venerdì 21 novembre 2014

TED conference

ISPIRAZIONE. Ecco cosa abbiamo bisogno oggi nella nostra vita. Da cosa possiamo essere ispirati? Sicuramente per quanto mi riguarda dall'esperienza e dalle storie di altre persone.

Qualche anno fa sono venuto a conoscenza di "TED conference" e ne sono rimasto "piacevolmente folgorato", mi si è aperto un "mondo di contaminazioni" su più fronti e su molteplici argomenti. A distanza di diversi anni però, parlando con altre persone mi sono reso conto che pochissime lo conoscono. Allora mi sono chiesto: "Perché?…"
Allora ho deciso di farvelo conoscere. Continuerò ad aggiornarvi attraverso questo blog e la pagina FB… seguitemi...

Cos'è TED?
per rispondere a questa domanda ricorro a "wikipedia"
"TED (Technology Entertainment Design) è una conferenza che si tiene ogni anno a Monterey, California e, recentemente, ogni due anni in altre città del mondo.
La sua missione è riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee che val la pena siano diffuse). Le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che comprendono scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altro. I relatori stessi provengono da molte comunità e discipline diverse[2][3], tra cui l'ex presidente degli USA Bill Clinton[4], il Premio Nobel James Dewey Watson[5], il produttore televisivo e attivista politico Norman Lear, il fisico Murray Gell-Mann[6], il co-fondatore di Wikipedia Jimmy Wales[7] e i co-fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page[8]. Al TED Conference si è aggiunto il TED Global, che si svolge in varie località. Ancora, esistono i TEDx, eventi organizzati in modo autonomo ma basati sulla filosofia TED, e nel pieno rispetto delle linee guida TED: in Italia meritano una speciale menzione TEDxTrento e TEDxPadova. (PS: mentre scrivevo questo post non conoscevo gli esempi italiani. Bene, sono andato a documentarmi sui loro siti e pagine FB ed ho scoperto delle bellissime realtà a portata di mano…)
La sede centrale del personale del TED è a New York City e a Vancouver.
Circa 200 conferenze TED si possono ascoltare online, con il supporto di traduzione automatica dei sottotitoli in tutte le lingue esistenti, basato sulla piattaformadotSUB. Si riporta che siano state viste più di 30 milioni di volte.[9] Dal mese di settembre 2011, una selezione delle conferenze viene trasmessa settimanalmente da Rai 5, all'interno del programma televisivo TED Talks[10]."
La cosa più formidabile di TED è la sensazione di poter ascoltare gratuitamente un premio nobel ad una lezione della Stanford University senza dover pagare la retta universitaria. Non male vero? Un’altra particolarità che potrebbe passare inosservata, ma che per gli individui come me rappresenta una manna dal cielo, è la lunghezza dei filmati, che solitamente si aggira attorno ai 10 minuti: giusto il tempo per mantenere la concentrazione ai massimi storici. Aggiungete al tutto un pizzico d’ironia: ogni evento TED tiene gli ascoltatori incollati alle poltrone grazie allo straordinario umorismo dei suoi relatori.
I video sono in inglese, ma sul sito (e nelle varie app per smarthone e tablet) c'è la possibilità di tradurlo on varie lingue con sottotitoli. Che dire ancora: Buona visione ed ispirazione con TED

Per vedere i contenuti clicca su :



mercoledì 19 novembre 2014

"Marina" di Carlos Ruiz Zafon

Ormai la contaminazione letteraria fa parte di me. La cerco, la voglio. 
Voglio essere "contaminato" dalle esperienze di lettura di chi mi sta vicino, spesse volte come in questo caso di un autore di fama internazionale che però non conoscevo; e per questa "conoscenza" ringrazio la mia collega Annagiulia.

