lunedì 16 febbraio 2015

"Spingendo la notte più in là" di Mario Calabresi

"Spingendo la notte più in là" è il primo libro scritto da Mario Calabresi (2007), l'ultimo dei suoi che ho letto.
L'ho voluto leggere per un duplice motivo: ho sempre seguito i tragici avvenimenti che si sono susseguiti durante gli "anni di piombo", attraverso le letture ed i filmati in tv; il secondo motivo è che ero curioso di leggere come Calabresi lo raccontasse nel suo libro, con quale stile, proprio lui che lo ha subito in prima persona con l'assassinio del padre, il commissario Luigi Calabresi.
Il libro mi ha molto colpito per le vicende raccontate: non c'è solo la storia della famiglia Calabresi. Ma anche le storie di altre famiglie: storie di vedove, di orfani, perché gli assassini degli anni di piombo oltre a togliere la vita ai rappresentanti dello Stato, hanno strappato le mogli dai mariti, ed i figli dai loro padri.
La famiglia Calabresi per anni, troppi, ha subito le accuse (infondate), i giudizi e pregiudizi dell'opinione pubblica in merito alla morte di Pinelli avvenuta negli uffici del commissario Luigi Calabresi, per cause ignote, e dove Calabresi (che non era presente nella stanza al momento del "suicidio") è stato indicato come unico responsabile e quindi come unico obiettivo del "proletariato" per la "vendetta"… vendetta consumata la mattina del 17 maggio 1972.
Calabresi-Pinelli, un binomio che la famiglia Calabresi e Mario hanno sentito troppo spesso, due persone e personalità molto diverse sia per idee, che per valori che hanno avuto "una tragica fine" come fattore in comune.
C'è la storia di Antonia Custra, figlia di Antonio Custra un poliziotto morto assassinato mentre prestava servizio durante una manifestazione indetta da militanti di estrema sinistra. La storia di un vuoto non colmato come dice Antonia: "… Non riesco ad avere pace. Sono sola e con troppa rabbia per quello che mi hanno tolto e per quello che mi hanno tolto e per quello che avrei potuto avere ma non c'è stato".
C'è la storia di Barbara Tobagi, autrice del libro "I silenzi degli innocenti". Anche suo padre Walter Tobagi, giornalista, fu ucciso il 28 maggio 1980.
C'è la storia della Dott.ssa Francesca Marangoni, figlia del Dott. Luigi Marangoni. "I brigasti si portano dietro un'aura di persone impegnate, di combattenti, invece erano dei poveretti che facevano la lotta armata per riscattare delle vite senza prospettive, gente povera di idee e di spirito".
C'è anche una storia molto particolare e molto vicina alla mia regione l'Abruzzo ed al mio paese di gioventù, Penne (Pe). La storia di Marco Alessandrini figlio del magistrato Emilio Alessandrini nato a Penne , ed ucciso a Milano il 29 gennaio 1979 dopo aver lasciato a scuola il figlio. Dopo l'omicidio la moglie ed il figlio Marco tornarono a vivere a Pescara dove Marco esercita come avvocato ed attualmente è sindaco della Città di Pescara.
Gli anni di piombo sono terminati, ma c'è ancora una storia da raccontare, quella della Signora Marina Orlandi Biagi, moglie del Prof. Marco Biagi ucciso a Bologna il 19 marzo 2002, "colpevole" di essere stato consulente e consigliere di diversi ministeri del Governo italiano in materia giuslavorista. "…E così l'identità di un professore di centrosinistra può essere stravolta a tal punto da farne il simbolo negativo di un governo di centrodestra…"

La cosa che mi piace di più di Mario Calabresi è la sua capacità di trovare il "lato positivo in ogni cosa", la Speranza e la Fiducia verso il Futuro e le Persone. Questi messaggi sono ben espressi nei libri "La fortuna non esiste", "Cosa tiene accese le stelle" e "Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa". Ma è in "Spingendo la notte più in là" che il messaggio si fa più incisivo, più evidente, quando nel buio più cupo, Mario Calabresi trova per se e per tutti quelli che hanno subito simili tragedie, la forza per continuare a sperare, per guardare al futuro, verso la luce… "spingendo la notte più in là"… Buona lettura.

