Casualmente, girovagando nel web ho trovato questo sito e questa storia che mi ha fatto tanta tenerezza e che voglio condividere con voi. Buona lettura...
Lo ammetto: commisi una grande sciocchezza a mollare così presto. Preso da alcuni momenti di rabbia, per sfogo, decisi di lasciar perdere tutto quanto. Ma fu un grande sbaglio. Non volevo veramente, ve lo giuro. Così, mi ritrovai senza nulla da fare, senza un lavoro, con un bel po’ di tempo davanti a me che non avrei saputo come impiegare, riempire.
Va bene, lei se la sentirebbe di fare il babysitter? mi dissero infine. A forza contenni una risata fragorosa: io, che avevo sempre detestato i bambini, ora, avrei dovuto occuparmi di una bambina? Ma non mi interessava: l’importante era ottenere questo benedetto lavoro. Certo, risposi.
La bambina aveva solo cinque anni. La guardavo giorno e notte: la seguivo fino all’asilo e, siccome non potevo salire sullo Scuolabus, correvo dietro all’autobus fino allo sfinimento, al punto che i polmoni avrebbero voluto sputarmi in faccia la loro rabbia e mollarmi in mezzo alla strada. Per controllarla anche la notte, visto che oramai mi ci ero molto affezionato e dei genitori non mi fidavo tanto, salivo sulla magnolia che dava diretta sul balcone della sua stanza da letto e, tra un lago di caffè e le lusinghe di un inopportuno e alquanto fastidioso Morfeo, proseguivo il mio lavoro. Ero attrezzatissimo: binocolo, fionda per scacciare via ogni malvivente e scatola di cioccolatini al latte per rallegrare la bambina ogni qual volta fosse triste.
La costanza mi premiò: venni convocato da un signore anziano, come mai ne avevo visti alle “agenzie per il lavoro”, il quale mi consegnò un foglio in una busta chiusa, mi strinse la mano e mi comunicò: lei ha passata la prova, è assunto. E fu l’unico tra tutti i preposti attraverso i quali ero passato a sorridermi.
All’uscita aprii la busta, estrassi il foglio e lessi:
Siamo lieti di annunciarle che Lei ha passata la prova e da oggi è ufficialmente abilitato a svolgere attività di Angelo Custode.
Avevo certamente sbagliato a mollare tutto, a uccidermi, ma ora… ora tutto aveva un senso per me. Finalmente.
Sorrisi come mai avevo fatto in tutta la mia sciagurata esistenza: bene, ora finalmente sarei stato occupato per il resto dell’eternità e senza necessità di prendere caffè!
Andrea Mucciolo
per saperne di più e leggere altre storie: http://www.andreamucciolo.com
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