sabato 9 dicembre 2017

"Le tre del mattino" di Gianrico Carofiglio

Sicuramente le azioni di marketing hanno influito molto nella scelta di questo libro; sono stato attratto dalla campagna pre-lancio su FB, dal titolo e dalla trama. Non conoscevo l'autore, anche se dopo la lettura ho scoperto che si tratta di un autore affermato.
E' una bella storia coinvolgente che ho letto immedesimandomi talvolta nella figura del padre (visto il mio attuale stato di genitore), talvolta nella figura del figlio (io stesso cresciuto negli anni della storia). Non una semplice storia tra padre e figlio, ma molto di più.
E' soprattutto la storia del protagonista Antonio al quale, quando era piccolo,  hanno diagnosticato un "disturbo" chiamato Epilessia. In realtà negli anni Settanta/Ottanta (questo è il periodo storico della storia) era vissuta come una vera e propria malattia e le persone come Antonio venivano emarginate, non tanto per la malattia ma perchè non si sapeva come gestirla, cosa fare e come aiutare quando si manifestavano "gli attacchi epilettici". Vengono descritti in modo analitico gli stati d'animo di questo ragazzo che vivendo il mondo dell'adolescenza  cresce insieme al suo "disturbo" e con i genitori separati (altra cosa rara per quegli anni).
Una cosa che mi ha turbato e mi ha riportato indietro negli anni è il tema del suicidio tra i ragazzi, un tema poco trattato ma molto importante; "qualche volta ho riflettuto su come deve essere suicidarsi"; un pensiero forte comune a molti ed io stesso mi ci sono rivisto. 
Ricordo quando un mio amico al primo anno della scuola superiore, una mattina, invece di andare a scuola è andato nei campi e li, in solitudine si è tolto la vita, con le stesse modalità del padre qualche anno prima. Si chiamava Francesco, era più piccolo di me di qualche anno e viveva nel mio stesso paese. Ci penso spesso anche se è un ricordo intimo e drammatico, che conservo nel mio cuore per rispetto, per paura, per timore...
Buona lettura

Il Libro
LE TRE DEL MATTINO (Einaudi)- Antonio è un liceale solitario e risentito, suo padre un matematico dal passato brillante; i rapporti fra i due non sono mai stati facili. Un pomeriggio di giugno dei primi anni Ottanta atterrano a Marsiglia, dove una serie di circostanze inattese li costringerà a trascorrere insieme due giorni e due notti senza sonno. È cosí che il ragazzo e l'uomo si conoscono davvero, per la prima volta; si specchiano l'uno nell'altro e si misurano con la figura della madre ed ex moglie, donna bellissima ed elusiva. La loro sarà una corsa turbinosa, a tratti allucinata a tratti allegra, fra quartieri malfamati, spettacolari paesaggi di mare, luoghi nascosti e popolati da creature notturne. Un viaggio avventuroso e struggente sull'orizzonte della vita. Con una lingua netta, di precisione geometrica eppure capace di cogliere le sfumature piú delicate, Gianrico Carofiglio costruisce un indimenticabile racconto sulle illusioni e sul rimpianto, sul passare del tempo, dell'amore, del talento.

«E papà suonò da solo. Io non lo avrei confessato nemmeno a me stesso, ma ero orgoglioso e fiero di lui, e avrei voluto dire a chi mi stava vicino che il signore alto, magro, dall'aspetto elegante che era seduto al piano e sembrava molto piú giovane dei suoi cinquantun anni, era mio padre. Quando finí, inseguendo il senso di ciò che aveva suonato in due scale conclusive e malinconiche, scoppiò un applauso pieno di simpatia. E anch'io applaudii e continuai a farlo finché non fui sicuro che mi avesse visto, perché cominciavo a capire che esistono gli equivoci e non volevo che ce ne fossero in quel momento».

L'autore
GIANRICO CAROFIGLIO ha scritto racconti, romanzi, saggi. I suoi libri, sempre in vetta alle classifiche dei best seller, sono tradotti in tutto il mondo. Ha creato il popolarissimo personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri. Per Einaudi ha scritto il racconto La doppia vita di Natalia Blum raccolto nell'antologia Crimini italiani (Stile libero 2008), Cocaina, con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo (Stile libero 2013 e e Super ET 2014), Una mutevole verità (Stile libero 2014 e Super ET 2016, Premio Scerbanenco), La regola dell'equilibrio (Stile libero 2014 e Super ET 2016), Passeggeri notturni (Stile libero 2016 e Super ET 2017), L'estate fredda (Stile libero 2016) e Le tre del mattino (Stile libero 2017). Nel 2016 è stato insignito del Premio Vittorio De Sica per la letteratura e del Premio speciale alla carriera della XVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa.

sabato 28 ottobre 2017

"Il potere della semplificazione" di Enrico Franzolin

La storia legata alla lettura di questo libro è singolare. Inizia con un consiglio su un libro da leggere e si trasforma nei mesi in un progetto lavorativo... Ma andiamo per ordine...
Prima dell'estate su consiglio di un amico compro il libro "Il potere della semplificazione" e come mi capita lo parcheggio sul comodino per dare precedenza a letture già iniziate. Contestualmente , attraverso linkedin ricevo un contatto ed un messaggio da parte dell'AD di UNOX che invita la ns azienda ad un approfondimento commerciale dei loro forni professionali. In tempi abbastanza rapidi li incontriamo ma la cosa bella è che durante l'incontro non parliamo di forni, loro core business, ma di un altro progetto molto interessante che stiamo sviluppando con grande curiosità. La cosa ancor più bella che durante l'ultima edizione di HOST ho avuto il piacere di conoscere e parlare con l'autore del libro e fondatore di UNOX, e, da bravo lettore mi sono fatto autografare una copia del libro :)

Finito il racconto veniamo al libro... Parla di semplificazione, e già dallo spessore del libro si capisce che l'autore è una persona concreta che ha fatto della semplificazione prima di tutto una filosofia di vita. Il libro è composto di sole 138 pagine che si lasciano leggere con fluidità, trasporto ed ispirazione. Ogni capitolo inizia con una citazione che non è lasciata al caso ma viene ripresa durante la descrizione del capitolo stesso.
Franzolin racconta la sua vita professionale e quella di UNOX. Attraverso i racconti però si sofferma non tanto sul "cosa" ma sul "come" cioè sui metodi usati: parla del metodo "lean", dell'innovazione e su come le aziende debbano investire e non ostacolare con schemi predefiniti le menti creative.

