domenica 27 marzo 2011

Charlie Chaplin: discorso all'umanità


Grazie Juliana per avermelo ricordato...bellissimo ed attualissimo. Dovrebbero risentirlo TUTTI i capi di governo

IL GRANDE DITTATORE
DISCORSO ALL'UMANITA'

di Chaplin

Mi dispiace, ma io non voglio fare l'Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca fra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l'avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell'uomo, reclama la fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L'avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!

Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: "Il Regno di Dio è nel cuore dell'uomo". Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore! Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia, siate tutti uniti!

Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia, abbi fiducia. Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano: comincia a splendere il Sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità, verso la luce e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto, Hannah! L'animo umano troverà le sue ali, e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto Hannah, lassù.

venerdì 25 marzo 2011

La misura dell'uomo...


"La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio"
(Samuel Johnson - poeta e critico letterario)

tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

mercoledì 23 marzo 2011

Lettera alla Mamma...


Un pensiero ed un grazie a tutte le mamme...un Grazie alla mia Mamma

Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino pose il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto: "Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 Euro Per aver riordinato la mia cameretta: 1,50 Euro Per essere andato a comprare il latte: 0,50 Euro Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 Euro Per ever preso due volte "ottimo" a scuola: 2 Euro Per aver portato fuori l'immondizia tutte le sere: 1 Euro Totale: 9 Euro".
La mamma fissò il figlio negli occhi teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse: "Per averti portato in grembo 9 mesi: 0 Euro Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 Euro Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 Euro Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 Euro Per tutto quello che ti ho insegnato giorno dopo giorno: 0 Euro Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene, e i panini che ti ho preparato: 0 Euro Per la vita che ti do ogni giorno: 0 Euro". Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio.
Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato". Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci. Quando nei rapporti personali e famigliari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L'amore o è gratuito o non è amore.

mercoledì 16 marzo 2011

Il vero scopo della nostra vita...


"Penso che il vero scopo della nostra vita sia cercare la felicità. Questo è chiaro. Che uno creda nella religione o meno, che uno creda in questa religione o in quella, cerchiamo tutti qualcosa di meglio nella vita. Quindi penso che il vero movimento nella nostra vita sia verso la Felicità".
(Dalai Lama)

tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

"Campanellino, perché non riesco a volare?"
"Peter Pan, per volare hai bisogno di ritrovare i tuoi pensieri felici".
(James Barrie - Peter Pan)

tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

martedì 15 marzo 2011

Stella...


"Nessuno è nato sotto una cattiva stella. Esistono solo persone che guardano male il Cielo"
(Dalai Lama)

tratto da: "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

venerdì 11 marzo 2011

"Eccellenza o perfezione?"


tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

"...Eccellenza e perfezione non sono sinonimi. L'eccellenza è il traguardo, non la perfezione! Quando tendiamo al perfezionismo ci sentiamo male se non riusciamo a raggiungere il nostro standard e poi colpevolizziamo noi stessi e gli altri. Tendere all'eccellenza significa invece cercare di dare il meglio di noi perchè vogliamo farlo, non perchè dobbiamo essere perfetti. Eccellenza significa cercare di essere meglio, di fare meglio. Ed è un viaggio che dura tutta la vita. Se il mondo fosse andato avanti solo con le persone perfette, ci saremmo già estinti..."

"La nostra ombra non contiene solo paure e questioni irrisolte ma anche doni e talenti di cui spesso non siamo consapevoli". (Jung)

17 marzo 2011 - Festa dell'Unità d'Italia


Oggi voglio condividere con voi su questo piccolo mio spazio, un pensiero alla Nostra Nazione ed al sentimento che ci unisce, o che ci dovrebbe unire. Sono da sempre un "Nazionalista" ed un grande amante della Nostra Italia. Da questo mio diario voglio criticare duramente tutte quelle persone (politici e non) che in questi mesi stanno buttando fango su questa storica ricorrenza. Proprio alcuni "politici" che ricoprono incarichi istituzionali si permettono di criticare il Nostro Paese ed i Nostri Valori, senza che nessuno prenda provvedimenti...In passato abbiamo assistito a critiche pesanti sulla nostra Bandiera senza che nessuno si sia indignato particolarmente.
Credo che sia giunta l'ora, approfittando di questo anniversario, di riappropriarci dei Nostri Valori, rispettarli e PRETENDERE che vengano rispettati da tutti, soprattutto da chi attualmente ci "governa", in nome ed in ricordo di chi ha sacrificato la propria Vita in nome della NOSTRA NAZIONE. Il Nostro Presidente della Repubblica da più di un anno parla ed invita a parlare del 150° anniversario dell'Unità d'Italia in ogni suo intervento, ma solo da qualche giorno si vede un certo interesse.
Ieri mi sono molto commosso quando ho sentito cantare da mio figlio (4 anni) l'Inno Nazionale Italiano, insegnatogli a Scuola. Un Grazie a tutti gli insegnanti, che nonostante i numerosi tagli alla cultura, continuano a trasmettere alle future generazioni, i Valori Fondamentali della Nostra Nazione (che qualcuno ha dimenticato... o mai saputo...) Buona lettura e VIVA L'ITALIA!

