sabato 4 febbraio 2012

L'inglese: la lingua del passato


"L'inglese: la lingua del passato!". Tranquilli non sono impazzito, almeno per il momento, voglio solo condividere con voi una riflessione che vado facendo da un pò di tempo e che negli ultimi giorni ho approfondito...
Negli anni settanta ed ottanta (senza andare troppo indietro nel tempo) si parlava della lingua inglese come la "lingua del futuro", utile soprattutto nel mondo lavorativo dove l'economia stava diventando sempre più globale (a dir la verità nel secolo scorso si stava manifestando l'esigenza di coniare una lingua "universale", e fu così che venne creato l'ESPERANTO, lingua che però non ha mai preso piede, a favore della più commerciale lingua inglese). Negli anni novanta e duemila la globalizzazione economica e culturale si è sempre più diffusa e con essa la necessità di trovare un linguaggio comune che potesse unire le popolazioni mondiali; perciò oggi, nel 2012 mi sento di definire l'inglese "la lingua del passato" perchè chi come me ha ancora difficoltà con questa lingua, deve adeguarsi ad un mondo "non che cambia" ma che "è già cambiato" ed io/noi siamo stati fermi a vedere questo cambiamento...ma per fortuna non è mai troppo tardi...
A chi mi conosce abbastanza bene, ho confidato più volte che il mio più grande "handicap" (che mi ha precluso alcune importanti avventure professionali interessanti) dal punto di vista formativo/professionale non è stato tanto il non terminare gli studi universitari, ma il fatto di non avere una fluidità linguistica, soprattutto nella lingua inglese. Ecco perchè quando mi trovo, per lavoro o nella vita, a parlare soprattutto con i giovani, consiglio loro di vivere e studiare un periodo di almeno un anno all'estero per studiare e/o migliorare il proprio livello di inglese, e magari trovare un lavoro che li aiuti a migliorare la pronuncia. (Vado forte nel consigliare gli altri...)
Nell'ottobre del 2011 sulla rivista "Millionaire" è stato pubblicato un articolo molto interessante, che evidenzia, purtroppo, che il mio "handicap" non è solo mio (non è che la cosa mi rincuori). Oggi il 50% dei dipendenti utilizza ogni giorno l'inglese nel mondo sul posto di lavoro; solo il 3% degli italiani guarda film in lingua originale o legge giornali stranieri; e si calcola che entro 10 anni circa 3 miliardi di persone parleranno inglese. "Non è mai troppo tardi per imparare l'inglese!", è quello che mi sono detto e che ho anche letto, l'importante è farsi seguire, avere buona volontà e determinazione (che non è poco!).
Qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Monti, è stato duramente criticato, soprattutto nel modo dei socialnetwork, per una frase poco felice (o interpretata male) nella quale si invitavano i giovani a non accontentarsi del posto fisso ma di essere continuamente curiosi. Personalmente, l'ho trovato un ottimo consiglio: in un mondo in continua evoluzione dove le professioni e competenze fino ad oggi valide potranno non esserlo più in meno di un decennio occorre una certa flessibilità professionale e culturale, avere la capacità di rivendersi anche in altre professioni magari nuove in un contesto di mercato del lavoro globale e flessibile; ed ecco perchè, ancor di più, è necessario conoscere e migliorare il proprio livello di inglese.
Proprio ieri sera, in una visione casuale della tv e dello spettacolo "Zelig" mi ha colpito molto il comico John Peter Sloan, dove ritiene che il principale ostacolo di noi italiani nell'apprendimento della lingua inglese sia nel nostro "blocco mentale" cioè nella "paura di fare gaffe"; il comico però, giustamente, ci ricorda che le vere gaffe sono altre e che bisogna approcciare lo studio di una nuova lingua con semplicità, curiosità, umiltà e felicità. "La formula magica per imparare una lingua è non prenderla come un obbligo, ma un divertimento". Atteggiamenti che approvo in pieno!
Su internet vi sono tantissime offerte formative che vanno incontro alle esigenze più disparate, ma ritengo che ognuno debba cercare l'offerta a lui più adatta in base al proprio "rigore formativo" ovvero alla capacità di autodisciplinarsi... e si sa che noi adulti più cresciamo più diventiamo indisciplinati ed amanti della nostra opinione...
Che dire ancora: Let's go!

2 commenti:

Sara Cadarn ha detto...

Lingua del passato ma non morta...la mia carriera di studentessa di inglese risale all'ultimo anno di scuola materna e l'ho sempre trovata molto interessante.. Ma ad un certo punto cambia tutto. L'inglese basilare si basa sulle nozioni di grammatica e punta alla massima assimilazione di idiomi e modi di dire ma tutto questo arrivati alle superiori si interrompe.. Personalmente dal primo anno del liceo ho iniziato subito con la letteratura e non era per niente uguale a quello che già sapevo, l'inglese letterario è molto più semplice e in qualche modo "orecchiabile" mentre la lingua parlata è intrisa di dialetti idiomi e dallo "slang", raccolgo e condivido comunque il tuo consiglio.. Bisogna imparare l'inglese e poi sforzarsi di darsi occasioni per usarlo!! Grande Dante!

Anonimo ha detto...

complimenti, come sempre sono d'accordo con te.
Ti consiglio www.livestation.com
tutte i tg più importanti del mondo in tutte le lingue.
Un ottimo inizio
A presto
marino