Nel 2011 abbiamo celebrato nel nostro Paese il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Una celebrazione durata un intero anno: alcuni ne hanno scritto e parlato, qualcuno ha letto questi scritti, da pochi è stata sentita... Il paradosso è che ci sentiamo "Italiani" solo in occasioni come i mondiali di calcio o avvenimenti sportivi in genere, ma non lo siamo nel nostro quotidiano: il nord che discrimina il sud, il sud che non vuole avere a che fare con il nord ma deve accettare il fatto che lì c'è (purtroppo) il cuore produttivo dell'Italia, le isole che non si sentono parte del territorio Italiano, ed alcune regioni del nord a statuto speciale (che vorrà dire poi...) che vogliono essere indipendenti. Campanilismi e spaccature interne che esistono da sempre, come vedremo appunto nel volume qui di seguito, Un'Unità nazionale voluta da pochi Signori piemontesi e non dal popolo.
In questi giorni sto terminando la lettura del libro "La Patria, bene o male" che mi è stato regalato da una collega lo scorso Natale, un libro che forse non avrei comprato che sono stato contento di aver letto ed oggi di consigliarvelo al fine di conoscere meglio la nostra storia narrata con una chiave di lettura singolare, cioè dando voce/spazio a chi magari dalla "Storia" è stato ignorato...Mentre vi scrivo rileggo il libro per cercare di riportare qualche passaggio saliente, ma non so scegliere...non voglio far torto a nessuno perchè tutti meritano di essere citati: tutte le storie meritano di essere lette e rivissute perchè sono parte integrante della nostra storia e della nostra cultura.
La storia di questi 150 anni si divide in due parti: quella del parlamento e degli inciuci della politica (destra e sinistra indifferentemente), come si vede negli anni non è cambiato nulla; e quella della gente comune di tante piccole storie, persone, che con la loro vita e le loro opere hanno saputo unire la nazione; nel libro vi sono tante storie anche poco conosciute, e per questo ancor di più apprezzate, che dipingono un'Italia normale, sobria ma appunto per questo di Valore. Che dire ancora: Buona lettura e VIVA L'ITALIA UNITA!!!
"LA PATRIA, BENE O MALE di C.Fruttero e M.Gramellini) - Un viaggio lungo centocinquant'anni, tanti come quelli dell'Italia, attraverso centocinquanta date, saltando di decennio in decennio sulla scia di alcuni avvenimenti, non sempre quelli più noti e decisivi, spesso quelli più curiosi e meno discussi, con un unico obiettivo: tratteggiare il carattere di una nazione, che è andata costruendosi, non senza difficoltà e controversie, con quella dose di vittimismo che ormai ci appartiene di diritto, guidata da uomini forti e mezze cartucce, una nazione che in fin dei conti ha saputo emergere e ritagliarsi un posto in Europa e nel mondo. Con lo stile dello scrittore e quello del giornalista, Carlo Fruttero e Massimo Gramellini compilano unmemorandum sui fatti a loro avviso più significativi, includendo quelli obbligatori come la breccia di Porta Pia, la marcia su Roma o il rapimento Moro, escludendone altri,
comprendendo fatti di cronaca nera e di cronacarosa, citando Pavarotti e non la Callas, Casalegno e non Tobagi, il Vajont e non il Polesine e così via. Attraverso la lettura di documenti al fine di inquadrare in maniera precisa ciascun fatto, Gramellini e Fruttero hanno compilato un breviario della storia d'Italia, partendo molto spesso, come nel caso del rivoluzionarioBakunin o del predicatore DavideLazzaretti, da particolari vividi e capaci di imprimersi nella memoria con il fine ultimo di dare un'"infarinatura di storia d'Italia" al lettore, senza il taglio grigio, noioso e scolastico di un libro di storia, di cui abbiamo le librerie piene. Un'infarinatura di storia per far ritornare in mente episodi studiati sui banchi di scuola, far conoscere avvenimenti ignoti, mettere ordine tra i cassetti della memoria. L'impressione finale dei due autori è quella di una Patria "difficile", "più volte sull'orlo del baratro, più volte nel baratro precipitata, con continue riprese anche stupefacenti, anche ammirevoli", con punte di orgoglio e punte di vergogna, un Paese "fastidioso, quasi sempre dilaniato da emotività contrapposte e che potrebbe fare molto di più". La nostra Italia, in fondo, nel bene e nel male.
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