Ma chi era Goffredo Mameli?...
(tratto da it.wikipedia.org) Gotifredo Mameli dei Mannelli, noto anche come Goffredo Mameli (Genova, 5 settembre 1827Roma, 6 luglio 1849) è stato un poeta, patriota e scrittore italiano. Annoverato tra le figure più famose del Risorgimento italiano, morì a seguito di una ferita infetta che si procurò durante la difesa della seconda Repubblica Romana. È l’autore delle parole dell’attualeinno nazionale italiano.Goffredo Mameli, istruito nelle Scuole Pie di Genova, docente nel collegio di Carcare in provincia di Savona, fu autore, all'età di 20 anni, delle parole del Canto degl'Italiani (1847), più noto come Inno di Mameli, adottato poi come inno nazionale della Repubblica Italiana, musicato da Michele Novaro.

Una straordinaria interpretazione dell'Inno Nazionale è stata eseguita dal Nostro Grande Attore Roberto Benigni durante l'ultimo Festival di Sanremo dove l'artista toscano ha dato a tutti noi, e soprattutto a chi ha tanto criticato questa ricorrenza una Grande Lezione di Storia. Di seguito il link della sua interpretazione: INNO NAZIONALE

ll testo dell'Inno nazionale (www.quirinale.it)

La cultura di Mameli è classica e forte è il richiamo alla romanità. È di Scipione l'Africano, il vincitore di Zama, l'elmo che indossa l'Italia pronta alla guerra

La bandiera italiana

Una bandiera e una speranza (speme) comuni per l'Italia, nel 1848 ancora divisa in sette Stati

La battaglia di Legnano

In questa strofa, Mameli ripercorre sette secoli di lotta contro il dominio straniero. Anzitutto,la battaglia di Legnano del 1176, in cui la Lega Lombarda sconfisse Barbarossa. Poi, l'estrema difesa della Repubblica di Firenze, assediata dall'esercito imperiale di Carlo V nel 1530, di cui fu simbolo il capitano Francesco Ferrucci. Il 2 agosto, dieci giorni prima della capitolazione della città, egli sconfisse le truppe nemiche a Gavinana; ferito e catturato, viene finito da Fabrizio Maramaldo, un italiano al soldo straniero, al quale rivolge le parole d'infamia divenute celebri "Tu uccidi un uomo morto"


I Vespri sicilani

Ogni squilla significa "ogni campana". E la sera del 30 marzo 1282, tutte le campane chiamarono il popolo di Palermo all'insurrezione contro i Francesi di Carlo d'Angiò, i Vespri Siciliani.

Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò

rappresentazione della Vittoria

La Vittoria si offre alla nuova Italia e a Roma, di cui la dea fu schiava per volere divino. La Patria chiama alle armi: la coorte, infatti, era la decima parte della legione romana


Giuseppe Mazzini

Mazziniano e repubblicano, Mameli traduce qui il disegno politico del creatore della Giovine Italia e della Giovine Europa. "Per Dio" è un francesismo, che vale come "attraverso Dio", "da Dio"


Balilla

Sebbene non accertata storicamente, la figura di Balilla rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città è finalmente libera dalle truppe austriache che l'avevano occupata e vessata per diversi mesi



Stemma asburgico

L'Austria era in declino (lespade vendute sono le truppe mercenarie, deboli come giunchi) e Mameli lo sottolinea fortemente: questa strofa, infatti, fu in origine censurata dal governo piemontese. Insieme con la Russia (il cosacco), l'Austria aveva crudelmente smembrato la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno, che dilania il cuore della nera aquila d'Asburgo.














giovedì 10 marzo 2011

Superare gli ostacoli cambiando prospettiva


tratto da: "newsletter di Life Coach Lab".