Un libro indirizzato a imprenditori, lavoratori ma soprattutto ai giovani come spunto di riflessione verso il futuro. Mi piacerebbe organizzare nella mia città una presentazione di questo libro per diffonderne il significato..chissà... per il momento vi auguro una buona lettura.

"Per innovare e semplificare occorre andare all'essenza del problema, oltre la complessità" - Enrico Franzolin

IL POTERE DELLA SEMPLIFICAZIONE (ed guerini NEXT)«Semplicità vuol dire arrivare all'essenza del problema. Ogni componente, ogni caratteristica che non è in linea con l'essenza, o che non crea valore per il cliente, deve essere eliminata.» «Secondo l'approccio lean, l'azienda è un grande sistema guidato dagli eventi. Il suo obiettivo è mettere le cose giuste al posto giusto nel momento giusto e in quantità opportune così da ottenere un flusso perfetto.» «Il segreto del successo sta nel concentrarsi sui dettagli - costantemente - non nel trovare una soluzione brillante una volta per tutte.» Seguendo questi e molti altri principi qui condivisi con il lettore, Enrico Franzolin è riuscito a trasformare una start-up di 3 persone in un'azienda di caratura internazionale capace di rivoluzionare, attraverso l'innovazione tecnologica, il proprio settore.

ENRICO FRANZOLIN - E' imprenditore e inventore. La sua azienda UNOX, è leader in termini di innovazione nel settore dei forni professionali. E' detentore di oltre 80 brevetti. I prodotti UNOX sono presenti in oltre 100 Paesi.

venerdì 11 agosto 2017

"LA SPIA" di Paulo Coelho

Paulo Coelho è un autore che ho letto con frequenza diversi anni fa, un pò meno negli ultimi periodi. Singolare come questo libro sia arrivato a me dopo diversi passaggi di mano, ad ogni passaggio una recensione positiva che hanno aumentato la mia curiosità.
Un libro che si ispira alla storia vera di Mata Hari (nome d'arte), personaggio vissuto nei primi del 900 che fece tanto parlare di se per le sue attività artistiche molto discusse e criticate per l'epoca. Attraverso la storia e le vicende vissute dalla protagonista, l'autore ci racconta della Parigi dell'ottocento e primi del novecento, la "Ville lumiere" con le sue trasformazioni urbanistiche, architettoniche e tecnologiche. Ci racconta di illustri personaggi (artisti, filosofi, scrittori) che hanno vissuto in quella città e che hanno incrociato la vita di Mata Hari. Ci racconta di usi e costumi di Germania e Olanda. Ci racconta infine del conflitto mondiale, di come è iniziato e di come è stato vissuto attraverso gli occhi della protagonista.
Mata Hari è stata artefice e vittima del suo personaggio, con l'unica colpa di aver vissuto nel periodo della Prima Guerra Mondiale dove spesso si veniva accusati, processati e giustiziati senza prove certe. Quello che è avvenuto alla protagonista e che la storia a provato a posteriori.
Nel libro "LA SPIA", l'autore ci racconta la stessa storia vista da due punti di vista diversi: quello della protagonista e del suo avvocato ripercorsa in due lettere. La prima lettera scritta da Mata Hari indirizzata a sua figlia affidata però nelle mani dell'avvocato; la seconda scritta dal suo avvocato indirizzata alla sua assistita ma anche alla donna amata (un amore non corrisposto), forse mai pervenuta a destinazione... Buona lettura.

"La sua unica colpa: 
essere una donna libera" 

Per maggiori approfondimenti sulla storia di Mata Hari: https://it.wikipedia.org/wiki/Mata_Hari

Il libro
LA SPIA (ed la nave di teseo) - Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo. Parigi, prigione di Saint-Lazare, 1917. Una donna attende con fierezza la propria esecuzione. Le rimane un solo desiderio: che sua figlia sappia la verità; che la figlia, che lei non vedrà mai crescere, non creda ad altri che a sua madre. E così prende carta e penna per raccontarle la sua vita avventurosa e controversa. Lei, che attende la fine a Saint Lazare, è Mata Hari, la donna più desiderabile e desiderata del suo tempo: ballerina scandalosa, seduttrice degli uomini più ricchi e potenti del suo tempo, capace di diventarne cortigiana, amante e fidata confidente; e, forse per questo, di suscitare gelosie e invidie nelle donne e mogli della aristocrazia parigina. Lei è la donna dai molti nomi: Margaretha, il nome di battesimo; Mrs McLeod, come la chiamavano aJava; H2T, il nome in codice che i tedeschi le avevano dato in guerra. Il passato di Mata Hari è oscuro, il presente pericoloso: ha dedicato la sua vita alla libertà e al desiderio, ha sfidato i pregiudizi della società. E ora sconta l'accusa infamante di spia. Ma la sua unica colpa è stata di essere una donna libera.