Ma veniamo al libro "Marina":
"Siamo alla fine degli anni settanta e precisamente nel periodo che va dal settembre 1979 al maggio 1980Óscar Drai è uno studente quindicenne che ha l'abitudine di sparire ogni tanto dal cupo convitto che lo ospita a Barcellona. 
In questo girovagare senza una meta precisa, si aggira nei quartieri meno frequentati della città e da una musica ammaliante è attirato in un casolare abbandonato dove trova uno strano orologio che, con un impulso inspiegabile, ruba e fugge via. Tornato qualche giorno dopo per restituire quell’oggetto senza valore conoscerà Marina e il padre di lei, Germán Blau, un pittore che ancora soffre per la morte dell’amatissima moglie. A poco a poco il personaggio si addentra in una storia piena di mistero, in cui emerge qualcosa di accaduto a cavallo tra le due guerre mondiali e che si è concluso in un incendio nell’immediato secondo dopoguerra. Un mistero che potrebbe costare a Óscar la vita e anche di più. Da questo momento si srotola una vicenda piena di avventura e sconcerto, in cui una donna avvolta in un velo nero visita tutti i pomeriggi la stessa tomba senza nome nel cimitero di Sarría. Marina dirà a Óscar, insofferente del luogo e del'inazione, con tono autorevole e didattico: Non si capisce niente della vita finché non si comprende la morte… " (tratto da WUZ il social dei lettori)


Un libro, un racconto che mi ha rapito, incuriosito fin da subito: per l'ambientazione nella città di Barcellona, la storia dei protagonisti che si intrecciano con quella di persone vissute in un altra epoca ed ormai quasi dimenticate… Ma anche da un altro aspetto: la morte.
Tutti sappiamo che dobbiamo morire, la morte fa parte del libro della nostra vita, l'ultimo capitolo, l'ultima parola. Tutti lo sappiamo, tutti la temiamo, tutti vorremmo spostare questo "capitolo" più in là. Qualcuno è disposto a barattare qualche anno in più con stratagemmi innaturali (come viene raccontato nel libro) ma per essere poi condannati per sempre. Altri invece, più serenamente la accettano, lasciando andare la persona cara verso un'altra dimensione. 
Questa è la chiave di lettura che mi porto nel cuore dopo aver letto questo libro: non ancorare le persone che amiamo sulla terra (come vorrebbero fare diversi protagonisti del libro), magari in un corpo non più autosufficiente, ma "liberarle dal male" dando loro la possibilità di "liberare lo spirito".
Buona lettura

"Non sapevo ancora che, prima o poi, l'oceano del tempo ci restituisce i ricordi che vi seppelliamo. Quindi anni più tardi, mi è tornato alla mente quel giorno. Ho visto quel ragazzo girovagare nella bruma della stazione Francia e il nome di Marina si è infiammato di nuovo come una ferita recente.
Tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell'anima. 
Questo è il mio."

scheda del libro
"MARINA" (ed. Mondadori)-  Barcellona, fine anni Settanta. Oscar Drai è un giovane studente che trascorre gli anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell'età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Oscar ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone per voce e pianoforte. Nel momento in cui sottrae l'oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Oscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germàn. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza. Scritto prima de "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo" questo romanzo ne anticipa i grandi temi: gli enigmi del passato, l'amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona.

l'autore:
CARLOS RUIZ ZAFON - nasce a Barcellona il 25 settembre 1964. Frequenta un collegio di gesuiti e diventa direttore creativo di un’agenzia pubblicitaria. La sua carriera letteraria inizia nell’ambito della letteratura per ragazzi. Nel 1993 infatti pubblica il libro dal titolo “Il principe della nebbia” con il quale si aggiudica la vittoria del Premio Edebé per la letteratura per ragazzi. L’anno successivo dopo il divorzio dalla moglie e dopo aver lasciato il suo impiego Carlos Ruiz Zàfon si trasferisce in California e precisamente a Los Angeles. Carlos continua la sua carriera di scrittore per ragazzi scrivendo “Il palazzo della mezzanotte ” e “Le luci di settembre ” che insieme al suo primo libro formano una vera e propria trilogia chiamata appunto “La trilogia della nebbia”. Pubblica anche il romanzo “Marina”.
Il 2001 è un anno di svolta per Carlos Ruiz Zàfon che inizia a farsi strada anche nell’editoria per adulti. Pubblica infatti “L’ombra del vento” che si trasforma ben presto in un fenomeno letterario a tutti gli effetti e che riceve un vasto riconoscimento sia da parte del pubblico che da parte della critica. Il romanzo entra subito nelle classifiche dei libri più venduti del mondo, viene tradotto in oltre 40 lingue e si aggiudica la vittoria di numerosi e prestigiosi premi letterari. Carlos Ruiz Zàfon pubblica inoltre nel 2008  “Il sogno dell’angelo” anch’esso un romanzo di grande successo. Carlos Ruiz Zàfon collabora attivamente anche con i quotidiani spagnoli “Il Paìs” e “La Vanguardia” per i quali cura le pagine culturali. Vive attualmente ancora a Los Angeles dove lavora anche come sceneggiatore.

