pero' lo capirai solo dopo molto,molto tempo. Ci saranno giorni in cui crederai di non averlo piu',un cuore. Di averlo perso. E ti affannerai a cercarlo in un ricordo, in un profumo, nello sguardo di un passante, nelle vecchie tasche di un cappotto malandato. Poi ci sara' un altro giorno, un giorno un po' diverso, un po' speciale, un po' importante. Quel giorno capirai che non tutti hanno un cuore. (Delia Maria Spada)

domenica 9 giugno 2013

Ironman Alfa Romeo - Pescara 10 giugno 2012


Forza Gianni! by Floriano DF

Di seguito posto un pensiero dell'amico Floriano Di Francesco preso oggi dalla sua pagina FB. 
"Gianni é un ex podista, oggi colpito da SLA, i suoi amici e, colleghi nello sport, gli hanno fatto un regalo speciale......gareggiare per l'ultima volta!! 
Ma quest'ultima volta sarà la più importante di tutte....parteciperà all' Ironman!
I suoi amici lo traineranno con una canoa in acqua e, sulla terraferma, lo spingeranno con una carrozzina appositamente progettata, costruita e creata per l'occasione!
Le idee....le prove....il tempo...il denaro....investiti per realizzare un ausilio perfetto per l'evento.....non sono niente rispetto alla gioia che ci ha dato ed ha provato Gianni quando é salito sulla sua "SUPERCARR".
É la prima volta, in Italia non é mai accaduto che una persona colpita da disabilità potesse careggiare in una competizione così importante come l'Ironman.
Chi non ha niente da fare...chi ne ha voglia....potrà assistere all'evento. Una cosa é certa, io, oggi alle 16.00, vicino alla nave di Cascella (stabilimento Pantarei) andrò stringere la mano a Gianni.

mercoledì 5 giugno 2013

una strada in salita...

Mi fa sempre riflettere molto questa immagine. Mi dà il significato della vita professionale, nel modo più semplice: una strada in salita, tanto più lunga e ripida quanto più in là vuoi arrivare. Non sei obbligato a farla, potresti stare a terra a goderti il sole. Invece continui a salire, col tuo abito impeccabile, a schiena dritta ed eretto senza farti un problema per l' ascesa senza fine. Perchè lo fai? E' la domanda che ciascuno deve porre a sè stesso, senza mentirsi. Perchè se la tua fatica continua significa che non hai ancora trovato quel che cerchi. Ma prima o poi, non dubitarne, ci riuscirai. Perchè chi cerca, infine, trova... :-))) (Virgilio Degiovanni- Millionaire)

L'insegnamento dei bambini - by F.Tini

Grazie Fabrizio per aver condiviso questo bellissimo pensiero e questa lezione di vita per tutti noi...


"Dopo l'esperienza nelle scuole elementari posso affermare con certezza che abbiamo molto da imparare dai bambini/bambine:
1) Se ad un bambino sei simpatico, lui ti sorride, se non gli sei simpatico non ti sorride... Semplice
2) Se chiedi ad una bambina delle elementari quanti anni ha, lei ti risponderà con grande sincerità e orgoglio... Provate ad avere lo stesso risultato con una donna
3) Se ad un bambino chiedi di andare da un punto A ad un punto B lui lo farà correndo al massimo della sua velocità... Un adulto lo farà svogliatamente e solo dopo aver chiesto delucidazioni
4) Quando un bambino/bambina sta bene con te e vuole rivederti ti chiede: "quando ci rivediamo?".... non aspetta in eterno che sia tu a fare la prima mossa per non mostrarsi "debole"
5) Quando un bambino vede che sai fare qualcosa che lui non sa fare ti fa i complimenti, magari applaude anche, e ti chiede di insegnarglielo... Un adulto cercherà di sminuirti per non ledere il suo ego
...Mi avete chiamato Maestro per tutto il tempo, ma i veri Maestri siete voi... GRAZIE :)"

(Fabrizio Tini - allenatore minibasket)