L'autore
PAULO COELHO -Prima di acquisire una notorietà internazionale e divenire un autore di best-seller mondiali, ha dovuto superare molti ostacoli. Durante l’adolescenza, ha subito la terapia degli elettroshock: accadde quando, tra il 1966 e il 1968, i genitori lo fecero ricoverare per tre volte in un ospedale psichiatrico, reputando un segno di pazzia il suo atteggiamento ribelle. A causa della frequentazione di alcuni ambienti artistici, venne incarcerato e sottoposto alla tortura fisica per presunte attività sovversive contro la dittatura brasiliana. Più tardi,  incontrò la rock star Raul Seixas e aderì al movimento hippie, vivendo quella che venne considerata l’età "dell’amore e della pace”, l’epoca di “sesso, droga e rock’n’roll”. Insieme, tra il 1973 e il 1982, i due artisti composero circa 120 canzoni, che rivoluzionarono la musica pop in Brasile. Hippie, giornalista, rock-star, attore, commediografo, regista teatrale e produttore televisivo; un insieme di attività che si interruppero nel 1982 durante un viaggio in Europa. A Dachau, e qualche tempo dopo ad Amsterdam, Paulo ebbe un incontro mistico con “J”, il suo futuro mentore, che lo convinse a percorrere il Cammino di Santiago de Compostela, un pellegrinaggio medievale la cui strada si snoda tra Francia e Spagna. Nel 1986 Coelho percorse il Cammino di Santiago: fu lì che riabbracciò il cristianesimo, ritrovando quella fede che gli era stata trasmessa dai gesuiti durante il periodo della scuola. Egli avrebbe descritto questa esperienza nel suo primo libro, Il Cammino di Santiago, pubblicato nel 1987 e tradotto in Italia nel 2001 da Bompiani. 
L’anno successivo, uscì la sua seconda opera, L’Alchimista (pubblicata in Italia nel 1995 da Bompiani), quella che gli consentì di ottenere una fama mondiale. Tra le altre sue opere troviamo Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto (1996), Monte Cinque (1998), Manuale del guerriero della luce (1997), Veronika decide di morire (1999), Il diavolo e la signorina Prym (2000), Undici minuti (2003), Lo Zahir (2005), Sono come il fiume che scorre (2006), Henry Drummond, il dono supremo (2007), La strega di Portobello (2007), Brida (2008), Il vincitore è solo (2009), Amore (2010), Le Valchirie (2010), Aleph (2011), Il manoscritto ritrovato ad Accra (2012) e Adulterio (2014), tutte pubblicate da Bompiani. Nel 2016 pubblica con La nave di Teseo La spia. Paulo Coelho ha ricevuto numerosi premi internazionali.
Dal 2002 è membro dell'Accademia Brasiliana delle Lettere. Insieme con la moglie Christina Oiticica divide la sua vita tra Rio de Janeiro e l’Europa. Fonte: dal sito ufficiale dell'autore

lunedì 7 agosto 2017

Il diritto di contare - FILM

Alcune volte il mondo cinematografico ci da la possibilità di conoscere storie di personaggi "minori" che però sono stati fondamentali nel progresso umano. E' quello che è successo vedendo il film "Il diritto di contare". Un film sconvolgente e sorprendente sotto tanti punti di vista. Nella corsa allo spazio degli anni 60 mai avrei pensato che i calcoli delle traiettorie venissero fatti a mano, da un team di donne (di colore) che lavoravano per la NASA. Perchè è importante sottolineare "donne di colore"? Perchè fino a pochi decenni fa (oggi sembra un tempo remoto in realtà parliamo di circa 50 anni) nell'America della Libertà, nello Stato della Virginia vigeva la segregazione razziale, con tutte le differenze del caso tra persone bianche e persone di colore. La forza di questo film e di queste donne che sono vissute realmente è proprio questa: affermarsi sia come professioniste e sia come Persone. Durante il film ci sono tante scene che fanno riflettere, una però mi ha particolarmente colpito; ad abbattere la barriera della "diversità" non è stato un evento particolare, ma attraverso la competenza, il lavoro ed i risultati ottenuti da queste "donne di colore", l'uomo bianco ha capito che se voleva guardare oltre le stelle, doveva abbattere prima di tutto le barriere culturali ed i pregiudizi che vigevano. Buona visione.

IL FILM - Recensione di Marzia Gandolfi Nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette ai neri di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d'attesa, bus sono rigorosamente separati. Da una parte ci sono i bianchi, dall'altra ci sono i neri. La NASA, a Langley, non fa eccezione. I neri hanno i loro bagni, relegati in un'aerea dell'edificio lontano da tutto, bevono il loro caffè, sono considerati una forza lavoro flessibile di cui disporre a piacimento e sono disprezzati più o meno sottilmente. Reclutate dalla prestigiosa istituzione, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson sono la brillante variabile che permette alla NASA di inviare un uomo in orbita e poi sulla Luna. Matematica, supervisore (senza esserlo ufficialmente) di un team di 'calcolatrici' afroamericane e aspirante ingegnere, si battono contro le discriminazioni (sono donne e sono nere), imponendosi poco a poco sull'arroganza di colleghi e superiori. Confinate nell'ala ovest dell'edificio, finiscono per abbattere le barriere razziali con grazia e competenza.
La qualità più grande del film di Theodore Melfi è quella di sfogliare una pagina sconosciuta della NASA. Pagina 'bianca' coniugata fino ad oggi al maschile. Se la storia, il contributo delle scienziate afroamericane alla conquista dello spazio, è una novità, la maniera di raccontarla è convenzionale ma non per questo meno appassionante. 
Il diritto di contare mette in scena efficacemente il razzismo e il sessismo ordinario dei bianchi, concentrandosi sui drammi silenziosi che muovono la Storia in avanti. Suscettibile di incontrare il favore di un largo pubblico, Melfi sa bene quando spingere l'emotività dislocando lo sguardo sul romance di Katherine e James, Il diritto di contare segue la storia dell'esplorazione spaziale americana attraverso lo sguardo di tre eroine intelligenti e ostinate che hanno cambiato alla loro maniera il mondo. Hanno doppiato la 'linea del colore', inviato John Glenn in orbita e Neil Armstrong sulla Luna...continua la lettura su www.mymovies.it 
Guarda il trailer:

