mercoledì 3 settembre 2014

Airbnb: indovina chi viene a casa...

Qualche tempo fa avevo letto su "Silicon Valley2" (pubblicazione allegata alla rivista Millionaire" la storia di "Airbnb" e mi aveva da subito affascinato; ma non mi piaceva condividere con voi un "sistema" che non avevo sperimentato direttamente in prima persona.
Già, perché Airbnb è molto di più: è un'azienda (valutata più di 2,5 miliardi di dollari), è un sito, un socialnetwork, un app, un sistema insomma che mette in contatto milioni di persone nel mondo.
Ho avuto modo di sperimentare questo "sistema" recentemente in due esperienze: la prima a Barcellona, la seconda a Bologna. In entrambi i casi ho trovato persone disponibilissimi, prezzi accessibili, e servizi in casa di alto livello, tutto come descritto nelle schede e riportato nelle foto. 
Un modo diverso per viaggiare e soggiornare, visitando posti nuovi ma allo stesso tempo "respirare" il profumo di una Casa…
Provare per credere :)
Nel frattempo buona lettura.

sito: www.airbnb.it

tratto da "Silicon Valley 2" - le guide di "Millionaire"


Tre amici con un appartamento in affitto cercano un modo per pagarsi le spese. Inventano Airbnb, la community che fa incontrare chi ha una casa con chi vuole prenotare un alloggio breve. In poco tempo fanno boom. Perché la casa costa
meno di un albergo e ci si diverte di più


E' il 2008 e Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk, tre amici 26enni di San Francisco che condividono un appar- tamento, lasciano il proprio lavoro di designer per creare una
startup. Ma pochi giorni dopo, il proprietario di casa aumenta l’affitto del 25%. I tre ragazzi devono trovare i soldi per coprire l’emergenza. Proprio in quei giorni a San Francisco, c’è un’im- portante conferenza e in città non si trova dove dormire. Da qui l’idea: affittare lo spazio extra che hanno a casa. In cinque giorni hanno creato il sito, inventato il nome e si sono fatti pubblicità. «Abbiamo scattato le foto e le abbiamo inviate ai blogger che seguivano la manifestazione» spiega Joe Gebbia a Millionaire. «In quel weekend tre persone dormivano nel nostro salotto, su materassini gonfiabili. Incasso: 1.000 dollari».
Nasce così Airbnb, nome abbreviato per air bed and breakfast (air bed significa materassino gonfiabile), un portale che mette in contatto chi ha spazio in più da affittare con chi è in cerca di un alloggio per una notte, una settimana o un mese. «Dopo l’e- vento, abbiamo capito che la strada era quella giusta. Non aveva- mo esperienze nel campo, ma volevamo risolvere un problema. 