Superare gli ostacoli cambiando prospettiva
(tratto da “Il pensiero laterale”, E. De Bono): Molti anni fa, ai tempi in cui un debitore insolvente poteva essere gettato in prigione, un mercante di Londra si trovò, per sua sfortuna, ad avere un grosso debito con un usuraio. L'usuraio, che era vecchio e brutto, si invaghì della bella e giovanissima figlia del mercante, e propose un affare. Disse che avrebbe condonato il debito se avesse avuto in cambio la ragazza.
Il mercante e sua figlia rimasero inorriditi della proposta. Perciò l'astuto usuraio propose di lasciar decidere alla Provvidenza. Disse che avrebbe messo in una borsa vuota due sassolini, uno bianco e uno nero, che poi la fanciulla avrebbe dovuto estrarne uno. Se fosse uscito il sassolino nero, sarebbe diventata sua moglie e il debito di suo padre sarebbe stato condonato. Se la fanciulla invece avesse estratto quello bianco, sarebbe rimasta con suo padre e anche in tal caso il debito sarebbe stato rimesso. Ma se si fosse rifiutata di procedere all'estrazione, suo padre sarebbe stato gettato in prigione e lei sarebbe morta di stenti.
Il mercante, benché con riluttanza, finì con l'acconsentire. In quel momento si trovavano su un vialetto di ghiaia del giardino del mercante e l'usuraio si chinò a raccogliere i due sassolini. Mentre egli li sceglieva, gli occhi della fanciulla, resi ancor più acuti dal terrore, notarono che egli prendeva e metteva nella borsa due sassolini neri. Poi l'usuraio invitò la fanciulla a estrarre il sassolino che doveva decidere la sua sorte e quella di suo padre...

Immaginiamo di trovarci in quel vialetto, di fronte alla scelta del sassolino, cosa potremmo fare? Cosa potremmo consigliare a questa ragazza?
Probabilmente la maggior parte di noi potrebbe rifiutarsi di estrarre il sasso o protestare di fronte all’ingiustizia e cercare di smascherare l’imbroglio, o perfino vedersi costretto ad estrarre un sassolino dalla borsa, sacrificandosi per il padre.
In questo modo però non riusciremmo a superare l’ostacolo: se la ragazza non estraesse il sassolino suo padre finirebbe in prigione, nel caso contrario dovrebbe sposare l’usuraio.
Come si conclude l’aneddoto?

...La ragazza introdusse la mano nella borsa ed estrasse un sassolino, ma senza neppur guardarlo se lo lasciò sfuggire di mano facendolo cadere sugli altri sassolini del vialetto, fra i quali si confuse. «Oh, che sbadata!» esclamò. «Ma non vi preoccupate: se guardate nella borsa potrete immediatamente dedurre, dal colore del sassolino rimasto, il colore dell'altro.»
Naturalmente, poiché quello rimasto era nero, si dovette presumere che ella avesse estratto il sassolino bianco, dato che l'usuraio non osò ammettere la propria disonestà. In tal modo, la ragazza riuscì a risolvere assai vantaggiosamente per sé una situazione che sembrava senza scampo. La ragazza, in realtà, si salvò in un modo molto più brillante di quanto non le sarebbe riuscito se l'usuraio fosse stato onesto e avesse messo nella borsa un sassolino bianco e uno nero, perché in tal caso avrebbe avuto solo il cinquanta per cento delle probabilità in suo favore. Il trucco che escogitò le offrì invece la sicurezza di rimanere col padre e di ottenergli la remissione del debito.

Ma come possiamo cambiare prospettiva di fronte ad un problema? Alcuni consigli:
1. CREARE ALTERNATIVE INVECE DI SELEZIONARE QUELLE ESISTENTI: ricordiamoci che esistono molte strade percorribili, molteplici alternative da considerare e soprattutto da costruire: non sempre affidarsi a ciò che sembra rappresentare la soluzione migliore è una mossa efficace. Cercare diversi punti di vista da cui osservare la situazione e crearne di nuovi potrebbe aprirci la strada verso soluzioni inaspettate.

2. NON AVER TIMORE DEGLI ERRORI: possiamo concederci di sbagliare percorso se questo serve ad arrivare alla giusta soluzione; ci sono momenti in cui è necessario sbagliare per accorgersi che l’idea giusta era proprio accanto a noi.

3. ABBANDONARE MODELLI, CATEGORIE, ETICHETTE: esplorare il contesto, le possibilità anche più remote, meno evidenti, ci aiuta a decodificare i nostri preconcetti, a liberarci da inquadrature determinate in cui cercare soluzioni. Oltrepassando questo confine si apre un crocevia di nuovi percorsi da percorrere!