martedì 25 luglio 2017

"Le sorelle" di Claire Douglas

I libri giungono a noi per essere letti attraverso diversi percorsi: acquisto volontario, suggerimento da parte di amici e conoscenze, recensioni lette su riviste, online. Questo libro è arrivato tra le mie mani in modo diverso. 
Ero andato a trovare a casa un amico che lavora per una grande casa editrice. Come abitudine l'azienda offre la possibilità gratuitamente ai propri dipendenti di riportare a casa libri di vario genere; conoscendo la mia passione per la lettura mi dice "ho riportato dei libri, alcuni sono anteprime, prendi quello che vuoi…". la mia attenzione cade su due/tre titoli ed in particolare questo: inizialmente sono stato attratto dalla copertina ed il titolo, e, leggendo la seconda di copertina anche dalla trama. Il libro una volta tornato a casa è stato sul comodino diversi mesi in attesa della lettura ed in attesa che arrivasse il suo turno.
Un libro che ho letto velocemente, la trama è avvincente e la scrittura scorrevole. Nella storia vengono messe in campo le tipiche ossessioni e i sensi di colpa dei sopravvissuti e le strane quanto inspiegabili sintonie dei gemelli.
Invidia, lussuria, avidità, menzogne..tutto ben mescolato. 
I personaggi sono descritti abbastanza bene e sia la tensione che i colpi di scena non vengono a mancare. Il libro scorre bene e lascia il lettore incollato alle pagine, il finale però risulta sbrigativo. Buona lettura. 

"Vorrei avere più sorelle, così la partenza di una non lascerebbe un silenzio come questo" (Emily Dickinson)

Il libro
LE SORELLE (Ed. Nord) - Da oltre un anno, dalla maledetta notte in cui ha perso la vita la sua gemella Lucy, Abi fa di tutto per allontanare il dolore e per prendere le distanze da ciò che può ricordarle la sorella: ha tagliato i ponti con la famiglia, si è isolata dagli amici, si è trasferita in una nuova città. Eppure, quando incontra Bea, ha l’impressione che il destino le stia dando una seconda occasione. Perché quella ragazza non solo è fisicamente identica a Lucy, ma le assomiglia pure nel modo di parlare e di vestirsi. Inoltre anche lei ha un gemello, Ben, perciò più di chiunque altro comprende il vuoto che sente Abi. E si propone di colmarlo, accogliendola nella grande casa che divide col fratello. Se con Bea è stata un’affinità istantanea, con Ben è amore a prima vista. Tuttavia, più tempo passa insieme con loro, più Abi si convince che ci sia qualcosa che non vada. All’inizio è solo una sensazione; poi, però, sono arrivate le fotografie strappate, gli oggetti spariti dalla sua camera, l’uccello morto lasciato sul letto. Sono opera di Bea, folle di gelosia per la relazione del gemello? A volte, Abi spera che sia così. Altrimenti vorrebbe dire che qualcuno ha scoperto il suo segreto…

L'autrice
CLAIRE DOUGLAS - è una giornalista che scrive da quindici anni si su quotidiani sia su riviste femminili. Tuttavia ha sempre coltivato la passione per la narrativa e il suo sogno di diventare scrittrice è diventato realtà con "Le sorelle", con cui si è aggiudicata il Marie ClaireDebut Novel Award. Attualmente vive a Barth col marito e due figli.

martedì 18 luglio 2017

IP... influenzare positivamente

"Credo che la via migliore, per riuscire ad influenzare positivamente i nostri ragazzi, sia quella di parlare loro con il cuore, non nascondendo le nostre debolezze ma raccontando come sia stato possibile superarle con la passione per ciò che facciamo." (Giacomo Sintini)

giovedì 29 giugno 2017

"Mio fratello rincorre di dinosauri" di Giacomo Mazzariol

Spesso i consigli su cosa leggere arrivano da più fonti: amici, riviste, web; in questo caso ho ascoltato qualche mese fa la trasmissione radiofonica "Deejay chiama Italia", Linus e Nicola stavano intervistando l'autore del libro Giacomo Mazzariol. Solo durante la lettura del libro scopro che era stato scritto più di un anno fa sollecitato dal successo del video "The Simple Interview" che ho visto solo dopo aver letto il libro (per chi non lo ha visto lo trovate qui di seguito).
Il libro tratta il tema della "Diversità", nel caso specifico di un bambino con la sindrome di Down. Già la "diversità"... Tutti siamo bravi in teoria ad accettarla, ci riempiamo la bocca di tanti commenti e teorie sull'apertura mentale. Facile fare esprimere giudizi sulle vite degli altri, ma come reagiamo noi quando la "diversità" bussa alla nostra porta?
L'autore, Giacomo Mazzariol, un ragazzo come tanti, racconta come ha reagito lui quando, ancora bambino, ha conosciuto il significato dell'essere diversi, quando il suo fratellino era diverso.
Giacomo non si nasconde dietro giustificazioni (anche accettabili che potrebbero concedersi ad un bambino), anzi ne mette in evidenza tutti i lati negativi. Descrive con minuziosa particolarità tutti i sentimenti di disprezzo verso questo fratello tanto diverso da lui, gli atteggiamenti e comportamenti lo hanno portato a rifiutare anche pubblicamente l'esistenza di un fratello in famiglia; tanto che alla domanda "quanti siete in famiglia?" lui rispondeva "5"...e non "6"; non veniva considerato il fratellino Giovanni, "colpevole" di essere nato con "un cromosoma in più".
E' la mamma di Giacomo che ha per lui una spiegazione che le viene dal cuore "...nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prendere come vengono. E' talmente più grande di noi, la vita. E' complessa, ed è misteriosa...L'unica cosa che si può scegliere è amare. Amare senza condizioni".
Un libro scritto che ci farà indignare, sorridere ed amare Giovanni, Giacomo e tutta la famiglia. Una storia di una famiglia italiana che potrebbe (e forse lo è) la storia di tutti noi...Buona lettura

Scheda del libro
MIO FRATELLO RINCORRE I DINOSAURI Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno  di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere. Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.

