mercoledì 29 agosto 2012

"Noi in...abili" di Floriano Di Francesco

Qualche mese fa insieme all'amico e professionista del settore Floriano di Francesco, ho visto e commentato il film "Winter il delfino" (commento e riflessione già pubblicata su questo blog). Il film narra la vera storia di un delfino che viene intrappolato in una rete, ferito, salvato dagli umani, ma costretto all'amputazione della pinna; riuscirà a sopravvivere e a nuotare nuovamente grazie ad una protesi creata appunto dall'uomo.
Con Floriano, nei giorni successivi abbiamo scambiato diverse opinioni e riflessioni soprattutto sul fatto che tutto può essere visto come un ostacolo, ma anche un'opportunità...Ad esempio stavamo parlando del campione sportivo Oscar Pistorius (uomo ed atleta senza gambe che è stato un simbolo alle ultime olimpiadi di Londra 2012) dove qualcuno guardandolo con le sue protesi esclama "poverino è senza gambe...", invece lui vive una vita fantastica grazie proprio a queste protesi che gli consentono una vita più che normale. 
Ho chiesto a Floriano di scrivere una riflessione, attraverso la sua esperienza umana e professionale proprio su questo argomento e sono felice di pubblicarla così come è stata scritta.
Buona lettura e Grazie Floriano


"NOI IN...ABILI" di Floriano Di Francesco - "Ad un certo punto della mia vita qualcuno, di molto importante per me, mi ha indotto ad intraprendere una strada...essere tecnico ortopedico...attenzione però!!! Non, fare il tecnico ortopedico, ma ESSERE tecnico ortopedico.
Negli anni, il ruolo che svolgo in questa società, mi ha spinto sempre più verso il prossimo....a tal punto che mi veniva naturale pormi nelle vesti della persona che avevo di fronte e a trattarla (professionalmente ma soprattutto umanamente parlando) come io avrei desiderato essere trattato.
Ho avuto modo di seguire pazienti con diverse patologie: paralisi cerebrale infantile, ictus, sclerosi multipla, sclerosi laterale, para e tetraplegia, tumori, distrofie di vario genere..e tanti altri che non sto quì ad elencare altrimenti mi diventi triste.

La cosa che accomunava tutte quelle persone, era il coraggio.Il CORAGGIO ...una parola apparentemente buttata lì......ma che è insita in queste persone...... chee difficilmente, noi "comuni mortali", riusciamo ad intravedere negli esseri umani colpiti da una qualsiasi disabilità.
Diamo per scontate tante cose, anzi troppe.....e questo mi fa incazzare...!!!
Ma, mi fa incazzare così tanto che vorrei farti un esempio (a grandi linee ovviamente) di come vive il TRAUMA una persona che da ABILE..di colpo...i ritrova DISABILE!!!
Siamo abituati a pensare, che il trauma (qualsiasi esso sia) causi una disabilità. Ma ti sei mai chiesto quanti traumi una persona diversamente abile debba superare? 

Prendo come esempio la paraplegia da incidente stradale: quando vediamo una persona in carrozzina...cosa facciamo?ce la siamo mai posta questa domanda? 
Te la do io la risposta: la guardiamo a malapena... e sai perchè? Perchè ...noi tutti ABBIAMO PAURA DELLA DIVERSITA', non ci chiediamo mai di cosa ha dovuto "passare ed oltrepassare" questa persona...quante difficoltà ha dovuto superare, quanti traumi è stata costretta a vincere...ci limitiamo a vederla questa persona...ma mai a guardarla...diciamo dentro di noi: poverino/a ritrovarsi li seduti...peccato è così bello/a...mamma mia!!! 
E qualcuno ha il coraggio di dire anche...non lo posso vedere!!!
E nella sua testa penserà "poverino/a mi fa pena"....
A me viene da sorridere, si perchè la maggior parte di noi non ha idea di ciò che ha dovuto attraversare una persona che passa dall'abilità all'inabilità motoria.

