mercoledì 25 marzo 2009

"Analisi del valore"


ANALISI DEL VALORE

Bisogna capire che è sbagliato giudicare un'attività semplicemente per il tempo che occorre a realizzarla.

Un buon esempio di questo concetto è il caso dell'esperto informatico che è stato chiamato per aggiustare un computer molto grande ed estremamente complesso... un computer che valeva più di 12 milioni di Euro.

L’esperto, seduto di fronte allo schermo, preme un paio di tasti, asserisce con la testa, mormora qualcosa a se stesso e spegne il computer.

A quel punto estrae un piccolo cacciavite dalla tasca e dà un giro e mezzo ad una minuscola vite. Quindi, accende il computer e verifica che tutto funziona perfettamente.

Il presidente dell'azienda e' felicissimo e si offre di pagare il conto immediatamente."Quanto le devo?" chiede.

"Sono 1.000 Euro, per cortesia“risponde il sistemista.

"1.000 Euro?!? 1.000 Euro per pochi minuti di lavoro? 1.000 Euro per stringere una semplicissima vitina? Mi rendo conto cheil computer vale 12 milioni di Euro, ma 1.000 Euro mi sembra una cifra veramente esagerata. Pagherò una tale cifra solamente se mi manderà una fattura dettagliata che giustifichi una cifra del genere."

L' esperto informatico acconsente conun cenno e se ne va.

Il mattino dopo il presidente riceve la fattura, la legge attentamente,asserisce con la testa e la paga immediatamente, senza una lamentela.

La fattura diceva:Servizi effettuati:
- Avvitamento di una vitina: € 1
- Sapere quale vitina avvitare: € 999

RICORDATI:IL VALORE DELLE PERSONE E’ PROPORZIONALE A QUELLO CHE SI SA, NON A QUELLO CHE SI FA!

lunedì 23 marzo 2009

"Sogni..."


"I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vi vogliono svegliare."

(Renè Magritte)

domenica 15 marzo 2009

"Suonare con tre corde"


Tratto dal libro "Tutta un'altra vita" di Lucia Giovannini

"Suonare con tre corde"

Era il 18 novembre 1995 e quella sera il violinista Itzhak Perlman si esibiva al Lincoln Center di New York. Perlman attraversò il palcoscenico molto lentamente. Chi aveva già assistito a un suo concerto sapeva che il solo fatto di attraversare il palcoscenico per il musicista era un compito arduo. A causa della poliomelite contratta da bambino aveva dei rinforzi nelle gambe e camminava a fatica con l'aiuto di due stampelle. Il pubblico attendeva con pazienza.
Finalmente si sedette, appoggiò le stampelle al suolo, tolse i rinforzi dalle gambe, si sistemò nella sua posa caratteristica, un piede piegato all'indietro, l'altro dritto in avanti, si piegò per prendere il violino, lo pose sotto il mento, fece un cenno col capo al direttore d'orchestra e iniziò a suonare. La platea era abituata a questo rituale.
Ma quella volta fu diverso. Quella volta qualcosa andò storto. pochi minuti dopo aver cominciato a suonare, una delle corde del violino si ruppe. Tutto il pubblico la sentì chiaramente spezzarsi con uno schiocco secco, come un colpo di pistola. Non c'erano dubbi su cosa Perlman avrebbe dovuto fare. Le persone presenti pensarono: ora poserà il violino, rimetterà i rinforzi per le gambe, prenderà le stampelle, si alzerà in piedi, si dirigerà faticosamente dietro le quinte, prenderà un altro violino o sostituirà la corda rotta del suo. Ma non lo fece...
...Invece, chiuse gli occhi per un momento, e poi accennò al direttore d'orchestra di ricominciare da dove si erano fermati. E suonò con una tale passione, una tale purezza ed un potere mai visti.
Il pubblico era ammaliato.
Tutti sanno che è impossibile suonare un brano sinfonico solo con tre corde.
Io lo so, e voi lo sapete, ma quella notte Itzhak Perlman si rifiutò di saperlo. E lo si poteva vedere modulare, cambiare, scomporre e ricomporre il pezzo sinfonico nella sua testa. A un certo punto sembrava che facesse uscire dalle corde dei suoni mai sentiti prima. Quandò finì ci fu un silenzio reverenziale, e poi il pubblico si alzò in ogni angolo del teatro. Erano tutti in piedi, urlavano ed applaudivano per esprimere la loro totale ammirazione. Egli sorrise, si asciugò il sudore della fronte, alzò il suo archetto per quietarli, e poi disse, in maniera umile, come se stesse riflettendo ad alta voce: "Sapete, talvolta è compito dell'artista scoprire quanta musica può ancora creare con ciò che gli è rimasto!".

Ed è decisamente compito nostro scoprire quanta musica possiamo creare nella nostra vita con ciò che ci è rimasto! Sarebbe bello se la vita fosse fatta di cose facili, se non esistessero la sofferenza, la paura, la tristezza, se tutti fossimo sempre gioiosi e soddisfatti. Ma la vita non è cosi! La nostra esistenza è fatta anche di periodi difficili. E' fatta di gioie e dolori. Di luce e buio. A volte abbiamo tutte e quattro le corde a disposizione. E a volte una corda si spezza. Come reagiamo allora?
Sono le scelte che operiamo in quegli attimi che fanno la differenza. Siamo in grado di accettare che una corda si rompa proprio quando stiamo suonando davanti a migliaia di persone? Siamo capaci di accettare che qualcosa indipendente dalla nostra volontà vada male? Che una relazione finisca? Che una malattia ci costringa a letto? Che un contrattempo mandi all'aria il nostro lavoro? Che un amico ci abbandoni?
Riusciamo anche in quei momenti a indirizzare i nostri pensieri, emozioni, stati d'animo e comportamenti verso il cambiamento evolutivo?

lunedì 9 marzo 2009

"Una domanda da 1.000.000 di euro!"


Tratto da "Da Risorse Umane a Persone" di Stefano Greco

"La mancanza di rispetto, anche se meno aggressiva di un insulto diretto, può ferire in maniera altrettanto viva. Non c'è insulto, ma nemmeno riconoscimento; la persona coinvolta semplicemente non viene "vista" come essere umano pieno, la cui presenza conti qualcosa.
Quando una società tratta la massa della gente in questo modo, accordando solo a pochi il riconoscimento, crea una carenza di rispetto, quasi come se si trattasse di una sostanza troppo preziosa da far circolare.
Al pari di altre carestie, anche questa è opera dell'uomo; ma a differenza del cibo, il rispetto non costa niente...

...Perchè, allora, ne viene dispensato così poco?"

(Richard Sennett)