lunedì 26 dicembre 2011

baci...


"Ho scoperto cosa c'è di peggio di un bacio negato quando lo desideri: un bacio ricevuto quando ormai è troppo tardi".
(Fabio Volo - Le prime luci del mattino)

domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale: 7 idee regalo...

7 Idee per Regali di Natale.

“Suggerimenti per i regali di Natale: al tuo nemico, il perdono. Ad un tuo avversario, la tolleranza. Ad un amico, il tuo cuore. Ad un cliente, il servizio. A tutti, la beneficenza. Ad ogni bambino, un buon esempio. A te stesso, il rispetto.”

Oren Arnold

1- Al Tuo Nemico, il Perdono

Se hai dato al tuo nemico la colpa della tua mancanza di successo, rifletti sul perdono. Non perdonare significa rimanere bloccati nel passato. Ognuno merita una seconda possibilità. Dopo tutto, se anche tu avessi commesso un errore o compiuto una azione poco saggia, anche tu vorresti essere perdonato.
Il perdono è un atto di generosità. Ci aiuta a diventare un tutt’uno con il flusso dell’amore divino. È uno stato che si espande, uno stato di abbondanza interiore. Nel momento in cui la vibrazione del tuo essere interiore si trasforma positivamente, attrarrai anche più abbondanza ed amore dall’esterno.

2- Ad un tuo Avversario, la Tolleranza

La tolleranza suggerisce un comportamento permissivo di accettazione che qualcun altro possa avere una opinione diversa dalla tua o che abbia credenze diverse dalle tue. La tolleranza potrebbe venire confusa con la “sopportazione”. Potrebbe voler dire che tolleri qualcosa contro la tua volontà. Io personalmente preferisco la parola “armonia”. Dai a tutti la libertà di essere diverso e dal momento che per te la pace ha valore, fai in modo che l’armonia diventi un fattore importante nella relazione con il tuo avversario. Non lo vedi più come qualcuno che si scontra con te; diventa qualcuno con cui puoi coesistere in armonia.

3- Ad un Amico, il Tuo Cuore

L’amore è il dono che puoi dare ad un amico. E in questo modo apri il tuo cuore. Sei in contatto con la felicità del tuo amico, ed anche con i suoi dolori, con le sue gioie e con i suoi dispiaceri. Lo abbracci completamente, anche se c’è una qualche sua parte che ti irrita. Il tuo amico ti offre opportunità uniche per allinearti con il tuo cuore. L’amore ti mantiene ispirato. Quando sei connesso nel cuore, puoi dipingere, disegnare o scrivere poesie, o cantare, ballare e ridere sotto la pioggia.

4- Ad un Cliente, il Servizio

Quando offri un servizio, stai dicendo che ti importa. Ti importa che il tuo cliente stia ricevendo qualcosa di valore da te. Ti importa che attraverso il tuo servizio il tuo cliente possa essere un pochino più felice. Ti importa che il tuo servizio sia un modo per contribuire alla società e agli altri. E tu offri i tuoi servizi con un sorriso sincero sulle labbra. Sei felice di poter offrire il tuo servizio. Senza considerare che il servizio è ciò che conta quando il tuo cliente deve decidere di comprare.

5- A Tutti, la Beneficenza

Siamo abituati a pensare che fare beneficenza significhi solo donare denaro. Ma può essere fatta anche dalla moneta amorevole che sgorga dal cuore, dalla gentilezza amorevole verso tutti. Perchè non considerare ad esempio di dedicare dei momenti di preghiera per inviare amore a tutti, per questo Natale?
La beneficenza è un atto di benevolenza; è mostrare compassione verso coloro che sono in una brutta situazione; è carità verso una comunità; è dare un contributo per una causa meritevole.

6- Ad ogni Bambino, un Buon Esempio

Forse siamo molto bravi ad insegnare ai nostri figli, con le parole, cosa vuol dire comportarsi bene. Lo facciamo perché abbiamo intenzioni buone. Ci interessa il loro benessere. Potremmo addirittura avere paura che finiscano per essere come noi. Ma la maniera migliore per ispirarli è quella di diventare dei modelli noi per primi. In breve, fai quello che predichi. Quando agiamo così diventiamo congruenti. E, molto importante, i nostri figli non verranno confusi da messaggi diversi. Quindi, dai il buon esempio ed il resto arriverà da solo.

