Partiamo dalla sua definizione,
cosa vuol dire “Welfare aziendale?”. Sul dizionario “welfare” significa
Benessere, ma anche Sussidi per la sanità, la previdenza e i servizi alla
persona. Aziendale significa messo in atto dall’azienda, un investimento. In sintesi,
si tratta di tutte le iniziative che un’azienda
pone in essere per favorire il benessere, la salute e la sussistenza dei
propri lavoratori.
"Al fianco dei tradizionali bisogni sociali le politiche di welfare sono chiamate a rispondere a nuove e pressanti esigenze dei cittadini. I servizi alla persona sono uno dei capitoli crescenti e meno tutelati delle nuove politiche di welfare: servizi di baby sitting, lavori domestici, assistenza agli anziani e alle persone non autosufficienti. Questi bisogni sono in costante crescita soprattutto in ottica di conciliazione degli impegni di lavoro con gli impegni domestici e familiari e rappresentano una sfida per tutti i lavoratori europei , e più in particolare per le donne…Il welfare informale è la principale risposta ai servizi alla persona. Quasi 2 milioni e 600 mila famiglie si sono rivolte al mercato per acquistare servizi di collaborazione domestica, di assistenza agli anziani o a persone non autosufficienti e di baby-sitting. Prestazioni che sono garantite il più delle volte tramite lavoro irregolare e in nero. Il 27,7%, infatti, del lavoro domestico inteso in senso lato è "in nero" e il 38,8% appartiene alla cosiddetta area grigia, in altri termini quasi il 70% di questo settore è irregolare…"
Il welfare sarà sempre meno statale e sempre più aziendale. E' un processo obbligato, perché se le risorse pubbliche disponibili tendono a diminuire e le esigenze di welfare da parte dei cittadini tendono ad aumentare; è inevitabile che il welfare contrattuale diventi sempre più complementare e, in alcuni casi, persino sostitutivo del sistema pubblico.
Nel libro vengono approfonditi ed illustrati modelli già applicati in altri Paesi e che potrebbero applicarsi anche nel nostro Paese. i capitoli a mio avviso più significativi in tal senso sono:
- il voucher universale per i servizi alla persona in Europa: un modello per l'Italia;
- Welfare aziendale: opportunità di tutela delle persone e di sviluppo delle comunità;
- Lo smart Working;
- Il Welfare come leva strategica per la produttività aziendale. L'esperienza di ValoreD.
Non solo un semplice libro, ma un
vero vademecum dedicato alle grandi ma soprattutto alle piccole aziende, perché
il “Welfare”, il “Benessere” non è una questione riservata alle aziende
“grandi”; è soprattutto una questione culturale che alla base deve avere il
desiderio da parte del datore di lavoro di applicarlo per il bene dei suoi
dipendenti e della sua azienda… buona lettura.
“IL FUTURO DEL WELFARE E’ IN AZIENDA” (ed Guerini NEXT) 20,00 euro -
Sono sempre più numerose le aziende che offrono benefit e servizi welfare ai
propri dipendenti. La retribuzione del lavoro sta cambiando pelle e vicino al
salario monetario sta crescendo il salario sociale, ossia la retribuzione in
natura, più conveniente sul piano fiscale e contributivo. Si tratta del
cosiddetto welfare aziendale che permette di remunerare i dipendenti con una
serie di servizi alla persona e di sostegno al potere d’acquisto tramite
l’offerta di servizi di assistenza per i propri famigliari, sia bambini sia
anziani non autosufficienti, buoni spesa, buoni pasto, iniziative di
conciliazione tra vita privata e lavoro, contributo per l’acquisto di libri per
i propri figli, assicurazione sanitaria e via dicendo. Complice la lunga crisi
economica di questi anni, molte aziende non sono più in grado di sostenere
aumenti monetari per i propri dipendenti e grazie ai vantaggi fiscali del
salario sociale ricorrono ai piani di welfare aziendale. Si tratta, si badi
bene, di un sistema virtuoso che conviene a tutti: all’azienda che migliora la
produttività, ai dipendenti che vedono aumentare il loro potere di acquisto e
allo stato che può fare affidamento su una fonte di finanziamento aggiuntiva
per le politiche sociali. Lo sviluppo e la centralità del welfare aziendale
prende piede, infatti, all’interno della crisi di sostenibilità del nostro
modello di stato sociale e dalla conseguente necessità di individuare nuove leve
di finanziamento della spesa sociale in un’ottica integrativa rispetto al ruolo
dello stato. Questo libro offre un contributo alla diffusione e
sensibilizzazione a tutti i livelli, istituzionali, politici, sindacali e
aziendali, dall’assoluta necessità di porre la questione del welfare aziendale
al centro del confronto e dell’iniziativa di ciascuno, quale leva
irrinunciabile di crescita e benessere per il ns Paese.
FILIPPO DI NARDO: è un giornalista specializzato sul mercato del
lavoro e saggista. Direttore responsabile di “Kongnews.it” e già direttore
responsabile del bimestrale “Human Training” ha collaborato con Italia oggi,
Europa e Technopolis. E’ autore televisivo di di vari programmi sul lavoro, tra
cui Eureka, format di Walter Passerini. Ha scritto numerosi saggi sul lavoro e
l’impresa.
"Il Capitale Umano è fatto non solo di un patrimonio di competenze e abilità tecniche, ma anche di abilità non cognitive, come la motivazione o le attitudini verso il futuro e le condizioni di salute. Il capitale umano comprende tutto ciò che influenza la capacità degli individui di produrre e creare reddito, oltre alla forza delle loro braccia: la salute fisica e mentale ne è una determinante fondamentale" (Ignazio Visco)