Avevamo capito che potevamo guadagnare e vivere un’esperien- za social a 360°». Detto fatto, i tre amici investono tutto quello che hanno (18mila dollari ciascuno) e si buttano nell’impresa. «Per tro- vare le prime case, abbiamo sparso  la voce tra gli amici, le mamme, i parenti. Lavoravamo sui grandi eventi. Ci informavamo: quando sarà la prossima fiera? Intorno a essa costruivamo un network di alloggi, intanto ci davamo da fare per cercare i finanziamenti. Tutto senza intoppi. Già dopo otto mesi abbiamo ricevuto il finanziamento per 60mila dollari da Sequoia Capital. Per intenderci, il venture capital di Google. Dal 2010 abbiamo avuto un vero e proprio boom di richieste».
IL BOOM DEGLI AFFITTI BREVI
Tutti pazzi per la formula. C’è chi possiede un immobile in città e vuole metterlo a reddito senza affidarsi alle forme di affitto tradizionale. Chi ha una seconda casa che sfrutta pochi mesi l’anno e decide di guadagnare qualcosa per pagarsi le spese. C’è chi deve partire per motivi di lavoro e non vuole lasciare il proprio appartamento improduttivo. O chi per arrotondare è disposto ad affittare una stanza della propria casa in occasione di una fiera.
«Dopo San Francisco, ci siamo chiesti: qual è la città americana dove tutti vogliono andare almeno una volta nella vita? Risposta: New York. Così abbiamo iniziato la nostra espansione, aprendo  la seconda sede di Airbnb. Dopo New York, è stata la volta di Parigi e Roma».
Oggi, a quattro anni dalla sua nascita, Airbnb è presente in 192 Paesi del mondo, con 10 milioni di notti prenotate (erano 5 milioni un anno fa). Ogni 2 secondi viene prenotato un apparta- mento. In questo momento 38 milioni di persone stanno usando Airbnb (15 milioni in America, 1 milione in Italia). Nel nostro Paese, in un anno, si è registrata una crescita del 900%. «Que- sta espansione ha attirato nuovi investitori. Nel 2010 abbiamo ricevuto 7,2 milioni di dollari. Nel 2011, 112 milioni di dollari».
COME FUNZIONA
«Il nostro è un marketplace, dove ognuno può inserire la sua proprietà e mettere il prezzo, sarà poi il mercato a decretare se quella casa è appetibile». L’iscrizione è gratuita: il proprietario compila un modulo online con la descrizione della propria casa. Dopo pochi giorni, un fotografo della rete di Airbnb lo contatta, si reca sul posto, controlla la proprietà e fa degli scatti professionali. «L’immagine è tutto nel mondo social. Nel nostro sito non  si trovano foto amatoriali, ma immagini scattate da un network di 3.000 fotografi professionisti. Per noi è fondamentale che le aspetta- tive di chi prenota coincidano con quelle che si troveranno all’arrivo in casa. Non solo: una foto ad alta risoluzione coglie la bellezza di ogni angolo e aiuta a rendere più attraente un ambiente». A questo punto si crea l’an-

nuncio con la foto della casa e quella del proprietario: questo genera un rapporto più diretto
e basato sulla fiducia. Il prezzo è fissato dal proprietario, che sarà contattato direttamente dal viaggiatore, ma sarà pagato solo a soggiorno effettuato. Airbnb trattiene una commissione del 3% al proprietario e dal 6 al 12% (in base alla durata del soggiorno) al viaggiatore. 

FIDATI E CONDIVIDI

«Il fenomeno degli affitti brevi è in espansione in tutto il mondo. Il nostro successo dipende da tre fattori: consente alle persone di risparmiare (l’ospite), di guadagnare (chi affitta) e di scambiarsi esperienze. Una ragazza di Boston fu così entusiasta dei giorni passati con noi a San Francisco, che decise di trasferirsi in città sei mesi dopo. Con Airbnb le persone possono scoprire il lato autentico delle città e delle culture che visitano. E con la nostra impresa abbiamo cambiato il modo di viaggiare. La nostra com- munity è composta da utenti desiderosi di esplorare il mondo attraverso la condivisione dei propri spazi.
Cosa ci distingue dai siti concorrenti? La social connection. Su Airbnb vedi la faccia di chi ti ospita, puoi consultare il suoprofilo sui social network, scoprire se hai amicizie o connessioni in comune. C’è di più: è possibile filtrare i risultati delle ricerche per vedere quali alloggi sono stati recensiti dai propri amici» ci ha spiegato Gebbia.
Con Airbnb chiunque può essere un imprenditore e un amba- sciatore del proprio Paese. «In Italia avete grandi potenzialità: Roma, Milano, Firenze e Venezia sono città che tutto il mondo vuole visitare. Il nostro motto è trust and sharing: fiducia e con- divisione. Puoi guadagnare, imparare una lingua, fare amicizia con chi ospiti».
Case sugli alberi, castelli, ville, igloo, barche, roulotte: tutto può essere messo in affitto. «Il sistema di pagamento è sicuro, il nostro supporto clienti è attivo 24 ore su 24 e se qualcuno vi distrugge la casa, abbiamo una garanzia fino a 35mila euro. Ma niente paura, finora è successo soltanto due volte».
Da un appartamento in affitto alle stelle, la storia dei tre designer di San Francisco assomiglia a una favola perfetta. E per ringra- ziare i milioni di utenti, i tre imprenditori hanno allestito nella sede principale di San Francisco alcune stanze riproponendo gli interni delle case più cliccate. La sala riunioni? Assomiglia alla più famosa casa sull’albero della California. 

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