7- A Te Stesso, il Rispetto

il rispetto è una sensazione di profonda considerazione, stima, reverenza ed onore. Per coltivare il rispetto hai bisogno per prima cosa di amarti. Smetti di trattarti come il tuo peggior nemico. Coltiva l’amore per te, da cui nasce il rispetto. Dai a te stesso un valore come essere significativo e degno. Dai valore ai tuoi sogni, alle tue speranze ed alle tue aspirazioni. Quando hai rispetto di te stesso non ti sminuisci.

tratto da: Blessyou


venerdì 16 dicembre 2011

Uno di Famiglia...


Introduco questa mia riflessione con una notizia appresa oggi: ad un mio caro amico hanno rubato, per la seconda volta, un cane jack russell, nel proprio giardino di casa . Conoscendo Alessio ed il rapporto che ha con i suoi cani mi sono sentito particolarmente vicino a lui in questo momento di sofferenza e smarrimento.
A qualcuno queste parole "sofferenza e smarrimento" di fronte alla scomparsa di un "semplice" animale domestico possono far sorridere...ma c'è poco da sorridere...
Quando apri la casa ad un animale domestico, cane, gatto, o qualsiasi altro, decidi di condividere con lui/lei una parte della tua vita. Spesso la convivenza riguarda tutto il nucleo familiare, così il piccolo/a amico/a diventa parte integrante della Famiglia. Con lui/lei si condividono le gioie e le sofferenze che la vita ci sottopone, con lui/lei si condividono le passeggiate e le vacanze passate tutti insieme. Spesso i nostri amici a quattro-zampe (giusto per usare l'esempio del cane) vedono crescere i nostri bimbi o ci vedono invecchiare donando a loro ed a noi un amore incondizionato e disinteressato, un amore vero.
Scrivo queste mie riflessioni pur non avendo mai avuto la fortuna (fin ora) di condividere la mia vita in loro compagnia, scelta dettata anche dai ritmi della vita quotidiana e dall'impegno che da questa scelta deriva.
Mi permetto di paragonare (e spero non si scandalizzi nessuno), e penso che il paragone sia abbastanza calzante, un figlio ad un cane (o qualsiasi altro animale domestico) al quale abbiamo deciso di dedicarci con tutto il nostro amore. Ho letto racconti che narrano di questo amore incondizionato, di episodi di altruismo e sacrificio che difficilmente un altro essere umano è capace, rapporti che spesso si associano a genitori e figli... ma anche qui, in certi casi, purtroppo, sappiamo come va a finire...
Per questo, quando ho sentito la disavventura capitata al mio amico Alessio, da padre mi sono sentito particolarmente vicino a lui. Un cane diviene parte integrante della nostra famiglia e quando manca in questa maniera, frutto di una violenza, crea un sentimento di vuoto e smarrimento sia nel "padrone" che "nel cane" che non trova più il suo punto di riferimento, la persona e la famiglia alla quale ha deciso di dedicare il suo amore e la sua vita.
Per queste ragioni associo "il furto di un animale domestico" a quello "di sequestro di persona", e per le ragioni espresse precedentemente mi piacerebbe che i due reati fossero trattati con la medesima giurisprudenza e quindi i responsabili puniti con le medesime pene. Ma siamo in Italia e sappiamo tutti come viene amministrata la giustizia, dove la certezza della pena è pura utopia per i casi omicidio, stragi del sabato sera, sassi dal cavalcavia, ecc., figurarsi per questi casi archiviati spesso dalle forze dell'ordine come reati di "serie B". Ma per il mio amico Alessio ed altre persone che hanno subito una perdita simile sono "reati di serie A" che hanno la massima precedenza in quanto gli è venuto a mancare "un figlio, un fratello, un amico" che viveva con loro.
Per capire un pò meglio il legame che si crea tra cane e padrone, vi invito a vedere il film "Io & Marley" che io stesso ho visto qualche anno fa e trattato su questo blog. Nel post scritto c'è una bella frase che anche oggi voglio riportare a conclusione di questa mia riflessione...

"Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario? "
John Grogan (
Owen Wilson)

martedì 13 dicembre 2011

Vi presento Joe Black


"Non un'ombra di trasalimento, non un bisbiglio di eccitazione; questo rapporto ha la stessa passione di un rapporto di nibbi reali. Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti, voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio! Voglio che tu abbia una felicità delirante! O almeno non respingerla.
Lo so che ti sembra smielato ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: Buttati a capofitto! Trovati qualcuno che ami alla follia e che ti ami alla stessa maniera!
Come trovarlo? Be', dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente, beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto."

Come è la morte? Come ci si presenta a noi? Queste sono domande a cui tutti vorremmo una risposta. Un'interpretazione a queste domande ce la dà Martin Brest, che ci rappresenta la cosa cui tutti vorremmo incontrare il più tardi possibile, come un'essere di assoluta bellezza ed eleganza. A Brad Pitt affida questo difficoltoso, quanto superinteressante incarico. Pitt, oltre al suo fascino, trasmette al personaggio simbolico della Morte: bellezza, eleganza, sicurezza, suberbia, ma anche timidezza, romanticismo, compassione e pietà.
La morte chiamata Joe Black (il nero forse è una delle uniche cose che spontaneamente attribuiamo alla morte), la cosa più orribile e cattiva, che trascina via e spezza senza distinzioni vite umane; anche nel film la morte prende in prestito il corpo di Brad Pitt ragazzo per poter adempiere alle sue funzioni; in questo film riesce a provare il sentimento più nobile e più prezioso che una persona possa incontrare nella sua vita: l'amore. Amore per la figlia della sua vittima, amore mai conosciuto da un personaggio ritenuto da tutti e da sempre come l'essere più malefico nella vita. Il personaggio evolve sempre più in maniera positiva nel corso del film sino a diventare complice, aiutante, nonchè braccio destro della sua vittima: Anthony Hopkins. Se davvero la morte è così buona, dato che nel finale restituisce, addirittura, il corpo e la vita al giovane Brad Pitt, dal quale l'aveva presa in prestito; forse allora non dovremmo aver così paura di essa.
Trama Bill Parrish (Anthony Hopkins) ha tutto quello che un uomo può desiderare: successo, salute, potere e una bellissima figlia. nel 65° compleanno riceve una visita da uno straniero misterioso, Joe Black(Brad Pitt) che non tarda a rivelare la sua identità: la morte. in cambio di un po’ più di tempo in vita Bill si offre di fargli da guida sulla Terra; ma rimpiangerà la sua scelta quando all’improvviso Joe si innamora di sua figlia?
«Io non sento il tuo cuore! Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente equivale a non vivere... ma devi tentare perché se non hai tentato non hai mai vissuto.» (Bill Parrish)
Amore e MorteQuesti i temi principali trattati dal film. Un binomio sicuramente non felicissimo, ma senza dubbio intrigante e parecchio coinvolgente. La Morte in cerca di Vita, in cerca dei suoi sapori, di gioie, di dolori, e in cerca di una dimensione fatta di limiti e determinazione, insomma una Morte che cerca di afferrare la condizione del "finito". Durante il tragitto in cui capricciosamente pretende di essere guidata da Bill Parrish (uomo che ha tutto quello che un uomo può desiderare), questa bizzarra figura curiosa della vita, si ritrova a scoprire un'esistenza sensibile fatta di valori e dissapori, un'esistenza in cui spesso riesce a vivere un Amore forte, capace di far sognare. Alla fine la vita viene descritta come un'esperienza a cui difficilmente si riesce a rinunciare. Si tratta senza dubbio di un tema delicato affrontato con arte dove gli spunti sono moltissimi.
E' un film che emoziona e che riesce a far sorridere per le buffe e inusuali scene interpretare da un malinconico e taciturno Bradd Pitt che in questa pellicola ha sicuramente dimostrato di saper trasmettere anche attraverso silenzi che, accompagnati da primi piani carichi di emozione, donano al film un'atmosfera senza dubbio unica. Un'atmosfera in cui è totalmente immerso il saggio Bill Parrish in uno splendido Anthony Hopkins che resta comunque la colonna portante del film. Ottima la colonna sonora.

