C’è un insegnamento che proviene dall’India, terra degli
elefanti per antonomasia, che nel tempo ha generato grandi riflessioni.
Questa storia riguarda il metodo utilizzato per
l’addomesticamento di questi animali.
Quando gli elefanti sono cuccioli, vengono legati dagli
“addomesticatori” con una gamba ad un aggancio solido (ad esempio un palo);
inizialmente l’elefantino si dimena e fà di tutto per liberarsi, ma essendo
ancora troppo piccolo ogni suo sforzo risulta inutile. La corda ed il paletto
sono troppo robusti per la sua stazza ancora così piccola.
I suoi tentativi di ribellione con il tempo si riducono fino a
che un bel giorno l’elefantino si arrende perché si rende conto che non è
abbastanza forte per liberarsi e scappare.
Finalmente il piccolo pachiderma diventa grande, raggiunge
dimensioni enormi e la sua potenza è smisurata!
Adesso ha la forza necessaria per poter spezzare la corda con
cui è stato tenuto legato da piccolo. Gli addomesticatori, infatti, usano
proprio lo stesso tipo di corda sottile per tenere legato il pachiderma anche
quando questo oramai è diventato grande e possente. Ma come mai l’elefante, non
scappa adesso che può farcela?
Semplicemente perché crede di non poterlo fare in quanto nella
sua mente è inciso il ricordo dell’impotenza sperimentata negli anni passati e
non prova nemmeno più a liberarsi; è cresciuto con la convinzione di non
poterci riuscire e con il tempo si è arreso.
A volte viviamo anche noi come l’elefante; pensiamo di non
essere in grado di fare delle cose semplicemente perché in passato ci avevamo
provato ed avevamo fallito, oppure perché qualcuno ci ha fatto credere di non
avere abbastanza capacità per farlo.
Inconsciamente sin dall’infanzia abbiamo subito dei condizionamenti
dall’esterno (famiglia, istituzioni, amici, mass-media, ecc.) che con il
passare del tempo ci hanno creato delle vere e proprie credenze limitanti.
Ogni volta che desideriamo fare qualcosa, la nostra mente ci
suggerisce “non posso….non ci riesco…” perché è ciò di cui siamo stati sempre
convinti, per cui spesso abbandoniamo senza indugio anche solo l’idea di
provarci, inconsapevoli che, così facendo, stiamo limitando tutto il nostro
potenziale.
Quindi, tutte le volte che ci sentiamo bloccati o incapaci di
fare qualcosa ricordiamoci della storia dell’elefantino…
1 commento:
Lo farò e la racconterò anche ai miei figli.
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