4. UTILIZZARE STRUMENTI PRATICI: usiamo come bussola strumenti semplici, come il PMI (E. De Bono); ogni volta che abbiamo un problema possiamo dividere in tre parti un foglio, elencando il Più, il Meno e l’Interessante (punti positivi, negativi ed interessanti) e capire da che parte pende la bilancia... Sembra semplice, ma in genere capita di cercare ragioni per supportare la propria scelta, e non di analizzare la situazione per poi decidere che strada intraprendere…

5. AUMENTARE LE POSSIBILITÀ DI SOLUZIONE INVECE CHE ACCONTENTARSI DI UNA SOLUZIONE MEDIOCRE: alla fine è necessario prendere una decisione, giusta o sbagliata che sia… ricordate l’apologo dell’asino? Un asino che aveva sia fame che sete doveva scegliere tra un secchio d’acqua e il fieno. Ma dopo giorni di indecisione l’asino morì, non riuscendo a decidersi. Se siamo di fronte a due alternative altrettanto valide, cerchiamo di focalizzare l’attenzione sui punti deboli o negativi di ogni opzione, di sperimentarle, ed alla fine di prendere una decisione. In che modo potremmo avere sia acqua che fieno?

domenica 6 marzo 2011

Il coraggio...di Nelson Mandela


"La persona coraggiosa non è chi non ha paura, ma chi conquista le sue paure".
(Nelson Mandela)

venerdì 4 marzo 2011

Martin Luther King


"Sebbene abbiamo imparato a volare nell'aria come uccelli e a nuotare nei mari come pesci, non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli."
(Martin Luther King)

"Il paradosso della nostra epoca..."


"Il paradosso della nostra epoca storica è che abbiamo edifici più alti ma temperamenti più corti, strade più larghe ma punti di vista più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo di meno; compriamo di più, ma gustiamo di meno. Abbiamo case più grandi ma famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo; abbiamo più lauree e poco buon senso. Abbiamo più conoscenze, ma meno criterio; più specialisti, ma ancora più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo troppo incautamente, ridiamo troppo poco, guidiamo in maniera spericolata, ci arrabbiamo troppo, rimaniamo alzati fino a tardi, ci svegliamo troppo stanchi, leggiamo troppo poco, guardiamo troppo la tv e preghiamo raramente.
Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori.
Parliamo troppo, amiamo troppo poco, e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato a condurre un'esistenza, non una vita, abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Abbiamo raggiunto la Luna e ne siamo tornati, ma abbiamo problemi ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non quello interiore. Abbiamo fatto cose più eclatanti, ma non cose migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo conquistato l'atomo, ma non il nostro pregiudizio. Scriviamo di più, ma impariamo di meno. Progettiamo di più, ma completiamo di meno. Abbiamo imparato ad affrettarci, ma non ad aspettare. Costruiamo più computer per contenere più informazioni e produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno."
(Bob Moorehead - Words Aptly Spoken)

tratto da "Mi Merito il Meglio" - Lucia Giovannini

mercoledì 2 marzo 2011

"Per quanto sta in te"


PER QUANTO STA IN TE

E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti
sino a farne una stucchevole estranea.
(Costantino Kavafis)

tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini

Imparare la felicità? «Yes we can»


«Ottenere, mantenere e ritrovare la felicità è in effetti la motivazione segreta degli uomini di tutti i tempi, in tutto ciò che fanno.»

WILLIAM JAMES


Gli studi scientifici sono concordi nell’affermare che le per- sone felici percepiscono il mondo come più sicuro, hanno più fi- ducia in se stesse, prendono decisioni più facilmente, sono più

tolleranti, più soddisfatte, più vitali e più sane. Alcuni studi so- stengono addirittura che le persone felici vivono dai quattro agli undici anni in più. La felicità non solo ci fa sentire meglio, ma ci fa vivere meglio e più a lungo. Viceversa, quando siamo infelici siamo più irritabili, meno flessibili, e tendiamo a creare più pro- blemi a noi stessi e agli altri. La ricerca della felicità non è quin- di, come qualcuno potrebbe pensare, un gesto egoistico. Tutt’altro. È un dono per noi stessi e per il mondo. Un dono che ognu- no di noi merita per diritto di nascita.

Nonostante questo, la psicologia ha sempre avuto la tendenza a focalizzarsi maggiormente sulle emozioni negative. Dal 1887 sono stati scritti 14.889 articoli sulla rabbia, 93.371 sull’ansia, 120.897 sulla depressione. Per ogni 17 articoli su questi temi, soltanto 1 esplorava le emozioni positive. Sono stati infatti scritti solo 1.789 trattati sulla gioia, 6.255 sul senso di soddisfazione e 5.764 sulla felicità.


tratto da "Mi Merito il Meglio" di Lucia Giovannini - www.mimeritoilmeglio.it


La felicità secondo Aristotele


"La felicità è il bene più alto e lo scopo dell'esistenza umana"
(Aristotele)

tratto da "Mi merito il meglio" di Lucia Giovannini