mercoledì 8 luglio 2009

"Abbandonare il controllo per ritrovare noi stessi"


Qualche giorno fa ho letto questo articolo molto interessante ed oggi ho il piacere di condividerlo con voi. Buona lettura.


Articolo tratto dal periodico “Salute” del 02-07-09

Gli psicologi rivalutano il CAOS: è il luogo della vitalità e della fantasia. I modi per distrarsi

ABBANDONARE IL CONTROLLO PER RITROVARE NOI STESSI – di Joahan Rossi Mason

Per fare ordine nella mente può essere utile un tuffo nella confusione più totale. Un paradosso solo apparente: pensiamo a quando cerchiamo di richiamare alla memoria una parola senza successo e la ricordiamo quando abbiamo smesso di accanirci e ci siamo dedicati ad altro. Insomma, pensarci troppo può essere controproducente. E nuove teorie sostengono che se ci sentiamo confusi dentro dovremmo cercare il caos anche fuori. Ma come?
Suggerisce Giuseppe Vercelli, docente di Psicologia del Lavoro e dello Sport all’università di Torino: “Se la performance fosse solo il risultato di un buon allenamento ognuno otterrebbe lo stesso risultato. Invece i grandi campioni sono quelli di sostare nel nebuloso, affidarsi all’irrazionale, al caos dove risiede la creatività, per trovare una nuova chiave di volta. Ho coniato il termine di NooSFERA per indicare il complesso corpo-mente, razionale-irrazionale, una strada indefinita, un balzo nel disordine capace di dare INNOVAZIONE”. Cosa da campioni dello sport? “Tutt’altro”, prosegue Vercelli, “si tratta di una forma di intelligenza, che chiamo Agonistica, che si attiva di fronte ad una sfida, quale che sia”.
Insomma, in presenza di un dilemma è meglio distrarsi, magari lanciandosi in una impresa, concedendosi una serata in discoteca o ad un concerto con la musica a tutto volume. Ma di metodi esiste una gamma infinita, da una corsa sulla spiaggia con un aquilone a una gita nel bosco senza troppi riferimenti.
L’antica filosofia del Tao, ad esempio, magistralmente riletta da Wayne Dyer nel suo ultimo libro, “La saggezza del Tao”, sostiene che “il paradosso è un modo di pensare insito nei concetti orientali, come Yin e Yang. Noi occidentali, al contrario, tendiamo a considerare i concetti opposti come inconciliabili ed incompatibili”. Ma cosa suggerisce il Tao quando l’indecisione e la confusione prendono il sopravvento? “Desiderare, nel senso di prepararsi al ricevere, e allo stesso tempo non desiderare, nel senso di lasciare che le cose siano come devono. Non dobbiamo cercare disperatamente che le cose funzionino, ma lasciare che accadano. In natura nulla avviene frettolosamente, tutto ciò di cui abbiamo bisogno ci viene donato al momento opportuno”.
Ma allora siamo gli artefici del nostro destino o no? Il Tao è un modo di affrontare la vita, dice che quello che serve, tra cui le risposte, giunge quando smettiamo di spingere il fiume, cosa d’altra parte, impossibile.
E’ dello stesso parere il prof. Sergio manghi, docente di Sociologia dei Processi Culturali all’università di Parma: “Temo che non possa esistere una tecnica per indurre la creatività, sarebbe un controsenso. Una tecnica presenta il limite della previsione di un risultato, quindi è prevedibile, il contrario della creatività. Siamo abituati a vedere le cose in termini di causa-effetto, azione-reazione, bianco-nero. Vogliamo tenere tutto sotto controllo. Bisognerebbe invece essere educati all’attesa, a mantenersi in contatto con il mondo, parlare con le persone”.
Insomma, per dirlo in altri termini, la quotidianità può essere una gabbia molto stretta. “Dovremmo aprirci alla sorpresa”, aggiunge il prof. Manghi, “e accettare che l’entropia possa essere il principio dell’ordine, oppure generare un caos ancora maggiore. L’ordine e il disordine non sono principi in contraddizione bensì lati della stessa medaglia, e l’unico modo per vivere è lasciarsi guidare dall’imprevisto”. Abbandonare dunque l’idea del controllo e lasciar fluire liberamente energie e pensieri.

CHE COSA E’ “L’ENTROPIA”? – L’entropia è un principio fisico che rientra nel campo della termodinamica, la disciplina che studia le trasformazioni dell’energia. E’ la misura del grado di disordine di un sistema, inversamente proporzionale alla qualità dell’energia. Per fare un esempio: un corpo la cui energia è immagazzinata in modo preciso, come i libri ordinati di una biblioteca, ha bassa entropia. Le molecole di un gas, distribuite in modo caotico, possiedono invece una entropia alta.

1 commento:

Marco Cantagallo ha detto...

Sono parole belle e affascinanti, soprattutto quelle del Prof. Vercelli.
Ma ho sempre il dubbio che queste considerazioni ci sembrano piu' "vere" in quanto facili da adottare (es. distrarsi in discoteca o con l'aquilone di fronte ad un dilemma).
Ho la sensazione che la questione e' piu' complessa ma forse perche' sono un tipo complicato....magari e' davvero cosi' semplice!