sabato 28 gennaio 2012

MONEYBALL - L'arte di vincere


articolo tratto da "Millionaire" - gennaio 2012 (di Lucia Ingrosso)

"Forse non sembrate una squadra di vincenti, ma lo siete. Quindi giocate da vincenti!"

E' l'esortazione che il general manager Billy Beane fa ai suoi giocatori, della squadra di baseball degli Oakland Athletics. Billy Beane è un tipo schivo, silenzioso, non particolarmente fortunato. Viene da una famiglia modesta e, grazie al suo talento sportivo, a 18 anni ha la possibilità di ottenere una borsa di studio a Stanford. Lui e la sua famiglia sono felici: un buon college è quello che desiderano di più. Ma poco dopo arriva per Billy la proposta dei Mets di New York, che gli offrono 125 mila dollari per giocare a baseball in squadra. Dirà Beane "Quella è stata l'unica scelta della mia vita che ho fatto per denaro". Andare al college era il suo grande sogno e non esserci riuscito rimarrà un grande rimpianto. Eppure, sarà anche grazie a questo che riuscirà, più avanti, nella sua "impresa". La sua carriera è breve e si spezza per un infortunio a 27 anni. Agli inciampi professionali unisce quelli personali: il suo matrimonio finisce con un divorzio. Preso a calci dalla vita, Beane diventa il general manager degli Oakland Athletics, proprio la squadra in cui aveva chiuso la sua carriera di giocatore. Di sicuro non ha la mentalità da vincente, anzi. Non a caso, preferisce non vedere le partite della squadra allo stadio, con la convinzione di portare sfortuna. Eppure la squadra disputa un buon campionato e conquista un onorevole piazzamento. Peccato che, a fine stagione, il presidente decida di vendere i tre gioielli migliori per risollevare le sorti del bilancio in passivo. Come spesso capita nello sport, e anche nella vita, esiste infatti una netta divisione tra chi ha tanti soldi e chi non ne ha. Gli Oakland Athletics sono una piccola squadra, con pochi fondi e di certo non possono competere con i budget stratosferici di altre squadre potenti come New York Yankees o i Boston Red Sox. E, nonostante i buoni risultati, il suo monte stipendi è il più basso di tutta la Major League. Rabbia e frustrazione si fanno largo in Beane, che sembra a un passo dal gettare la spugna. Ma il destino è in agguato e dietro l'angolo c'è l'incontro che gli cambierà la vita. Nella realtà, conosce Paul DePodesta, un laureato di Harvard alto, magro e bello, che gli presenta un metodo statistico per scoprire talenti a poco prezzo. La teoria rivoluzionaria è una pseudoscienza chiamata SABERMETRICA (dall'acronimo Sabr che sta per Society of American Beseball Research). DePodesta spiega a Beane che non è premiante scegliere giocatori noti e strapagati (che peraltro la squadra non si può permettere). Molto meglio selezionare quelli che, statisticamente, hanno totalizzato i migliori punteggi. "Lo scopo non deve essere comprare giocatori, ma vittorie. Ecco 25 giocatori sottovalutati da tutti. Un'isola dei giocatori difettosi. Qui dentro c'è una squadra che ci possiamo permettere" afferma. A MONTE C'E' UN IMPORTANTE CAMBIAMENTO DI APPROCCIO: UN TEAM VINCENTE NON E' QUELLO CHE HA UNO O PIU' FUORICLASSE, MA TANTI BUONI ATLETI CHE GIOCANO IN ARMONIA.
La Sabermetrica affascinò subito Beane, che cominciò a consultare compulsivamente tutti i tabulati con le statistiche dei giocatori. A realizzarli per primo era stato il guardiano notturno del Kansas, Bill James, che negli anni 70 si autoproduceva ciclostilati sulle statistiche del baseball, mentre controllava i forni in una fabbrica di carbone e fagioli in scatola. Dei suoi "baseball abstracts", Beane conserva religiosamente le copie originali.
"Il problema che dobbiamo risolvere è che ci sono squadre ricche e squadre povere. Ci sono squadre con giocatori di merda. E poi ci siamo noi" fin qui le cattive notizie. Poi Beane prospetta la soluzione: "Qui siamo all'ombra della Silicon Valley. E di certo non è un caso se gli hippy, il Pc, Google, l'iPhone e la Sabermetrica nascono tutti nel nord della California". E così Beane inventa il METODO MONEYBALL. A quel punto, la sfida è convincere il resto della squadra e in particolare l'allenatore Art Howe a pensare in modo diverso. E Billy Beane ha ragione ha fidarsi della Sabermetrica e del Moneyball, cioè tra la relazione tra gioco e denaro. Grazie a giocatori semisconosciuti e sottovalutati e spendendo un quinto delle altre squadre, gli Oakland Athletics vincono 20 partite consecutive, stabilendo un nuovo record e arrivamdo ai playoff (poi persi). La lunga scia positiva vale a Beane l'opportunità di lavorare con i ricchi Boston Red Sox, con un'offerta che l'avrebbe reso il general manager più pagato della storia del baseball. Ma lui rinuncia e rimane per sette stagioni fedele agli Oakland Athletics, che fa giocare ad alto livello. Poi, dopo la pubblicazione del libro, anche le altre squadre cominciano ad usare lo stesso metodo scientifico. E la pacchia finisce...

La lezione di Moneyball per il business
1) ESCI DALLA STRADA BATTUTA - Ogni settore ha ruoli e convenzioni che può valere la pena di sfidare. Per trovare una strada alternativa ai big, occorre individuare il principale elemento di spreco che devono fronteggiare clienti e dipendenti. Chi mette a fuoco il problema e ha le informazioni mirate, può crearsi un vantaggio competitivo.
2) INFORMAZIONI, NON DATI - i dati sono spesso disponibili, l'importante è trasformarli in informazioni utili. A volte è più facile cercare ed elaborare nuovi dati, piuttosto che esaminare quelli di pubblico dominio. L'opportunità migliore per gli imprenditori è quella di ripartire da una lavagna bianca.
3) LA LAUREA (A VOLTE) NON SERVE - Capita che le nozioni siano un limite. Chi non ha troppe sovrastrutture, invece, è più agile e pronto a imparare. Ha scritto Michael Lewis, autore del libro "Moneyball": "La vita di Beane, le sue letture, la scoperta del sistema Moneyball, sono un tentativo di darsi quell'educazione universitaria che non aveva mai avuto.
4) MENO SOLDI E' MEGLIO - A volte è la difficoltà che aguzza l'ingegno. Chi ha budget limitati si trova costretto a compensare con tempo, inventiva, prontezza. E' per questo che sono spesso le aziende con capitali modesti
5) PENSA A CORRERE, PRIMA CHE A VINCERE - Difficile studiare un sistema che dia la certezza della vittoria, perchè sono troppe le variabili in gioco. E infatti Beane aveva focalizzato il suo sistema su un altro elemento: la corsa. E le statistiche mostravano che, in genere, chi corre di più vince di più. Lo stesso vale in azienda: prima che ad avere successo, bisogna puntare a svolgere bene la propria attività

5 commenti:

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