"Molte delle popolazioni indigene dell'America nutrono un grande rispetto per l'aquila dalla testa bianca e per l'aquila reale. Questi meravigliosi rapaci sono considerati come l'epitome della maestosità e il loro volo è una sorta di poesia che si libra nell'aria. I capi delle tribù pellerossa osservavano con reverenza la comparsa dell'aquila, quell'improvvisa apparizione nel cielo di un essere pieno di dignità, dallo sguardo fiero e feroce insieme. Gli indiani d'America cercavano persino di imitare quel meraviglioso volatile e, proprio come le aquile, erano pieni di contegno, riservati, distaccati e sempre guardinghi. Inoltre, proprio come le aquile, non si infilavano in un buco per acchiappare un topo.
L'aquila è una metafora della dignità dell'individuo.
Come le aquile, i grandi capitribù non perdevano mai il rispetto di se stessi e non si abbassavano mai al livello di chi, a loro giudizio, era un essere inferiore e incivile. Le aquile e i grandi capitribù, esattamente come i grandi dirigenti, non si infilano in un buco per acchiappare un topo, questo lo lasciano fare a serpenti e donnole. I grandi capi hanno troppa classe e troppa sicurezza in se stessi per abbassarsi a lottare nel fango. Un grande capo non si getta in risse chiassose, non si butta in scaramucce malevole e non serba rancore. Un grande capo non deve giustificarsi, non fa il cecchino e non attacca alle spalle. Un grande capo non dimentica le buone maniere, sa essere educato e cortese e si comporta sempre in modo civile e urbano.
I grandi capi, come le aquile, svettano nel cielo e volano maestosi".
tratto da "Come essere un grande capo" di Jeffrey J.Fox
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