"…Non bisogna dimenticare che la maggior parte delle persone uccise negli Anni di piombo lavorava per lo Stato e ha pagato con la vita per questo. Invece il Paese sembra attraversato da un analfabetismo di sensibilità…"

scheda del libro
"SPINGENDO LA NOTTE PIU' IN LA' " (ed Mondadori) Quando due colpi di pistola uccisero, nel maggio 1972, il commissario Calabresi,vennero profondamente mutati gli eventi pubblici ma anche e soprattutto quelli privati di una donna, che si ritrovò sola a crescere tre figli piccoli, e di quei tre bambini, orfani di un padre che non hanno fatto in tempo a conoscere. Un evento devastante, una voragine in cui si può sprofondare per sempre. O da cui invece si può ripartire raccogliendo le poche cose che restano, ricostruendo la propria memoria e la propria identità, ritrovando la voglia di vivere. Spingendo la notte più in là. È la storia che ci racconta in questo libro, già grande bestseller, il figlio del commissario Calabresi: la storia di una famiglia italiana ferita dal terrorismo. Una storia fatta di profondo dolore, ma anche di inattesa e spensierata allegria, in cui la voglia di vivere e l'amore per gli altri sono spesso riusciti a vincere l'odio e le divisioni che ancora oggi colpiscono il nostro paese. Una vicenda privata che appartiene a tutti noi.

l'autore
MARIO CALABRESIMilano 1970), giornalista, dal 2009 è direttore della «Stampa». Ha lavorato all'Ansa e alla «Repubblica», dove è stato caporedattore e corrispondente dagli Stati Uniti. Per Mondadori Strade blu ha scritto Spingendo la notte più in là (2007), La fortuna non esiste (2009),Cosa tiene accese le stelle (2011).
Nel 2013 ha pubblicato A occhi aperti (Contrasto).

Samantha Cristoforetti: un pensiero per il nostro Pianeta

tratto dall'intervista andata in onda a Sanremo 2015

D: Da lassù si diventa più ottimisti o pessimisti sul futuro del nostro Pianeta?
R: … Si diventa più consapevoli, si sviluppa un legame particolare: si capisce da quassù che tutti noi esseri umani, "tutti" siamo su questa piccola e fragile Terra che alla fine è la nostra "astronave" che ci trasporta in questo viaggio nello spazio. Perché la Terra si muove intorno al Sole e con il Sole nello Spazio. E' la nostra astronave e ne dobbiamo avere cura, perché un'altra di scorta non ne abbiamo…" (Samantha Cristoforetti)

giovedì 12 febbraio 2015

sabato 7 febbraio 2015

"Millionaire" editoriale febbraio 2015

tratto dall'editoriale di "Millionaire" (feb. 2015) di Virgilio Degiovanni

"…Ma quella che vediamo noi di "Millionaire" non è un'Italia in caricatura. Noi vediamo gente reale, che lavora davvero, che ci prova, che inventa e sa farsi il mazzo per dare vita ai propri sogni…Sono spesso, ma non sempre giovani. Hanno talento, voglia, sorriso e creatività, forse non ancora "rovinata" dalle tante ombre che la vita riserva a tutti noi… Accendiamo i riflettori verso chi fa, chi produce, chi inventa nuovi modi per migliorare il mondo. Sono queste le persone che dovremmo far vedere ai più giovani, per riaccendere la speranza… Occorre impegnarci tutti per tirare fuori quel che abbiamo  e che, per qualche ragione, continuiamo a tenerci dentro: quell'immensa capacità di ricostruire un mondo, dopo averlo distrutto…" (Virgilio Degiovanni)