Autore
GIACOMO MAZZARIOL è nato nel 1997 a Castelfranco Veneto, dove vive con la sua famiglia. Nel marzo del 2015 ha caricato su YouTube un corto, The Simple Interview, girato assieme al fratello minore Giovanni, che ne è il protagonista. Giovanni ha la sindrome di Down. Il video ha avuto un'eco imprevedibile: i principali quotidiani gli hanno dedicato la prima pagina ed è stato commentato anche all'estero.

Il video - The Simple Interview


domenica 18 giugno 2017

"L'Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio

Per me gli autori ed i romanzi si dividono in due categorie: le scoperte e le conferme (poche volte si trasformano in delusioni). Ed è proprio quello che è accaduto con l'autrice Donatella Di Pietrantonio che ho avuto il piacere di scoprire e di leggere nel 2011 in occasione del suo primo romanzo "Mia madre è un fiume", conferma avvenuta nel 2017 quando ho letto con grande apprezzamento il suo ultimo romanzo "L'Arminuta".
L'autrice, nel frattempo conosciuta ed apprezzata dalla critica letteraria italiana, si contraddistingue per il suo stile  a volte "ruvido ed aspro" che serve per raccontare di una storia ambientata tanti anni fa (non è indicato il periodo, ma da alcuni riferimenti narrati dovrebbe essere la fine degli anni settanta), nell'entroterra abruzzese. Durante la narrazione della storia si trovano spesso espressioni dialettali che vogliono rimarcare un senso di appartenenza regionale; in un mio commento al primo romanzo avevo quasi criticato questo modo di scrivere in quanto ritenevo certe espressioni di difficile comprensione per un lettore di altre regioni (avevo suggerito di inserire una nota con traduzione) invece leggendo altri libri mi sono reso conto di quanto alcune espressioni rafforzino il discorso o la storia stessa.
Una storia che letta ai giorni nostri può lasciarci perplessi ed esterrefatti, ma se chiudiamo gli occhi, ed immaginiamo certe realtà del ns Paese di qualche decennio fa, ci è facile riscontrare come la storia della protagonista può essere la storia di tanti ragazzi e ragazze vissute in quell'epoca; magari può essere la storia di qualche nostro nonno/a...
E' la storia di quattro donne, due hanno un nome e viene ripetuto spesso nel libro, delle altre due non viene indicato il nome di battesimo, quasi a non volerle identificare con un "nome proprio". C'è "l'arminuta" la ragazza che torna nella sua casa natale che è anche la narratrice di tutta la storia, c'è la "mamma naturale" una figura austera e distante che ha come priorità quella di nutrire la famiglia assicurando un pasto ed un tetto sopra la testa e solo successivamente il compito di crescere i figli, c'è la sorella Adriana spessissimo nominata e con la quale si creerà un bellissimo rapporto ed infine c'è la zia-mamma Adalgisa, una figura controversa ma sempre presente nella vita de "l'arminuta".
Mentre leggevo il libro ed entravo sempre più nella storia, non mi sentivo un lettore ma uno "spettatore" che "guarda" ciò che accade all'interno di quella famiglia, di quella casa. Una presenza discreta. Una volta terminato il libro però ti rendi conto che le pagine sono terminate ma la storia delle quattro donne no, allora non ti resta altro che "interrompere l'osservazione", chiudere il libro e lasciare che la storia de "l'arminuta" vada avanti su pagine della storia non ancora scritte… Buona lettura e complimenti all'autrice.

Scheda del libro
L'ARMINUTA (Einaudi) - «Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza». – Ma la tua mamma qual è? – mi ha domandato scoraggiata. – Ne ho due. Una è tua madre. Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.

L'Autrice
Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Con Bella mia (Elliot 2014) ha partecipato al Premio Strega. Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017).

martedì 16 maggio 2017

"FORZA E CORAGGIO" di Giacomo Sintini

In generale mi ritengo un appassionato di sport. Amo le storie di atleti, squadre allenatori, ecc. Mi piacciono le storie che possono essere adattate alla vita quotidiana e lavorativa; attraverso queste storie spesso si trova la forza e la motivazione per superare gli ostacoli della vita.
Del mondo della pallavolo però so pochissimo, i miei ricordi si fermano al tempo di Lucchetta, Zorzi, Giani, ecc. 
Grazie ad un evento organizzato da AIDP Abruzzo e Molise ho avuto il piacere di conoscere Giacomo Sintini (detto Jack), ed ascoltare attraverso il suo racconto, la sua storia...
E' la storia narrata nel libro "Forza e Coraggio", di un uomo, un atleta, un marito, un padre. 
E' la storia di chi, vivendo serenamente la propria vita, si ritrova in un "campo da gioco buio" a giocarsi la "partita della vita"contro un brutto male: il cancro. "...Com'è possibile che io fossi pieno di tumori senza essermene accorto? Quando si sono formati? Che cosa può averli causati? Sono queste le domande che mi tengono compagnia la notte..."
Una "partita" che ha affrontato come è abituato ad affrontare tutte le partite che di solito gioca in campo, con il "gioco di squadra". 
Ed ecco il suo team: il papà medico, la moglie, la famiglia, i medici, il personale infermieristico, ed ovviamente il mondo della pallavolo che non lo ha mai abbandonato..."Non era scontato che la mia famiglia facesse squadra in modo così coeso e che imparasse a muoversi con un'intesa così perfetta, per permettermi di buttare a terra la palla.Non era scontato che riuscissimo a non cadere nella disperazione. Lo sport mi ha insegnato a non abbattermi nelle difficoltà, e tutti hanno sposato questo punto di vista..."
Non è la "semplice" storia di chi ha vinto su una terribile malattia (che poi tanto semplice non è), è la storia di chi ha saputo giocare, affidandosi al prossimo ed alla Fede in Dio; è la storia di chi è tornato alla vita, ad una nuova vita.
Buona lettura.