lunedì 12 dicembre 2011

"Il gioco delle nuvole" di Pietro Calabrese


Quando ho trovato questo libro, "Il gioco delle nuvole", in libreria mi sono a dir poco stupito ed incuriosito, in quanto cosciente del fatto che l'autore era scomparso lo scorso anno e che ci aveva lasciato quale suo "testamento", oltre ai numerosi articoli, il suo libro "L'albero dei mille anni". Andando a leggere la seconda di copertina, come mia abitudine, scopro che Giuseppe Di Piazza, ex collega ed amico di Pietro Calabrese, ha raccolto i pensieri e le riflessioni di Calabrese pubblicati nei vari editoriali di questi ultimi anni. I capitoli, catalogati per argomenti e presentati al lettore in rigoroso ordine alfabetico offrono un sunto dell'Italia di questi ultimi anni, di un'Italia che per certi aspetti non c'è più...
Il libro inizia con la lettera "A di Amore" con un "Inno all'amore vero", bellissimo, che merita uno spazio dedicato in un prossimo post; segue la "B di Bellezza", la "C di Crisi" e via via tutti gli argomenti. Argomenti di carattere storico, riflessioni su episodi di giornalismo, ecc.
Nel libro c'è una sezione particolare dedicata "all'amico Gino" ed alla sua "avventura con la malattia", già trattati nel libro "L'albero dei mille anni"; una sezione che mette a nudo questo terribile male che una volta si aveva paura anche a nominare. Oggi fortunatamente le cose sono cambiate e se ne può parlare liberamente senza "sentirsi in colpa", sempre più persone colpite da questo male ci fanno partecipi della loro "lotta" perchè solo combattendolo si può avere qualche possibilità di sconfiggerlo. Sapere della guarigione di qualcuno equivale ad un'iniezione di positività, ottimismo, fiducia.
Amante degli animali, Pietro Calabrese e Giuseppe Di Piazza, dedicano una sezione ai "dialoghi tra Pippo e Tuna tradotti in umanese" i quali però devo dire non mi hanno entusiasmato più di tanto.
Resta però nel cuore il Valore di un Grande Libro e di un Grande Uomo che ho avuto la fortuna di "conoscere" solo dopo la sua scomparsa. Un libro che mi ha offerto (e spero vi offra) tanti spunti di riflessione, tanti argomenti trattati che comunque conoscevo li ho riletti con un altro punto di vista. Un libro che, mentre lo leggevo, mi ha fatto correre con l'immaginazione nei luoghi dove si svolgevano i fatti, la stessa immaginazione che usavo anch'io da bambino quando, sdraiandomi a terra ad osservare il cielo, giocavo al "gioco delle nuvole".

Se non avete mai giocato con la forma delle nuvole, vi siete persi un mondo di delizie. Parlo di quando siete diventati adulti, no di quando eravate bambini.

Per tutta la vita Pietro Calabrese ha fatto il gioco delle nuvole. Un momento di divertimento puro e fine a se stesso, ma anche di riflessione alta, libera dai condizionamenti della quotidianità. Cercare di indovinare a quale oggetto, persona o animale assomigli una nube in cielo è un trampolino che lancia il pensiero su traiettorie audaci e inesplorate. Insieme è un esercizio della mente che si abbandona così a ragionare di tutto: di vita, bellezza, equità, umanità (e dei loro opposti), solo per citare una manciata di spunti possibili. Questo volume, arricchito da un prezioso brano inedito, raccoglie pagine straordinarie che Pietro Calabrese, maestro del giornalismo italiano recentemente scomparso, ha scritto negli ultimi anni della sua vita. Sono disgressioni della mente in ogni ambito dell'esistenza - dalla A di Amore alla Z di Zoo, passando per la G di Giustizia, la L di Libri, la P di Politica, la S di Spiritualità... - che ci spingono a ripensare, approfondire, meditare, magari ribaltando le nostre convinzioni. Come lasciandoci andare a un sognante gioco delle nuvole che, però, può poi offrirci una visione più lucida su ciò che ci circonda. Dopo che "L'Albero dei mille anni", il libro in cui Calabrese ha raccontato il periodo della sua malattia, ha commosso e affascinato decine di migliaia di lettori, questo secondo volume postumo regala ancora i suoi sguardi e le sue intuizioni sul mondo in cui viviamo e su noi uomini".

domenica 11 dicembre 2011

Potenziale - SJ


"Il mio compito non è usare il guanto di velluto con le persone. Il mio compito è farle migliorare".
(Steve Jobs - feb 2008)

venerdì 9 dicembre 2011

La bella vita


"...La bella vita quella che auguro ai miei amici, a chi si perde tra mille incroci, a chi la augura pure a me..."