mercoledì 4 febbraio 2015

"Il teorema del caffè" di Paolo Iacci

Prima di procedere nella scrittura (e voi nella lettura) del libro di Paolo Iacci, "Il teorema del caffè", come da buoni italiani prendiamoci un caffè…
… e vi assicuro che non è una cosa facile e scontata; sul caffè si scatena l'inventiva più sfrenata. Viene servito in almeno un centinaio di varianti: un caffè normale, lungo, ristretto, macchiato, ecc. (sul libro ci sono ben tre pagine dedicate a queste varianti).
Il titolo del libro è "Il teorema del caffè - il paradosso che regola l'impresa". Inizia facendo una fotografia dell'Italia, degli italiani, dei loro bisogni (alcuni spesso non proprio primari) e delle loro richieste in tempo di crisi e scarsa disponibilità economica: "siamo tutti più poveri ma con richieste e bisogni sempre più da ricchi".
Il teorema del caffè potrebbe, quindi, essere così sintetizzato: "In una società sempre più complessa, anche i bisogni e le attese di ogni singola persona tendono naturalmente a divenire sempre più ricercati, seppur all'interno delle singole disponibilità di ciascuno. In una situazione di crisi il manifestarsi di richieste di prodotti/servizi più originali, innovativi e individualizzati è indipendente da un'eventuale mancanza di risorse. La necessità di soddisfare tali bisogni risponde a una più complessiva e autonoma necessità di benessere, individuale o collettivo. Inoltre, le aspettative divengono sempre più alte, anche per effetto della concorrenza stessa, che, seppur oberata da costi crescenti, pur di sopravvivere, incita verso innovazioni sempre più spinte".
Poi l'attenzione si sposta alle imprese, alle organizzazioni che operano nella gestione delle "risorse umane", delle Persone.
Un tempo, non molti anni fa, le aziende avevano dei piani pluriennali e riuscivano a garantire ai loro collaboratori una continuità professionale, in alcuni casi per tutta l'età lavorativa fino alla pensione, in cambio ricevevano la "fedeltà professionale"…Oggi come sappiamo non è più così … Assistiamo al "dominio incontrastato di un presente senza futuro". A causa di questa instabilità le imprese non sono più credibili.
"Ora e nel prossimo futuro tutte le persone, e quindi i capi stessi, hanno davanti a sé la prospettiva di cambiare azienda un certo numero di volte nell'arco della propria vita lavorativa, auto-gestendo, per quanto sia possibile, un percorso di carriera finalizzato allo sviluppo del proprio "capitale" professionale…La precarietà del posto di lavoro e la pressione cui sono sottoposti tutti i membri della catena gerarchica inducono atteggiamenti di deresponsabilizzaione. Infatti, oggi nelle imprese si respira un clima pessimo e la catena gerarchica in molti casi è bloccata. Nelle aziende non decide più nessuno. Si ha paura di sbagliare, ma soprattutto si ha paura di poter essere incolpati di qualcosa. Non sbagliare è diventato assai più importante che fare la cosa giusta…"
Occorre un cambio radicale di attenzione al livello di Persone, organizzazioni e Nazione, partendo dal concetto di "Pensiero resiliente". 
"Resilienza è un termine derivato dalla scienza dei materiali e indica la proprietà, che alcuni materiali hanno, di resistere a forze impulsive , ovvero la capacità di resistere a forze impulsive, ovvero la capacità di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi e di riacquistare la forma originaria dopo stati sottoposti a schiacciamento e deformazione. In psicologia connota la capacità delle persone  di far fronte a eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare  in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. Le Persone con un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti… Il Pensiero resiliente richiede l'umiltà di voler crescere, la capacità di non prendersi troppo sul serio e di voler continuare a stupirsi".

"Si è persa la dimensione della bellezza nel lavoro e, con essa, il suo significato intrinseco. La percezione collettiva è che la vera vita comici soltanto dopo l'orario di lavoro… Occorre una leadership che rimetta al primo posto non solo la gestione del contingente, ma anche la necessità improcastinabile del valore del lavoro e della visione della meta verso cui deve tendere il team aziendale e il senso ultimo del lavoro di ognuno dei suoi membri".

Un libro, una profonda riflessione sul tempo di crisi che stiamo vivendo, ma anche e soprattutto una traccia, un sentiero che ci porterà (ci auguriamo) verso un futuro creativo, innovativo e responsabile… Utopia?…
Buona lettura

scheda del libro
"IL TEOREMA DEL CAFFE' - il paradosso che regola l'impresa" (ed. Guerini NEXT - € 12,50) Un tipico bar milanese alle otto del mattino sembra un’orgia consumistica, segno di grande abbondanza e di consumo sfrenato. Sul caffe si scatena la piu grande inventiva. Viene servito in almeno un centinaio di varianti con denominazioni diverse. Un caffe «normale» e un «nero», e puo essere lungo, ristretto o «gocciato», sistono poi le varianti in vetro, il caffe «macchiato», «schiumato», d’orzo in tazza grande o piccola, turco, americano e cosi via. Un baccanale di gusti, un vero schiaffo alla poverta. Ma e davvero così? Usando una metafora comune, come il rito del caffe mattutino, il volume propone un percorso attraverso l’inferno della crisi, i paradossi e le contraddizioni di un popolo arguto, capace di performance eccezionali ma incapace spesso di approdare a una normalita sostenibile, un popolo che sa essere grande ma anche piccolo e meschino. Le imprese, e le persone, devono fare di piu e meglio con meno risorse. Il teorema del caffe spiega perche e come fare. “Dal nostro individualismo puo nascere la consapevolezza e la possibilita della rielaborazione di un nuovo senso collettivo. Cosi nella societa civile, e cosi pure nelle imprese e nelle organizzazioni pubbliche”. dalla prefazione di Giovanni Costa, professore emerito dell’Universita di Padova, vicepresidente del CdG di Intesa Sanpaolo.

l'autore
PAOLO IACCIè attualmente Presidente di BCC Credito Consumo, dopo essere stato Condirettore generale del gruppo Pride e responsabile Hr e organizzazione in Italtel, Reader's Digest, Banca Intesa e Iccrea Holding. Già consigliere di amministrazione dell'Università Bocconi e di alcune altre società pubbliche e private, è Professore a contratto all'Università LIUC di Castellanza. E' vice presidente nazionale di AIDP e direttore responsabile di Hr On Line.

la video intervista