giovedì 21 agosto 2014

"La vita è un viaggio" di Beppe Severgnini

"La vita è un viaggio". Quante volte ci siamo sentiti dire questa frase, quante volte siamo stati noi a pronunciarla.
"La vita è un viaggio" è il titolo del libro di Beppe Severgnini, un libro che da speranza per il futuro, ma che offre lo spunto per molte riflessioni.
Un libro dedicato prevalentemente ai "ventenni" di oggi (2014) ma che è molto utile anche a chi come me di anni ne ha "quaranta".
Viviamo in un periodo storico non definito, instabile diverso da quello dei nostri genitori di qualche decennio fa, dove si intraprendeva un percorso di studi ben preciso, successivamente al diploma (bastava anche solo quello) o alla laurea si trovava, in tempi rapidi un'occupazione stabile fino alla pensione in linea con gli studi fatti…
Oggi è un po' diverso, occorre capacità di adattamento e grande propensione al cambiamento sia professionale che geografico.
A tal proposito mi ha molto colpito il "capitolo 14 - Resilienza" che viene definita (tra le tante definizioni) come "la capacità di affrontare le avversità, di superarle e rimanere se stessi".
Parola d'ordine è quindi "cambiamento", che viene inteso anche come innovazione e ribellione come viene citato nel "capitolo 9": "L'umanità cambia per ribellioni e incomprensioni. Se i figli facessero tutto quello che vogliono i genitori, il mondo sarebbe indietro di secoli (nonché estremamente noioso)".
Nel libro vengono proposti venti vocaboli (specifici) esposti in rigoroso ordine alfabetico: atlante, brevità, empatia, incoraggiamento, insegnamento, inseguimento,irregolarità, ispirazione, paternità, paura, personalità, politica, precisione, resilienza, rinuncia, rispetto, semplicità, sensualità, servizio, sipario.

Un libro che fa riflettere, ma che riflette un'Italia passata e presente, ma che offre grandi speranze per un'Italia futura… Buona lettura.

"LA VITA E' UN VIAGGIO" - La vita è un viaggio e gli italiani viaggiano soli. Com'è difficile trovare chi ci guidi, chi ci accompagni, chi ci incoraggi. Siamo una nazione al valico: dobbiamo decidere se dirigerci verso la normalità europea o tornare indietro. Siamo un paese incerto tra immobilità e fuga. Fuga all'estero, fughe tra egoismi e piccole ossessioni che profumano di anestetico (ossessioni tecnologiche, gastronomiche, sportive, sessuali). "la vita è un viaggio" non vuole indicare una meta. Prova invece a fornire qualche consiglio per la traversata. Suggerimenti individuali, non considerazioni generali (o, peggio, generiche). La destinazione la decide chi viaggia. Ma una guida, come sappiamo, è utile. Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti come i chilogrammi di bagaglio consentiti in aereo (classe economica). Venti vocabolo per orientarci. Parleremo di incoraggiamento, insegnamento, ispirazione. Parleremo di brevità e precisione, qualità indispensabili in questi tempi affollati. Parleremo dell'importanza di trovare persone di riferimento. Parleremo della gioia d'impegnarsi con gli altri e, magari, per gli altri. Parleremo della saggezza di scoprire soddisfazione nelle cose semplici. Parleremo di scelte, atteggiamenti, comportamenti, insidie da evitare e consolazioni a portata di mano. "La vita è un viaggio" è dedicato " a tutte le ragazze e i ragazzi italiani, tra i dieci e cent'anni".

BEPPE SEVERGNINI - (Crema, 1956) è editorialista del "Corriere della Sera" e contributing opinion writer per "The New York Times". Ha scritto a lungo per "The Economist". Tutti i suoi libri sono bestseller, da Inglesi (1990) a Italiani di domani (2012) La testa degli italiani (2005) è tradotto in 15 lingue.

sabato 16 agosto 2014

Grandi speranze


Pensieri estivi di un italiano a Londra

"Pensieri estivi di un italiano a Londra" di Fernando Silvi (1)