La bella vita - Lorenzo Jovanotti

mercoledì 7 dicembre 2011

Mario Monti e Pietro Calabrese


Mario Monti e Pietro Calabrese, due nomi che sintetizzano in pieno le mie riflessioni di questo ultimo periodo. Il primo, attuale Primo Ministro è visto come colui a cui è affidato il compito di "provare" a risollevare il nostro Paese, il secondo anche se non attualmente presente fisicamente perchè scomparso qualche anno fa, è comunque protagonista in quanto qualche mese fa è stato pubblicato un libro "Il gioco delle nuvole" nel quale sono riportate le più belle e significative riflessioni fatte da un "maestro del giornalismo" ed al quale mi sono ispirato per scrivere questa mia piccola riflessione sul tempo che stiamo vivendo.

Mario Monti è il "tecnico" chiamato a risollevare le sorti della nostra Nazione, Nazione che da poche settimane (o almeno è quello che ci fanno credere) è a rischio fallimento. Parole come spread, regressione, recessione, ecc non erano mai state menzionate dai mass media prima, forse troppo impegnati a raccontarci le "marachelle" di B. e della sua cricca. Ma queste storielle fanno parte del passato e noi dobbiamo agire nel presente per poter guardare al futuro...

Il presente si chiama "Mario Monti" ed è tenuto ad attuare dei piani antipopolari (non attuati dai governi precedenti troppo occupati a mantenere buoni gli elettori, politici concentrati più sui sondaggi di popolarità che sulle reali problematiche) per risanare il nostro bilancio impoverito da decenni di sperperi e cattive gestioni basate sul favoritismo agli "amici degli amici". Ritengo che sia l'unico in grado di attuare le riforme tanto attese e sperate per il nostro Paese (se vuole) in quanto essendo "tecnico" e quindi in teoria lontano dalle lotte di potere per accaparrarsi poltrone ed incarichi politici, animato come abbiamo visto da un grande Amor di Patria, appoggiato da un Presidente della Repubblica, risvegliato dopo un lungo letargo, che sicuramente gli farà mettere avanti il bene della Nazione, della Sua e Nostra Nazione.
Sono assolutamente favorevole ai "sacrifici ulteriori" che ci vengono richiesti (sia chiaro a nessuno ed anche a me fa piacere pagare più tasse del dovuto) ma non bastano, occorre altro ed ora provo a sintetizzarlo:
- come riporterò di seguito, aiutandomi con le parole di Pietro Calabrese, i costi della politica sono ancora altissimi ed abbiamo un organico di parlamentari e senatori (1000 persone circa ) che vengono stipendiate profumatamente e godono di benefit e vitalizi che ingolfano il nostro bilancio; basterebbe intanto dimezzare l'organico ed è quello che chiede il Paese a gran voce ma chi dovrebbe ascoltare non ascolta perchè troppo impegnato a "tenere il culo sulla poltrona" (perdonate il francesismo)
- serve una lotta dura all'evasione fiscale/contributiva, trasformando i reati di evasione fiscale e fallimento fraudolento da reato amministrativo a reato penale (come avviene in altri Paesi come gli Stati Uniti) istituendo ed attuando la "certezza della pena" eliminando così condoni ed indulti vari;
- riportare in Italia il sistema produttivo, oggi quasi totalmente sparito e traslocato nei paesi asiatici o del nord africa dove la manodopera costa meno e dove ha meno diritti. Oggi in Italia manca il sistema produttivo ed il suo indotto che hanno contribuito in maniera determinante al boom economico italiano del dopoguerra, creando ricchezza interna da riversare soprattutto agli operai delle fabbriche; oggi pretendiamo di vendere questi prodotti a persone che non hanno un lavoro, che vivono nella precarietà o che semplicemente non arrivano (arriviamo) a fine mese.
- tagli sui costi della Pubblica Amministrazione, troppe persone imboscate senza far nulla, troppi incarichi fantasma retribuiti a peso d'oro. Non voglio dire che queste persone debbano essere licenziate ma dirottate su impieghi più produttivi. Anch'io nel mio piccolo lavoro nella gestione dei costi del personale e spesso si parla di razionalizzazione dei costi ed ottimizzazione delle risorse umane.