Quello che sogni...


lunedì 10 novembre 2014

Sognare...

"Sognare non è un limite, è un'opportunità per il futuro". 
(Dante D'Alfonso)

domenica 9 novembre 2014

9 novembre 2014: Ci sono ancora tanti "MURI" da abbattere ...

Avevo in mente di scrivere questo post diverse settimane fa, ma sono contento di farlo oggi perché il suo significato viene amplificato dalla data: 9 novembre 2014, 25 anni dalla Caduta del muro di Berlino. Un passaggio epocale nella nostra Storia di "europei", ma non ancora terminato...

Ma andiamo per ordine: come dicevo qualche settimana fa ho avuto lo spunto per questa riflessione, stavo vedendo l'inizio di una partita di calcio di "Champions League" e il mio sguardo si sofferma su una foto di gruppo che fanno tutti i calciatori insieme sotto ad un cartello che cita "Say no to racism" (di no al razzismo); da qui la mia domanda e la mia riflessione: nel 2014 c'è ancora bisogno di sensibilizzare le persone verso queste tematiche? … Guardandomi intorno, penso, evidentemente si…

Se proviamo ad allargare il significato di "MURO" vediamo che oltre al razzismo ci sono altre forme di discriminazione alcune volte più subdole, vigliacche ed ipocrite sia nella vita quotidiana ma anche in quella lavorativa che devono essere abbattuti:
- il "muro" della condizione femminile ancora vittima di violenze ed abusi anche e soprattutto in ambienti domestici;
- il "muro" della violenza sui minori anche e soprattutto in ambienti domestici;
- il "muro" della discriminazione delle mamme in alcuni luoghi di lavoro;
- il "muro" della discriminazione degli over 40 nel mondo del lavoro;
- il "muro" della discriminazione (sfruttamento) degli under 30 nel mondo del lavoro;
- il "muro" della discriminazione per i diversamente abili, sia nella ns società che nel lavoro;
- il "muro" della discriminazione per orientamento sessuale;
- il "muro" della discriminazione per orientamento religioso;
- … forse ne ho dimenticati altri…

Allora, possiamo dire purtroppo, che tutti questi "MURI" sono ancora intorno a noi, e spetta solo a noi di abbatterli. E' più facile abbattere i muri veri, quelli fisici, piuttosto che i "MURI INVISIBILI che ci circondano"…

9 novembre 2014: 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, voglio ricordarlo così :…



martedì 4 novembre 2014

"L'aquila non si infila in un buco per cacciare un topo"

"Molte delle popolazioni indigene dell'America nutrono un grande rispetto per l'aquila dalla testa bianca e per l'aquila reale. Questi meravigliosi rapaci sono considerati come l'epitome della maestosità e il loro volo è una sorta di poesia che si libra nell'aria. I capi delle tribù pellerossa osservavano con reverenza la comparsa dell'aquila, quell'improvvisa apparizione nel cielo di un essere pieno di dignità, dallo sguardo fiero e feroce insieme. Gli indiani d'America cercavano persino di imitare quel meraviglioso volatile e, proprio come le aquile, erano pieni di contegno, riservati, distaccati e sempre guardinghi. Inoltre, proprio come le aquile, non si infilavano in un buco per acchiappare un topo.
L'aquila è una metafora della dignità dell'individuo.
Come le aquile, i grandi capitribù non perdevano mai il rispetto di se stessi e non si abbassavano mai al livello di chi, a loro giudizio, era un essere inferiore e  incivile. Le aquile e i grandi capitribù, esattamente come i grandi dirigenti, non si infilano in un buco per acchiappare un topo, questo lo lasciano fare a serpenti e donnole. I grandi capi hanno troppa classe e troppa sicurezza in se stessi per abbassarsi a lottare nel fango. Un grande capo non si getta in risse chiassose, non si butta in scaramucce malevole e non serba rancore. Un grande capo non deve giustificarsi, non fa il cecchino e non attacca alle spalle. Un grande capo non dimentica le buone maniere, sa essere educato e cortese e si comporta sempre in modo civile e urbano. 
I grandi capi, come le aquile, svettano nel cielo e volano maestosi".

tratto da "Come essere un grande capo" di Jeffrey J.Fox