domenica 10 luglio 2011

I vent'anni del "Giornale" di Montanelli


Da diversi anni ormai mi piace condividere letture, film che mi colpiscono maggiormente. Così come mi piace suggerire, mi piace allo stesso modo essere consigliato nella lettura soprattutto su generi che solitamente ignoro, ma che si rivelano spesso molto interessanti. Qualche mese fa, l'amico e collega Massimiliano C., conoscendomi, mi ha consigliato la lettura di questo libro "I vent'anni del Giornale di Montanelli". Per alcuni mesi il volume è rimasto in sospeso nella mia libreria in quanto, pur interessandomi, non era scattata in me "la scintilla" della curiosità...Un mese fa circa, ho ascoltato casualmente un'intervista a Marco Travaglio (che seguo spesso nelle sue riflessioni su Annozero e sul suo blog), che pensavo essere un uomo di sinistra. Durante l'intervista, mi sono rivisto molto in lui e nei suoi pensieri. Egli non è di sinistra, come tiene a precisare, si definisce "antiberlusconiano" ed appartenente ad una destra liberale che ormai non esiste più. Durante l'intervista parla dei suoi esordi giornalistici proprio nel "Giornale" di Montanelli e di quanto sia stato attratto dal pensiero Montanelliano.
...Ecoo "la scintilla" che mi mancava...Mi sono subito ricordato del libro che mi aveva prestato l'amico Massimiliano e con molta curiosità ed interesse mi sono cimentato nella lettura.
Il libro è stato molto interessante per molti aspetti: obiettivo nei vari racconti nonostante sia stato scritto da più mani lasciando appunto la libertà di pensiero agli autori, interessante perchè racconta di un'Italia poco conosciuta o dimenticata, ed anche un valido libro della nostra storia. Il libro è anche molto attuale in quanto parla della scalata di Berlusconi sotto vari aspetti: dall'editoria con l'entrata nel "Giornale", alla creazione delle reti televisive, fino alla sua "discesa in campo" nella politica nel 1994. Nel 1994 appunto, Montanelli lascia il "Giornale" che aveva fondato perchè non condivideva la scelta politica del suo editore. Tra queste persone che lasciano il "Giornale" per seguire Montanelli, c'è appunto Marco Travaglio.
Ne consiglio la lettura a tutti gli amanti di storia, di giornalismo, con un pensiero liberale, propositivo e costruttivo. Buona lettura!

IL LIBRO (I vent'anni del Giornale di Montanelli - casa editrice Rizzoli) - il 25 giugno 1974 usciva, in tutte le edicole, un nuovo quotidiano "il Giornale", direttore Indro Montanelli. Era una scommessa di un gruppo di giornalisti prestigiosi e coraggiosi che avevano abbandonato il "Corriere della Sera" non condividendone la linea politica, allora appiattita sul dilagante conformismo di sinistra, "il Giornale" uscì tra lo scherno (sarebbe stato costretto a chiudere nel volgere di pochi mesi), le denigrazioni (si favoleggiava di finanziamenti occulti delle forze della reazione), le calunnie (giornalisti comprati e pagati a peso d'oro), la violenza (le sede in cui veniva stampato era spesso presidiata dagli exparlamentari) e gli insulti (il più ricorrente era quello di "fascista"). Per i nuovi benpensanti "il Giornale" era una voce fastidiosa, assillante, nemica che si ostinava a uscire dal coro affermando verità scomode. Si tentò di farla tacere cercando di strangolarla economicamente e, addirittura, con il piombo delle pallottole, ma Montanelli ed i suoi uomini non mollarono e continuarono a combattere la loro testarda battaglia in difesa della libertà e della democrazia, sostenuti dall'appoggio e dal consenso di tutti quei lettori che credettero a parole semplici e chiare scritte ogni giorno con il coraggio di chi sa di stare dalla parte del diritto e della ragione. Questo libro, opera di due protagonisti di quella battaglia - Mario Cervi e Gian Galeazzo Biazzi Vergani -, racconta la storia del "Giornale" dalla sua prima uscita alle dimissioni di Indro Montanelli dalla sua carica di direttore per divergenze con la proprietà il 12 gennaio 1994. Quasi vent'anni di storia di uno dei più importanti quotidiani italiani d'opinione del nostro secolo ripercorsi attraverso la ricostruzione di Cervi (che ha seguito Montanelli nella nuova sfida della "Voce"), le pagine del diario di Biazzi Vergani (che è rimasto invece al "Giornale" in qualità di presidente del consiglio d'amministrazione) e le parole dello stesso Montanelli raccolte in una lunga intervista da cervi. La storia di un'avventura umana e giornalistica, etica e morale condotta da un uomo, dai suoi collaboratori e da un quotidiano che seppero guadagnarsi sul campo la stima, il rispetto anche degli avversari, difendendo i valori della libertà quando più erano in pericolo; un quotidiano che i lettori talmente identificavano con il suo fondatore e direttore, che quando lo acquistavano spesso chiedevano all'edicolante: "Mi dia il giornale di Montanelli".

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