lunedì 21 luglio 2008

"Ligabue e la Costituzione Italiana"



Qualcuno forse leggendo il titolo di questo post penserà: "cosa hanno in comune la musica di Ligabue con la Costituzione?". Benissimo, venerdi scorso sono stato al concerto di Ligabue appunto a Roma, un concerto bellissimo sia per le canzoni sia per la forza di Ligabue come trascinatore delle folle, ma soprattutto per lo spunto di riflessione che ci ha donato e che ora voglio condividere con voi.
Durante l'esecuzione del brano "Non è tempo per noi" scorrevano sul maxi schermo, il testo degli articoli principali della Costituzione Italiana (che vi riporto di seguito) ed ogni articolo veniva accompagnato da un'ovazione da parte del numeroso pubblico che condivideva quanto enunciato. Sicuramente la scenografia, la musica, la gente hanno reso ancora più coinvolgente la riflessione su questi principi.
Tornando a casa ho riletto anch'io in privato questi 10 articoli, che troppo spesso trascuriamo presi dalle mille cosa da fere nel quotidiano, e mi sono reso conto che sono principi universalmente riconosciuti in uno Stato democratico come il nostro. Molti di noi non si interessano alla politica perchè la vedono corrotta e clienterale, invece bisognerebbe tornare alle origini per capirne meglio il significato attuale.
Quando ci sono le varie campagne elettorali tutti pensano ad un programma da attuare e danno sfogo alla "fanta-politica", invece, secondo me, basterebbe mettere in evidenza questi punti ed impegnarsi a metterli in pratica...e non è cosa da poco... E voi cosa ne pensate?...


PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE


Art. 1.
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6.
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8.
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10.
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Art. 11.
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.



3 commenti:

Anonimo ha detto...

ero anch'io al concerto venerdì ed è stato veramente fantastico anche per la cornice di pubblico che c'era.
hai perfettamente ragione quando dici che bisognerebbe tornare alle origini, e la frase :" l'Italia è di chi ci vive e non di chi la governa.." è stata veramente toccante.
troppo spesso ci si dimentica della fatica fatta e il sangue versato per creare la nazione che siamo. ormai gli interessi personali hanno la precedenza sui bisogni e le necessità della collettività e siamo arrivati al paradosso dove i ns politici hanno stipendi e privilegi mentre gente che lavora duro deve fare miracoli per arrivare a fine mese.....non ci siamo!
guido

Giancarlo ha detto...

Io non ero al concerto e quindi non posso condividere questo momento ma posso credervi che sia stato fantastico.
Grazie Dante per questo ulteriore spunto.
Vorrei porre l'attenzione su quegli articoli della Costituzione Italiana.
Sono principi "alti", frutto di una mediazione tra due forze politiche molto diverse ma, di grande vigore ed intensità.
Se tutti gli italiani li conoscessero e li rispettassero e votassero secondo coscienza (e non per interesse personale) vivremmo sicuramente meglio perché, pur nel rispetto delle diverse idee politiche, non ci sarebbe questa classe politica.
Ci sarebbe una classe politica più rispettosa del popolo.
Questi principi (insieme ad altri) andrebbero insegnati dai genitori ai figli, andrebbero insegnati in scuola elementare, alle medie, alle superiori....
Eppure, senza scomodare istituti di statistica (cosa che sanno far bene i nostri politici) possiamo renderci conto da soli, basta guardarsi intorno, di quanta gente vada a votare sapendo a chi o a quale partito dare il voto ma senza sapere neanche lontanamente cosa sia un governo, un parlamento o un magistrato.
Non si tratta di diventare avvocati. A scuola questa materia si chiamava "Educazione civica". Ma dov'é andata a finire?

Dante ha detto...

hai ragione Giancarlo, ricordo che quando andavo a scuola c'era questa materia e ricordo anche il libro, ma poi è completamente sparita chissà perchè. Era una delle poche materie che creava il ns bagaglio culturale, lo vediamo anche con le nuove generazioni quando parliamo di questi argomenti, quasi nessuno li conosce o mostra minimamente interesse a queste cose.
Oppure parlare con qualche politico, troppo occupati a controllare i propri interessi o quelli degli amici, e poi si vedono i risultati.
Torniamo alle basi "BACK TO BASICS"
ciao dante