"...Mi piacerebbe che ci fosse in giro meno ignoranza: io per primo ero convinto che fosse il cancro a far cadere i capelli. Invece sono le cure. Chi va in giro senza capelli dovrebbe essere visto come un guerriero, non come un morto che cammina".

Scheda del libro
FORZA E CORAGGIOA trentadue anni Giacomo Sintini, detto Jack, è un campione di pallavolo. Ha vinto uno Scudetto e una medaglia d'oro agli Europei con la maglia della Nazionale. La sua carriera è in ascesa. È sposato con la donna che ama ed è da poco diventato papà. Un giorno un dolore alla schiena lo costringe a interrompere gli allenamenti. Ci vogliono mesi e decine di analisi per diagnosticargli quello che lui, ormai, immagina: "Nel buio, da solo, lo confesso a me stesso. Scandisco mentalmente la parola: tu-mo-re. È un dolore cupo, profondo. È nascosto, in un punto dove i miei occhi non possono arrivare". Un linfoma maligno, molto aggressivo. Giacomo comincia in quel momento la sua lotta: per la vita, ma anche per rimanere se stesso e non farsi rubare tutto (la serenità, i sogni) dalla malattia. La combatte con gli strumenti che gli ha dato lo sport: la capacità di fare squadra con i medici e con la famiglia e una forza e una determinazione incrollabili. Dopo un durissimo ciclo di cure e un'infezione che gli fa rischiare la vita, riesce a guarire. A lui, però, non basta: vuole tornare a giocare. "Sono circondato da amore, ma è dura. Nessuno ti dice che Lazzaro per alzarsi e camminare ci ha messo settimane, se non mesi." Con i capelli ormai quasi ricresciuti, Giacomo rientra a far parte di una delle squadre più forti al mondo, il Trentino Volley. Come nel più incredibile dei film, poco prima della finale Scudetto il palleggiatore titolare si infortuna. Tocca a Jack entrare in campo...

L'autore
GIACOMO SINTINI(Lugo di Romagna, 1979) è un pallavolista. Dai promettenti esordi nel Ravenna ha poi giocato per le squadre di serie A1 più forti in Italia e nel mondo (oltre al Trentino Volley, la Lube Macerata e la RPA Perugia). Medaglia d'oro alla Coppa Italia e alla Supercoppa italiana, alla Coppa del mondo per club e alla Coppa CEV, per due volte campione d'Italia (2006 e 2013), Sintini vanta ben settantasette presenze nella Nazionale azzurra. Nel 2013 è stato premiato come miglior palleggiatore della finale Scudetto, gara che ha consacrato il suo ritorno in campo. Ha fondato l'Associazione Giacomo Sintini, che raccoglie fondi per sostenere la ricerca medica contro leucemie e linfomi e per l'assistenza in campo oncoematologico.

lunedì 10 aprile 2017

"IL LEADER CALMO" di Carlo Ancelotti

Da diversi decenni ormai, il mondo del lavoro e delle aziende prende spunto dal mondo dello sport in quanto le dinamiche sportive si accostano bene ad alcune dinamiche aziendali soprattutto quelle legate al "teambulding" e nel commerciale le sfide ed il raggiungimento degli obiettivi; tanti altri sono i campi di applicazione. Atleti, allenatori, giornalisti, ecc vengono chiamati nelle conferenze aziendali (anche ben pagati) per dare la loro testimonianza.
Da qualche decennio anche il mondo dello sport, in particolare il calcio prende spunto dal mondo delle aziende per trovare applicazione nell'organizzazione delle società calcistiche. Ecco allora che si inizia a parlare di budget, conto economico, ristorno degli investimenti, diversificazione , addirittura quotazioni in borsa.
Una volta, in entrambi i mondi, quello calcistico e quello aziendale, si dava molta importanza al "settore giovanile", ai nuovi assunti, dando loro la giusta formazione ed il giusto tempo per assimilare: concetti e competenze nel lavoro, tecnica e gioco di squadra nel calcio. Oggi però il "tempo è denaro" e non si è più disposti ad e spettare; tutto viene accelerato, intensificato, esasperato. "Tutto e subito" è il motto di alcuni AD e presidenti delle società; si cercano manager ed allenatori capaci, in massimo due anni, a raggiungere obiettivi stabiliti dalla società o consiglio di amministrazione. Poche volte ci si riesce, il tutto però a forte scapito del gruppo, degli atleti (lavoratori) e dell'azienda (società sportiva) stessa.
In questo clima frenetico, c'è chi con il suo atteggiamento e stile calmo ha saputo farsi apprezzare e vincere più di tanti altri, un allenatore di calcio: Carlo Ancelotti.
Ho terminato da poco la lettura del suo libro "Il leader calmo", una bella lettura che mi ha consigliato il mio amico Massimo Barbieri, e che a mia volta consiglio vivamente sia a chi opera nelle aziende, sia a chi opera nello sport.
Una lettura meditativa e riflessiva proprio come nello stile di Ancelotti.
Il libro, scritto con il supporto di C.Brady e M.Forde, si divide in dieci temi principali: esperienze, la cultura, la gerarchia, il talento, il luogo di lavoro, la responsabilità, il prodotto, i dati, la crescita, i valori. Ogni argomento è accompagnato da una scheda riepilogativa "riepilogando" e la testimonianza di chi ha avuto modo di entrare in contatto con Carlo Ancelotti: giocatori, presidenti, allenatori avversari, giornalisti, ecc.
Un libro che restituisce ai due mondi, calcistico ed aziendale, la giusta visione e la giusta priorità: le Persone. Senza di esse, la loro motivazione ed il giusto allenamento non si vince, non si raggiungono gli obiettivi e non si fa business…Buona lettura. 

