mercoledì 19 ottobre 2011

Un'opportunità chiamata "ERRORE"


L'inizio di questo post e/o di questa riflessione potrebbe sintetizzarsi in "Chi non ha mai commesso errori, scagli la prima pietra". L'errore è una componente importante della nostra vita e come ho scritto nel titolo una VERA OPPORTUNITA' di miglioramento. Hanry Ford diceva: "Una vita spesa a fare errori è sempre meglio di una vita spesa a far niente". Certo se non faccio nulla non posso sbagliare, mentre se mi do da fare, sperimento cose nuove, faccio tante cose ho più possibilità di sbagliare... L'errore è costruttivo se dall'errore impariamo un qualcosa. Un altro gergo popolare è "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico"; ma siamo in grado di riconoscere i nostri errori? Da quello che vediamo in primo luogo su noi stessi e negli altri, spesso si ricade nel medesimo errore. Allora è importante fermarci e fare qualche piccola riflessione.
In questi giorni ho incontrato diverse persone che non hanno sbagliato direttamente ma sono state "batostate" dal pregiudizio. Spesso è proprio questa la difficoltà: avere la forza di reagire, di rialzarsi; ma si può reagire quando si ha un carattere forte e determinato. Ma cosa succede quando chi ha commesso errori e/o è stato "batostato dalla vita" ha un carettere chiuso, introverso e per tanti anni ha subito l'emarginazione del prossimo? Allora bisogna aiutare queste persone "a risalire sul treno della vita e del futuro", perchè c'è sempre una seconda possibilità, loro non chiedono aiuto, hanno paura di ricevere altre batoste, hanno paura di fidarsi...ma vogliono fidarsi, e ricevere aiuto da chi sa tendere la mano...
In questi giorni è uscito in Italia un nuovo libro di Tim Harford "Elogio dell'errore" (letta la recensione su "Millionaire" di ottobre 2011) che sicuramente ci aiuta a dare una nuova e diversa chiave di lettura.
"E' più efficace fare un errore, individuarlo e correggerlo velocemente, che ceracre di evitarlo. Se si vuole competere in un'economia sempre più complessa, si devono necessariamente fare errori. Chi fa tanti sbagli crea, innova si adatta al cambiamento. E' lo stesso principio della teoria evolutiva di Darwin: sopravvive chi riesce ad adattarsi. I fallimenti sono centrali al funzionamento del capitalismo. Negli Stati Uniti ogni anno sparisce il 10% delle aziende. Il mercato va avanti nonostante questi fallimenti, ma grazie a essi. La crescita economica è un processo in cui le cattive idee vengono sostituite con le buone idee. E, per avere una buona idea, devi provarne tante cattive.
La paura di sbagliare spesso ci blocca...Questo è un grande problema. Parte della difficoltà sta in una piccola anomalia nella psicologia umana, che gli economisti comportamentali chiamano "avversione all'errore": è il timore di subire qualsiasi perdita, anche piccola. Può portare da una parte a prendere decisioni molto conservative, dall'altra anche all'azzardo più sfrenato, quando sei spinto sei spinto a rischiare grosse perdite nella speranza di evitarne di piccole. La soluzione sta nel pensare che anche se commettiamo un errore, impareremo sempre qualcosa. Quando programmiamo una nuova attività può servire domandarci: "Cosa stiamo cercando di imparare? Che cosa può essere cambiato velocemente se c'è un problema? Così saremo preparati ad aggiustare velocemente il tiro e ci preoccuperemo meno del fallimento".
Come prendere la decisione giusta? Può essere di grande aiuto chiedere consiglio a più di una persona e confrontare i pareri. Spesso le decisioni giuste non arrivano da formule preconfezionate o pianificate dall'alto, ma sono frutto di un processo creativo, che parte dal basso".

Concludo questa mia piccola riflessione con questa citazione:
"La peggior vergogna per un uomo non è certo il fallire. E' il non tentare"
(W.Churchill)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un libro davvero non perdere.
Da qualche parte ho letto che la cosa veramente importante non è il NON cadere, ma il rialzarsi dopo la caduta.
Imparare a non temere l'errore ma, anzi, a farne tesoro, può portare molto lontano.
Ciao Gian.