giovedì 18 agosto 2011

"Cosa tiene accese le stelle" di Mario Calabresi


Spessissimo nella nostra vita quotidiana (ed ancor prima i nostri antenati) affidiamo la nostra vita, i nostri sogni, le nostre speranze nelle stelle: dall'oroscopo, ai desideri quando ne vediamo una "cadente" soprattutto nella notte del 10 agosto di San Lorenzo. Osserviamo le stelle come guida nella navigazione notturna, tanti piccoli fari luminosi nella notte. Osserviamo il cielo di notte e le stelle con la speranza e la curiosità che ci sia nell'universo qualche altra forma di vita con la quale entrare in contatto. Le stelle, personalmente, mi hanno da sempre affascinato. Non sono un astronomo ne un amante di astronomia, mi affascina la loro parte di mistero, mi affascina tutta la letteratura che ruota intorno. Ultimamente ho letto (e condiviso con voi) il libro de "IL PICCOLO PRINCIPE" che narra appunto la storia di un bimbo che arriva sul nostro pianeta passando da diverse stelle. Le stelle sono una metafora spesso usata per definire SPERANZA e SOGNI, come appunto nel libro che voglio condividere con voi oggi.
"Cosa tiene accese le stelle" è il terzo libro di Mario Calabresi (il secondo che ho letto io); come ho scritto in un post di qualche anno fa in occasione della condivisione del libro "La fortuna non esiste", l'autore l'ho scoperto casualmente mentre vedevo una trasmissione televisiva (cosa rarissima per me). Mi è piaciuta da subito la sua dialettica ed il modo di narrare le storie. Essendo quasi un mio coetaneo, usa linguaggio a me familiare, così come sono familiari le ambientazioni dei racconti, le parole usate dell'epoca ed i costumi di una società che non c'è più. Il libro parla di "Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro". Sembra un libro scritto per il periodo che stiamo attraversando (non sembra "è") dove tutto e tutti ci dicono di rassegnarci, che c'è crisi, che il futuro è molto incerto, si compatiscono le nuove generazioni per il futuro che li aspetta. Personalmente, non credo in questi luoghi comuni. Da sempre (e spero di realizzarlo presto) il mio sogno è quello di mettermi in proprio per avviare la mia attività commerciale, in giro sento "il canto delle sirene", persone rassegnate che cercano di deviare le mie scelte e farmi tornare sui miei passi, dicendo che questi "non sono tempi buoni". Ma quali sono stati i "tempi buoni"? dopo la guerra? gli anni 70? gli anni 80? oppure i 90? Ogni periodo ha visto momenti belli e meno belli, come il periodo che stiamo attraversando. Abbiamo bisogno solo di un pò di entusiasmo e di persone (ed investitori) che si facciano contagiare da questo entusiasmo, senza ascoltare "i canti delle sirene politiche" che rendono spesso le cose più complicate che dipingono il panorama del nostro paese in base alle elezioni politiche che si devono affrontare.
Allora ben vengano i libri come questo di Mario Calabresi, che attraverso le "storie vere" di italiani (residenti in Italia e non) dimostrano che c'è un presente ma che soprattutto c'è un futuro per tutti noi, ma che noi dobbiamo avere il coraggio di andargli incontro con forza e determinazione. Spero che questo libro vi piaccia così come è piaciuto a me e che ci lasci nel cuore quella carica emozionale che ci serve. Prima di passare all'introduzione del libro voglio condividere con voi una citazione di Gian Lorenzo Bernini, che sintetizza il messaggio del libro:

"Abbiamo bisogno di grandi progetti, di grandi visioni e di stimolare la fantasia della gente. Dobbiamo tornare ad avere fame di avventura e di scoperte. Dobbiamo ricominciare a guardare in direzione delle stelle, perchè significa alzare la testa , avere la vista lunga e immaginare altri mondi".

"COSA TIENE ACCESE LE STELLE" - "Una sera di novembre del 1955 mia nonna, che aveva 40 anni, riconquistò la libertà e si sentì felice: aveva preso in mano un libro ed era riuscita a leggere qualche pagina prima di addormentarsi". Di solito Maria, la nonna di Mario Calabresi, andava a letto esausta, dopo una giornata spesa a lavare montagne di lenzuola e pannolini. Quella sera, quella in cui per la prima volta aveva usato la lavatrice, è stata, nei suoi ricordi, lo spartiacque tra il prima e il dopo. Oltre quasi mezzo secolo più tardi ci siamo dimenticati di quelle conquiste vissute così straordinariamente; oggi, anzi, il nichilismo, la sfiducia, il fatalismo sono gli umori e i sentimenti più diffusi nel Paese: gli anziani hanno nostalgia del passato, i giovani si rassegnano alla mancanza di prospetive, ed è comune la convinzione di essere capitati a vivere nella stagione peggiore della nostra Storia. Per definire questo malessere e capire quale sia la strada per uscirne, Calabresi ha ricomposto i frammenti di un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era sempre accesa una speranza, e di un presente cosi paralizzato da non riuscirne a mettere a fuoco l'esempio di chi non ha mai smesso di credere nel futuro. "Per riprendere coraggio, per trovare ossigeno, mi sono rimesso a viaggiare nella memoria. Chi lo fa si sente immediatamente più forte: se ce l'hanno fatta loro, possiamo farcela anche noi". Un grande viaggio nel vissuto del nostro paese attraverso le storie di chi - scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e persone comuni - è stato capace di inseguire i propri sogni, affrontando a testa alta le sfide collettive e individuali del mondo di oggi. C'è chi è riuscito a offrire una speranza per i malati incurabili, chi è diventato un prestigioso astronomo e spera ancora di vedere l'uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un'azienda californiana di successo, e chi ha deciso di cambiare il proprio destino giocando l'unica carta a sua disposizione, lo studio. Per intuire che in mezzo allo sconforto diffuso la strada esiste, perchè coltivando le proprie passioni non si rimane delusi e perchè la libertà si conquista, anche con la volontà. Per scoprire un giacimento di vita, energia e coraggio, un luogo in cui "le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio".

Mario Calabresi (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.) - Figlio del commissario Luigi Calabresi, assassinato nel 1972(quando Mario aveva solo due anni) , frequenta il corso di laurea in Storia presso l'Università Statale di Milano e l'Istituto per la formazione al giornalismo «Carlo de Martino» di Milano. Nel 1998 è all'ANSA come cronista parlamentare, nel 1999 passa a Repubblica[1], nella redazione politica. Dal 2000 al 2002 è a La Stampa, per la quale, da inviato speciale, racconta gli attentati dell'11 settembre 2001. Nel 2002 torna a La Repubblica, come caporedattore centrale vicario, e dal 2007 è corrispondente per il giornale da New York da dove racconta la campagna elettorale presidenziale del 2008. Il 22 aprile 2009, a 39 anni, è nominato direttore de La Stampa in sostituzione di Giulio Anselmi. È autore di Spingendo la notte più in là (2007), libro dedicato alle vittime del terrorismo (dal quale è stato tratto uno spettacolo teatrale interpretato da Luca Zingaretti), ed è stato insignito nel 2002 del premio Angelo Rizzoli di giornalismo e nel 2003 di quello intitolato a Carlo Casalegno.È sposato e ha due figlie.

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