"Tutti abbiamo voglia di vincere, ma non tutti abbiamo voglia di preparare una vittoria" (Bill Parcells)

Il libro
IL LEADER CALMOCarlo Ancelotti è uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. La sua bacheca parla di uno Scudetto, due Champions League, un Mondiale per Club, due Supercoppe Uefa, una Supercoppa Italiana e una Coppa Italia con il Milan; di una Premier League con il Chelsea, una Ligue 1 con il Paris Saint-Germain, di una Liga e soprattutto della sospiratissima Décima Champions League vinta con il Real Madrid.Eppure il suo stile è sempre stato improntato all’autoironia, alla signorilità e al fair play, lontano dagli eccessi teatrali, isterici o guerreschi di molti colleghi. Ancelotti è un leader calmo e in questo libro apre le porte del suo spogliatoio per rivelarci i suoi segreti: cosa significa che il gruppo di lavoro e il club devono essere concepiti come una famiglia? Quali sono i primi passi da fare in una nuova realtà all’estero? Come si sceglie il capitano della squadra, come si gestiscono i leader carismatici e i fuoriclasse, le pressioni della dirigenza e quelle dei tifosi, i trionfi e le sconfitte? «Un leader non dovrebbe mai aver bisogno di usare il pugno di ferro. L’autorità dovrebbe essere il risultato della stima e della fiducia» sostiene Ancelotti. E di certo, con i suoi metodi, ha conquistato quella di una star globale come Cristiano Ronaldo, di un guerriero come Zlatan Ibrahimovic, di campioni come Paolo Maldini e Alessandro Nesta, di avversari come Sir Alex Ferguson e di un capo come Adriano Galliani, che intervengono nel libro per raccontare il loro Carlo. Scritto a sei mani con l’esperto di management Chris Brady e con il suo ex collaboratore Mike Forde, Il leader calmo è un memoir ricco di episodi inediti e allo stesso tempo un manuale semplice e ricco di spunti, rivolto non solo agli appassionati di calcio ma a chiunque si trovi quotidianamente a guidare o a lavorare in un gruppo.

L'autore
CARLO ANCELOTTIè nato a Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia, nel 1959. Ha giocato nel Parma, nella Roma e nel Milan. Dopo essere stato viceallenatore della Nazionale italiana al fianco di Arrigo Sacchi ha allenato la Reggiana, il Parma, la Juventus, il Milan, il Chelsea, il Paris Saint-Germain e il Real Madrid. Dal 1° luglio 2016 è passato alla guida del Bayern Monaco. Condivide con Bob Paisley il record di tre Champions League vinte. Per Rizzoli ha pubblicato Preferisco la Coppa (2009), scritto con Alessandro Alciato, e Il mio Albero di Natale (2013), a cura di Giorgio Ciaschini.

domenica 5 febbraio 2017

"NETWORKING & LAVORO - Come valorizzare le relazioni professionali" di Marco Vigini

Il motto di questo libro si potrebbe riassumere in questa frase: “Non è mai troppo tardi per avere una vita professionale ricca e felice”. Infatti in un momento può accadere ciò che non si sperava potesse avvenire in una vita. La maggioranza di noi tende a guardare lontano e a cercare chissà dove le proprie felicità, anche lavorative. In realtà la vera magia è cercare in noi la scintilla che è pronta ad accendersi in ogni momento ed alimentarla anche e soprattutto attraverso le relazioni il “networking”. Se ci riflettiamo è una pratica che facciamo tutti i giorni: per fare business, trovare amici, viaggiare, ecc. A livello lavorativo il networking è utile per : fare il proprio lavoro, per avere informazioni, per farsi conoscere, per cercare lavoro. Potremmo definire il NW dicendo che è “un inesauribile impegno a costruire relazioni vere, ricche e durature”. Il segreto di un NW ottimale è prima di tutto scoprire cosa poter fare per qualcun altro. Si tratta di un atteggiamento mentale di apertura e non un atteggiamento che deve per forza portare ad una conclusione. Fare NW non si traduce in una richiesta di lavoro. Il testo si presenta come un utile strumento per tutti coloro che sono alla ricerca di nuove opportunità professionali ed avranno la possibilità di raccoglierle in modo autonomo utilizzando strategie positive del NW. Buona lettura.

SCHEDA DEL LIBRO
Il libro presenta il networking come un nuovo paradigma del mercato del lavoro grazie a una metodologia scientifi ca, rigorosa e innovativa. Il tema viene affrontato attraverso testimonianze ed esperienze sul campo, per trasmettere al lettore strumenti utili e facili da usare, in grado di rafforzare e ampliare la rete di relazioni, anche attraverso un uso consapevole e strategico di LinkedIn, che diventa il "braccio armato" del networking. Il networking trova quindi, in questo volume, la dignità di una vera e propria competenza manageriale sempre più strategica in un mercato del lavoro che sta vivendo un'evoluzione straordinariamente veloce, anche grazie alla rivoluzione digital cui stiamo assistendo.

L’AUTORE

Marco Vigini - Laurea in giurisprudenza, master in analisi transazionale e diploma di counselor. Vanta un'esperienza di oltre 21 anni nella direzione delle risorse umane.Gli ultimi 8 anni li ha sviluppati nella consulenza HR sia nella gestione del business della selezione permanente sia nello sviluppo di progetti di employability nell'ambito dello strumento del networking. Responsabile nazionale presso Orienta della business line della selezione permanente, è anche consulente presso Eupragma su tematiche riguardanti il benessere e il cambiamento organizzativo.

domenica 29 gennaio 2017

"NARCISELFIE- il narcisismo esponenziale dell'epoca digitale" di S.Greco, S.Valota

Dobbiamo proprio prenderne atto: viviamo ormai in un’epoca in cui il narcisismo
Copertina:"narciso" opera di M.Prenna
riguarda da vicino ognuno di noi. Ostentare se stessi è diventato una condizione “normale” della nostra esistenza nell’era digitale. Chi più, chi meno, certamente. Ma, con le nuove tecnologie, siamo tutti impegnati a esibirci per celebrare il nostro Ego come mai prima nella storia.

