“Cosa vuoi fare da grande?”.
Quante volte ci hanno posto questa domanda; quante volte l’abbiamo formulata
noi. Una domanda come si diceva “da 1.000.000 di dollari”; alla quale fino a
qualche anno fa si poteva dare una risposta, una strada da percorrere per il
medio e lungo periodo.
Sono della generazione degli anni
settanta, i quarantenni di oggi. Giovani orientati a intraprendere studi
tecnici dove era importante prendere “il pezzo di carta”, essere pratici per
trovare il “posto fisso” in una nazione in pieno boom economico. Competenze
tecniche più importanti rispetto a quelle che oggi si definiscono “soft
skills”; era importante relazionarsi con il territorio locale e la conoscenza
delle lingue straniere (es l’inglese) era solo per i pochi che potevano permetterselo
(o che avevano genitori di larghe vedute)
Oggi il mondo del lavoro è
cambiato, il mondo stesso è oggi “più piccolo”, le distanze si sono accorciate
grazie al fatto che gli spostamenti sono più brevi e meno costosi, ma
soprattutto dal fatto che si è connessi in tempo reale con il mondo. La
conoscenza dell’inglese, non è più complementare al percorso formativo; è un
requisito fondamentale per relazionarsi ed essere competitivi in un mercato del
lavoro globale.
Per rispondere alla domanda “Cosa
vuoi fare da grande?” serve una collaborazione e comunicazione costante tra
scuola, famiglia, giovani e mondo del lavoro; mondi che sono in continua
evoluzione, trasformazione e innovazione.
Un libro, una riflessione che
sarà sicuramente utile a chi opera nelle scuole, nel mondo del lavoro, ma
soprattutto ai giovani ed alle loro famiglie.
Scheda
"LA RICREAZIONE E' FINITA" - La disoccupazione giovanile nel nostro Paese ha cause
ben più profonde e lontane della crisi economica. Il problema è che i ragazzi
italiani non sono preparati al lavoro del Ventunesimo secolo. E le famiglie,
con i loro pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni, sono spesso le prime
fabbriche di disoccupati. Quello che i datori di lavoro cercano oggi nei
giovani è molto diverso da ciò che volevano cinquant’anni fa: meno “mestiere” e
più senso di responsabilità, spirito critico e capacità di comunicare con gli
altri. Per questo i genitori non riescono a capirlo. E per questo la scuola e
l’università, a parte poche eccezioni, non riescono a insegnarlo. Ma i giovani
italiani e le loro famiglie non possono aspettare la riforma epocale di cui
l’istruzione italiana avrebbe bisogno. Hanno domande alle quali è urgente dare
una risposta. Quale percorso scolastico scegliere? Perché la laurea non basta
più? Quali esperienze extrascolastiche sono più utili? Come trovare il lavoro
giusto? Come si può correggere il tiro quando il percorso scelto non porta i
risultati sperati? Roger Abravanel e Luca D’Agnese, attraverso l’analisi dei
dati più significativi sull’istruzione e sull’occupazione, interviste a
imprenditori e responsabili delle risorse umane e racconti in presa diretta di
tanti ragazzi che “ce l’hanno fatta”, mostrano come questo sia possibile. Si
deve provare da soli a costruire il percorso migliore per sé, perché disegnare
il proprio futuro si può.
Autori:
Roger Abravanel: è consigliere
di amministrazione di aziende italiane e internazionali. È autore di
Meritocrazia (2008) e, con Luca D’Agnese, di Regole (2010) e Italia, cresci o
esci (2012). – Luca D’Agnese: è stato partner di McKinsey e amministratore
delegato di aziende del settore energetico. Attualmente è responsabile di Enel
per l’America Latina
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