Proviamo insieme a mettere in ordine cronologico tutti i traumi e, a capire quanto sia eroe questa persona:
1) il trauma fisico è il primo tra tutti i traumi, è la cosa apparentemente più difficile da superare, si combatte a volte tra la vita e la morte, vinta la morte;
2) si viene a conoscenza che si è passati dall' abilità all'inabilità ...permanente...l'accettazione a questa è ancor più dura del "1°trauma". Si attraversano momenti bui, dove si inizia a pensare, a chiedersi del perchè si è rimasti in vita e, a non farsene una ragione..."era meglio morire...ma perchè? no..noooo.....preferisco la morte ad una vita di merda come questa...!!! "
3) poi..il calvario della riabilitazione, dove ogni giorno, per mesi, si è costretti a lavorare, a lavorare sodo, ma come nessuno di noi immagina. Sviluppare strategie, sviluppare i muscoli residui, sforzarsi, sudare, fare i conti con la mancanza dell'autonomia che concettualmente noi tutti abbiamo.Basti pensare ai semplici e così naturali bisogni fisiologici, o vogliamo parlare di come girarsi a letto? O come fare a passare dalla posizione supina a quella seduta? O al puro e sano sesso? Od uscire ed entrare nell'automobile? E riprendere la patente?-successivamente...la doverosa ed obbligatoria ACCETTAZIONE.. Ci siamo mai chiesti quanto possa essere difficile chiedere aiuto?... ahahah...no, non è come lo stai immaginando!!!! 

Quì non si tratta di chiedere semplicemente un aiuto, quì è indispensabile costringersi ad accettare un assitenza che è : soccorso, appoggio, sostegno, cooperazione, contributo morale e materiale...tutto quello che si era capaci a fare e gestire, ora è impossibile. 
Solo con un supporto morale, psicologico e fisico si arriva all'accettazione di tutta questa merda che gli è piovuta addosso.
In quel momento, chi ne viene colpito/a odia TUTTI: i suoi cari, le figure professionali che lo circondano, quali: il suo "caro e devoto fisioterapista", i medici, l'infermiere/a che lo vede nella sua più completa nudità (mentale e fisica), gli inservienti che gli puliscono la stanza, il tecnico ortopedico che andrà a "vendergli" la sua prima carrozzina...Momenti in cui vorrebbe uccidere od uccidersi....pittosto che accettare tutto ciò. Allora sceglie la strada più difficile ke gli propone l'istinto di sopravvivenza...l'ACCETTAZIONE!!!

Poi...si ricomincia a vivere, dopo aver iniziato a riimparare a muoversi e gestirsi, farsi rivedere in pubblico, ostentando serenità e tranquillità, affinchè egli/ella non venga commiserato/a da nessuno; e questa è un'altra violenza che deve fare a se stesso.Le pacche sulla spalla gli/le danno fastidio, ogni parola d'incoraggiamento lo/la urtano, ri/acquisire un semplice rapporto col sesso opposto la uccidono, la devastano..(hahah...rido perchè tu, quanto me ora, ti stai immedesimando in questa persona...ahaha...ma nn ci riuscirai mai!!! E sai perchè? Perchè il "vero peggio" nn è ancora arrivato..."

..."ma come faccio a muovermi? A rientrare in casa?....Abito al secondo piano !!!. In bagno? In bagno come ci vado se dentro c'è la lavatrice? Oddio ma la camera da letto è stretta !!!... comincia a girare, a muoversi, ad uscire con gli amici (quelli rimasti) e ad affrontare le difficoltà. "ma se ora esco dove c--zo la metto 'sta carrozzina?!! Non posso obbligare i miei amici a comprare una station wagoon!!!! Vabbè!!! Ci provo con la Yaris di Fabio!!!! Sperando che non ci siano st---zi che si fottano il parcheggio per disabili!! 
Questo pub uno scivolo? No eh? Che serata di m--da!!!! Speriamo che domani andrà meglio...hmm....dubito!!! Devo andare in banca, ma ricordo che non ha un ingresso adeguato!!!! " 