Narciselfie: un neologismo apparso di recente nel web e che simbolicamente richiama questo atteggiamento di continua spettacolarizzazione del proprio Io in chiave social e digitale.

Non soltanto persone, ma anche istituzioni e governi manifestano il loro narcisismo esponenziale. Perché Narciselfie è uno dei tratti distintivi del nostro tempo.

Questo libro ha il pregio di approfondirlo in modo sistematico, esplorandone ogni sfumatura psicologica e sociale. Giocando anche a romanzarlo con racconti brevi, per descrivere con leggerezza fatti di vita vissuta. O che potrebbero accadere domani

COMMENTO
Narciso è tornato, più bello che mai. E vive nelle persone come nelle organizzazioni. Ognuno si specchia nel suo dispositivo digitale e non può fare a meno di farsi un selfie. Essere e apparire ormai coincidono. Le facce diventano facciate. L’essere sempre connessi facilita il culto della propria immagine.

Benvenuti nel mondo del Narciselfie!

AUTORI
Stefano Greco (Roma, 1967) psicologo, saggista, consulente per lo sviluppo delle organizzazioni e formatore. Ha pubblicato con Franco Angeli Editore e la Piccola Biblioteca d’Impresa INAZ.
Silvio Valota (Milano, 1949) formatore, pittore e scrittore, con romanzi, racconti (disponibili su amazon.it) e testi manageriali (Franco Angeli Editore e San Paolo Edizioni). 

lunedì 2 gennaio 2017

"L'arte del piacere e di piacermi" di Salvatore Valenti

Leggere è abbastanza semplice, si è li come gli spettatori di un film, dove per certi versi è facile fare commenti e critiche. Differente è mettersi nei panni del protagonista del film, in questo caso l'autore del libro; soprattutto quando, l'autore in questione non è un professionista della scrittura ma un uomo come noi che si è cimentato con la scrittura di questo suo primo libro. Scrittura e meditazione che lo hanno accompagnato per sei anni.
Quando si decide di scrivere un libro ci si espone al pubblico ed al suo giudizio, e per fare questo ci vuole coraggio. Ecco perchè, appena saputo della pubblicazione mi sono complimentato con lui ancor prima di averlo letto.
Salvatore Valenti è il collega di lavoro, il vicino di casa, il compagno della squadra di calcio, insomma è una persona come tutti noi, ed è per questo che ha voluto scrivere la sua storia perché attraverso il suo racconto ognuno di noi può rivedersi e rendersi conto che certe problematiche si possono affrontare e superare.
Già perché il libro "L'arte del piacere e di piacermi" tratta di due argomenti difficili e che spaventano: mobbing e depressione.
L'autore li affronta a suo modo, guardando i problemi in faccia e con l'aiuto delle persone che da sempre lo accompagnano nella vita: la sua Famiglia.
Una storia che inizia in Sicilia e che, come spesso accade alle famiglie del meridione si sposta al nord Italia per opportunità lavorative. Per Salvatore e la sua famiglia però questa non diventa una costrizione, anzi, per sua natura di persona solare, si inserisce nel tessuto sociale della nuova città fino ad esserne parte integrante. Lavoro e soddisfazioni professionali lo gratificano fino però a trovarsi in una spirale sconosciuta e che inizialmente non è in grado di vedere e gestire, perché il suo avversario è invisibile e vigliacco: il mobbing. Per sua natura il mobbing è invisibile e difficile da provare nel mondo "reale" e questo provoca nella vittima (il termine è corretto) insicurezza e depressione che in casi più gravi porta alla morte… non per il protagonista del libro.
Tante analogie e similitudini con la mia vita, essendo l'autore un mio coetaneo ed avendo vissuto eventi professionali (nel bene e nel male) simili.
Un libro scritto volutamente in prima persona al fine di far immergere il lettore nella storia e nella vita del protagonista. Attraverso le descrizioni attente e puntuali si possono immaginare i paesaggi della Sicilia così come quelli della Lombardia.
un viaggio tra due regioni, ma anche un viaggio nei quaranta anni della sua vita  vissuta tra gioie, delusioni e l'amore…
Buona lettura a tutti e grazie Salvatore.

"…Continuo a pensare e credere che piacersi sia un'arte ed io mi piaccio per come sono e per quello che ho fatto fino ad oggi, fino ai miei primi quarant'anni… e se è vero che dopo i quarant'anni si vive una nuova vita, sono pronto!"

SCHEDA DEL LIBRO
"L'arte di piacermi"… Un titolo che esprime già da sé la mia personalità e il significato ultimo di questa mia storia di vita. Ho sempre pensato che piacersi sia il primo passo per piacere agli altri e per vivere più serenamente, affrontando con spirito combattivo le difficoltà. Credo che piacersi sia una vera e propria arte, un lavoro interiore lungo e faticoso che vale la pena di essere svolto. racconterò gioie e traguardi professionali come l'apertura della mia pizzeria, così come cadute e insuccessi. Anche se è stata dura superare le difficoltà sono fiero di poterne parlare ora con serenità, consapevole di aver lottato e di esserne uscito più forte di prima.

L'AUTORE
Salvatore Valenti - nato a Gattinara (VC) nel 1972 ed ha vissuto tutta la sua infanzia in Sicilia, a Caronia (ME) fino ai 23 anni quando si è trasferito a Cologno Monzese (MI) dove vive attualmente. Da oltre venti anni lavora nel campo della ristorazione e tra gli hobbies c'è la scrittura. "L'arte di piacermi" è il suo primo libro.