Muoversi in una citta’ come Londra, nelle prime ore del giorno e’ strano, interessante, annikilente, eccitante e non so quali altri aggettivi potrei enunciare. Si entra in contatto con migliaia di persone, di destini diversi, con decine di culture ed etnie che provengono da tutto il mondo. Viaggio ogni giorno per circa un’ora e venti nel sottosuolo di Londra, da piu’ di un mese e mezzo, ed in tutto questo tempo non ho mai incrociato le stesse persone per due volte. All’interno delle carrozze della metro difficilmente qualcuno non indossa le cuffiette ed ascolta musica ad altissimo volume, tutti guardano le proprie gambe o leggono il giornale, il loro ebook o guardano il proprio fil sul tablet, ma nessuno, ripeto, nessuno alza gli occhi e si guarda in giro, e chi lo fa sembra aver paura ad incrociare gli sguardi degli altri. Tutti corrono, si muovono ad una velocita’ che ormai e’ diventata “normale”, per tutti, ed in questa velocita’, camminare con la calma che normalmente ho quando passeggio con gli amici, e’ estremamente rilassante per me, mi fa sentire fortunato. Sembra di essere invisibile, probabilmente per I piu’ lo sono (tranne quelli che intralcio nella loro corsa quotidiana), ma sembra come di assistere ad un film, di essere la telecamera, poi arrivi alla stazione della metropolitana di Canary Wharf. Canary Wharf e’ forse la stazione della Tube piu’ grande, sembra un formicaio visto dall’interno, dove tutte le formiche operaie cercano di uscire per compiere il loro dovere, agevolate dalle diverse, lunghe, scale mobile, che ti sputano in una piazza al centro della nuova City finanziaria di Londra. Ed anche li’ tutti si muovono in direzioni diverse ma tutti con lo stesso passo veloce, rapido, tra un “excuse me” ed un “sorry” biascicato per chiedere strada e per guadagnare un millisecondo sul proprio ruolino di Marcia, senza apprezzare quello che hanno intorno, un piacevole scorcio sui canali laterali del Tamigi, sulle quali rive hanno costruito tutti I grattacieli nei quali e’ stata sposato il centro decisionale della finanza Londinese. E’ una bella zona, ma nessuno di quelli che ogni mattina ci “scorrazzano” dentro apprezza. E vedere il sole tra le nuvole mi ha dato un senso di ristoro e tranquillita’.
Mi sento fortunato, come ho gia’ detto, perche’ sono ancora capace di apprezzare queste piccole ma piacevoli cose che danno alla giornata un “colore” diverso, e questo lo devo essenzialmente al mio background, alle mie origini che si fanno sentire ancora piu’ forti in queste occasioni.
Sono felice, e’ un ferragosto diverso, senza le persone care vicine, ma con la consapevolezza di avere la fortuna di averle e di essere quello che sono anche grazie a loro.
Buon Ferragosto a tutti… (Fernando Silvi) - 15/08/2014

giovedì 14 agosto 2014

Fanad Head Lighthouse, Donegal, Ireland – by Pawel Karecki


Snug Harbor, Grand Haven, MI, Stati Uniti d’America – credit @ unknown


Roker lighthouse 34 Sunderland UK – by John Kirkwood


Phare Du Four, Bretagne – by Jean Guichard


Faro del Castillo del Moro a L’Havana, Cuba


Faro di Galle, Sri Lanka


Faro di Palau, Sardegna, Italia


Faro de Los Eclaireurs, lungo il canale Beagle, Patagonia


Faro di Itapuà, a Salvador de Bahia


Faro di Ortona (Chieti) - Italia


Successo ed Insuccesso


mercoledì 13 agosto 2014

R.I.P. Robin Williams

Grazie le emozioni che ci hai fatto vivere attraverso i tuoi personaggi …



L'attimo fuggente: Capitano oh mio capitano...