Oggi ci vengono richiesti/imposti dei sacrifici e noi italiani non ci tireremo indietro (anche perchè non possiamo) ma lo faremo con spirito costruttivo per noi, i nostri figli e la nostra Nazione se vediamo attuare nel concreto quanto esposto, tagliare le erbacce del passato per seminare il terreno del futuro; superare la guerra (come era stato durante la seconda guerra mondiale) per essere gli artefici di un nuovo boom economico...

Vi lascio alla lettura di questo brano intitolato "Dimezziamo il privilegio" scritto da Pietro Calabrese (pensate il 4 giugno 2009 ed attualissimo più che mai, segno che in questi anni di buoni propositi politici nulla è cambiato) e raccolto nel libro "Il gioco delle nuvole" da Giuseppe Di Piazza.

"DIMEZZIAMO IL PRIVILEGIO" - Credo esistano poche cose sulle quali gli italiani sono totalmente d'accordo come quella sull'abolizione di metà (e oltre) degli attuali parlamentari. Forse solo l'abolizione delle tasse riscuoterebbe un consenso ancora maggiore, ma la Costituzione non la permette. Ridurre gli eletti in Parlamento, invece sì. Attualmente sono quasi mille fra Camera e Senato, un numero sproporzionatamente alto per un Paese come l'Italia. Non so se Berlusconi si deciderà a fare sul serio il referendum che ha minacciato la settimana scorsa, ma se lo facesse troverebbe un consenso superiore all'ottanta percento. Detto questo bisognerebbe chiedersi perchè un incarico di prestigio come quello di rappresentare i cittadini nelle Camere dove si studiano, si preparano e si approvano le leggi che cambiano la nostra vita, sia degradato fino al punto attuale. Ho cominciato la mia carriera professionale lavorando come borsista alla Camera dei deputati. Era il 1969 e l'ingresso a Montecitorio fu emozionante. Incutevano rispetto i commessi, avevano un'aria professorale e saggia i funzionari, si passeggiava nei corridoi in silenzio in mezzo a tutta quella boiserie, dando appena una sbirciata ai busti degli statisti che si susseguivano l'un l'altro addossati alle pareti e agli arazzi. Si incontravano personaggi mitici: La Malfa, Pertini, Moro, Fanfani, Andreotti, Ingrao, Macaluso, Berlinguer, e nessuno di loro era mai scostante o sgarbato, o troppo indaffarato da non avere un minuto per te. C'erano un rispetto e un'educazione che si respiravano nell'aria prima ancora di verificarli negli atteggiamenti e nei rapporti di tutti i giorni.
Oggi è completamente diverso. Il senso di sbracamento dei parlamentari è visibile a occhio nudo, già nei loro atteggiamenti. Li accompagna quasi sempre un 'aria (fastidiosa) di superiorità. Sono (non tutti, certo) maleducati, trasandati, sudati e smodatamente inutili. Sono cialtroneschi negli atteggiamenti, furbetti nei comportamenti, prevaricatori nei rapporti con gli altri. E soprattutto sono tanti: ma davvero abbiamo bisogno di mille di questi signori, ai quali permettiamo un sacco di lussi pagati da noi cittadini? Volete un elenco? Oltre allo stipendio per loro, a quello per il portaborse, al rimborso spese per l'affitto e all'indennità di carica, ecco tutte le altre cose che ricevono gratis (gratis nel senso che paghiamo noi) per il solo fatto di essere parlamentari: telefono cellulare, tessera del cinema e del teatro, tessere per l'autobus e la metropolitana, francobolli, viaggi aerei nazionali, circolazione su autostrade, treni aerei di Stato (per quelli che ne hanno diritto). E lasciamo perdere i ristoranti interni di Camera e Senato dove si mangia per cifre ridicole.
Se invece di mille diventassero quattrocento non si farebbe un soldo di danno. E se si differenziassero le funzioni di Camera e Senato sarebbe ancora meglio. Tutti (lor signori parlamentari) dicono a parole di essere d'accordo. Disegni di legge, tanti, ma nessuno finora si è mosso. Se poi si volesse far accadere un miracolo, allora bisognerebbe smetterla con la vergogna di far scegliere gli eletti dalle segreterie dei partiti, paracadutando in Parlamento illustri sconosciuti, amici del principe, segretarie dell'ex, esperti nell'arte dell'adulazione e della cortigianeria, quando non peggio". (4 giugno 2009)