...e tanto altro ancora...e continua.... Quante persone amano pesare sulle spalle degli altri e/o della società? 
Nessuno credo!!! Anzi ne sono sicuro! Allora comincia a pensare che dovrà trovare un'alternativa.... si, un lavoro!!!!! ed allora prova a far richiesta ovunque...al comune, in aziende private, come centralinista in un call center MA...NIENTE...il silenzio più totale!!!
"Si, sarai capace gli dicono, ma...sei disabile!! (lo pensano ma non lo dicono per ipocrisia).
E pensa, " ma come? non era questa la società che accettava gli "handicappati?" 
Allora chiede aiuto alle associazioni...che non potendo essere "schietti", nella risposta...gli offrono/chiedono una collaborazione a partecipare attivamente nelle organizzazioni degli eventi pro/per disabili, ma se non fosse pronto gli offrono un supporto psicologico.."ma io non sono pazzo, VOGLIO SOLO LAVORARE !!!...

Non aggiungo altro, considerando che tutto ciò che ho elencato è solo l'inizio. Sarebbe bello, un mondo perfetto, se tutti noi ci considerassimo uguali....!!!
Una persona diversa, che sia essa nana, altissima, sfigurata, senza un arto o senza due, in carrozzina...per NOI sarà sempre una persona diversa, cioè una persona inadeguata ai canoni di "normalità" che abbiamo stampato nelle nostre menti.

Basta coi falsi moralismi della serie:nooo, per me una persona con o senza disabilità non fa differenza, anzi se "li vedo li aiuto"...poverini...nooo, io li rispetto, non parcheggio mai nei posti riservati ai disabili...AHAHAH...

Se sei una rondine e voli con loro....sei mormale, ma se sei una rondine e cammini affianco agli asini, non sei normale..."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti Flo x il tuo saggio ......che fa molto riflettere .....cose che x lo più ,un pochino sapevo ....visto che in tanti anni ho lavorato pure io in quel settore ......certo non come te a stretto contatto con il paziente ....ma il malessere generale veniva percepito ...(certo se lavoravamo alla Disney era meglio)......... ma tu hai scelto di fare il tecnico ortopedico xchè hai passione x quel lavoro.... e devo ammetterlo lo fai anche molto bene ......... che dire auguriamoci che il mondo cambi ......auguriamoci che la ricerca possa sconfiggere queste malattie ....così un giorno ti ritroverai a mandare un curriculum alla Disney di Paris ....e tutti saremo felici e contenti !!!! Orazio

Anonimo ha detto...

Che dire.....come al solito con la tua spiccata sensibilità hai fatto un resoconto ed una descrizione perfetta dello stato d'animo e delle condizioni di spirito in cui si viene a trovare una persona costretta in carrozzina per i più svariati motivi. Hai portato il lettore di questo saggio, preso dalla sua frenetica vita normale, a cercare di immedesimarsi in quella di qualcuno con gravi handicap e sai....non è facile indurre un essere umano "normale", che pensa di essere sempre indenne ed al riparo da tutto e da tutti, a riflettere ed a pensare che in fondo la vita non è fatta solo di normalità ma anche di prove dure difficili da affrontare e superare.
Il problema è che l'essere umano che sta fisicamente bene e che gode di ottima salute, non vuol pensare e nemmeno sforzarsi di capire l'handicap dell'inabile perchè lo ritiene un "problema" non suo, sbaglia invece e sbaglia di grosso....ma non perchè si deve auspicare che prima o poi gli accada anche a lui qualcosa del genere (che poi chi può saperlo se non gli succederà mai?)ma semplicemente è privo di sensibilità e dovrebbe fare mea cupla, tutto qua...
Grazie Flo.....Lorena