Patch Adams: discorso agli studenti


L'uomo bicentenario


L'uomo dell'anno: un comico alla casa bianca


Genio Ribelle


lunedì 4 agosto 2014

"Dieci giorni" di Maura Chiulli

"Cosa c'entro io con un libro del genere?". Questa è la domanda che mi sono posto mentre leggevo le prime pagine di "Dieci giorni" il romanzo di Maura Chiulli.
"Cosa c'entro io con queste storie?" In realtà nulla, sono storie inventate, come tante che si leggono nei libri di narrativa. Allora perché le sento così vere?… Forse perché rispecchiano la verità. Una verità sommersa, fatta di violenze e discriminazioni. Verità e realtà che alcune volte conosciamo, altre le sentiamo raccontare, altre ancora preferiamo non ascoltare e vedere… "Storie diverse, di personaggi che, anche se talvolta tentano, non ce la fanno, non agguantano la verità".
Rivedo in queste storie (finte) molto di storie di amici che hanno vissuto situazioni simili a quelle dei protagonisti. Amici che vivendo in piccoli paesi hanno avuto difficoltà ad esprimere la propria sessualità perché derisi e discriminati anche dalle proprie famiglie, e che solo in età universitaria si sono trasferiti in grandi città dove è più facile "rinascere"... Storie simili a quelle di Lulù (Luciano).
Devo dire la verità, mi hanno colpito le descrizioni in alcuni passaggi del libro: descrizioni di abusi e violenza, descritti con un linguaggio forte, duro, a tratti anche un po' volgare. 
Mi sono chiesto: "E' necessario usare tanta volgarità e durezza?". 
Forse si, perché alcune "verità" alcune forme di violenza sono difficili da raccontare, fanno venire la "nausea" (come è successo a me); ma è così che arrivano dirette a colpire la bocca dello stomaco… per lasciarci senza fiato…
Un libro che lascia "l'amaro in bocca". Amara come la vita vissuta dai protagonisti di queste storie. Un libro che anche se a tratti "amaro" vale il tempo di essere letto e meditato. Buona lettura... 



DIECI GIORNI (ed Hacca) - Sono i corpi i protagonisti di questo romanzo che si apre e si chiude nel tempo di dieci giorni. Sono i corpi a raccontare i carnefici e le vittime, e a mostrarci - per quanto annullati e camuffati - che le colpe, certe colpe, non si possono cancellare. Il corpo di Lulù è un errore, una distrazione che nasconde tra le gambe. Quello di Sergio un reato, che lo costringe in un buco per anni, prima di essere ributtato fuori, "più confuso e più solo, dunque più pericoloso". Il corpo di Gina, appena coperto da fasce di latex, il riscatto. Dieci giorni sono lo spazio in cui tutto si compie, ancora una volta. Per chi è vittima non esiste salvezza, sembra raccontarci Maura Chiulli in questo romanzo dal ritmo serrato, dalla verità oscena. Perché la violenza ammala e il sesso non fa che replicare la prevaricazione. Se l'amore c'è, nessuno sembra riconoscerlo e in grado di accoglierlo. Eppure esiste ancora uno spazio dove conservare - al riparo dal contagio - i ricordi più belli e la speranza. Accedervi richiede un sacrificio, il più atroce di tutti. Il ricordo tratteggia i confini imprecisi, che separano gli uomini dalla morte. E la vita si nasconde, dietro le ombre grosse dei tormenti bambini. Per l'amore c'è uno spazio piccolissimo, indifeso, nascosto. La chiave resta la verità, ma le parole per raccontarla sembrano sfuggire a ogni pagina. resta Tommaso, un uomo in fuga da se stesso. Il suo corpo cede e si riempie, per svuotarsi, ancora, nella tomba del silenzio.

"Meschino, l'amore mi avrebbe convinto ad abbandonare la solitudine per una carezza"


MAURA CHIULLI - nasce a Pescara il 1/11/1981. A 18 anni si trasferisce a Roma dove si laurea in Economia Aziendale, mentre lavora al suo primo romanzo. L'economia politica è il suo ponte con la realtà. I numeri sono l'ordine necessario nel suo mondo di parole. esordisce con il romanzo "Piacere Maria", cui seguiranno "Maledetti froci e maledette lesbiche" e "Out, la discriminazione degli omosessuali". Scrittrice e performer a poco più di 20 anni inizia ad interessarsi alla body art di Gina Pane e alla performance art di Marina Abramovic, ma l'incontro migliore della sua vita è con il fuoco. ardere la strada, l'aria, la pelle per bruciare i confini e portare via, questo fa una mangiafuoco. le cicatrici sulle braccia e sui polsi sono solo la strada attraversata per sgorgare, per venire al mondo ancora.