venerdì 29 novembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
"L'acustica perfetta" di Daria Bignardi
Quando si legge un libro scritto da un personaggio televisivo e conosciuto, si potrebbe cadere nell'errore di dare un voto al personaggio e non all'opera, facendo in questo caso un grosso torto proprio all'autore (in questo caso autrice) che vorrebbe e vuole essere valutata per ciò che ha prodotto e non per ciò che appare sul piccolo schermo. In passato non l'ho mai fatto e non lo farò nemmeno oggi che mi trovo a giudicare (nel mio piccolo) questo libro all'interno della rosa dei tre finalisti del "Premio Penne" ed 2013.
Preferisco scrivere oggi questa mia riflessione prima che inizino gli incontri con gli autori senza essere influenzato da altri commenti, ma soffermandomi solamente su quello che ho letto in questi giorni.
Concordo con quanto scritto nella seconda di copertina "Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquietante e vibrante…".
Mi ha molto colpito la capacità dell'autrice di "entrare nella parte" e descrivere in chiave maschile le varie vicende, anche quelle descrizioni che sono tipiche dell'uomo medio… Questo suo talento letterario a fatto pensare a qualcuno (diffidente) che "non era proprio tutta farina del suo sacco" e che il libro sembrava scritto da un'altra persona…
Forse il talento è anche questo: avere la capacità di estraniarsi dal proprio essere donna ed entrare nella parte di un uomo (questa volta). Negli altri due libri infatti, la Bignardi descriveva personaggi femminili, sicuramente più facili da gestire per una Donna.
Il libro è molto ben articolato e offre diversi spunti di riflessione se chi lo legge è una persona tra i 40/60 anni; una persona cioè che in parte ha vissuto le esperienze di vita dei protagonisti.
Sempre nella seconda di copertina, si pongono diversi quesiti, che posso essere letti sia in chiave femminile che maschile…ognuno come può...che di seguito riporto:
- "Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero?"
- "Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui?"
- "Si può vivere senza esprimere se stessi?"
- "E come incide il dolore nelle nostre vite?
- "Abbiamo tutti le stesse carte in mano?"
A tutte queste domande, rispondo con un "SI". Un "si" che può essere triste, ed infatti lo è… ma la vita non è semplice e le Persone con il loro comportamento, le loro paure, i rimorsi, i segreti la complicano ancor di più.
Allora in alcuni casi ci troviamo a condividere la nostra vita con persone che non conosciamo veramente fino in fondo: mariti, mogli, alcune volte genitori, amici, ecc. Non approfondiamo la conoscenza per comodità, per quotidianità o per paura… Già la paura, paura forse di non essere contraccambiati? Paura di scoprire qualcosa di scomodo?
Così, un Valore come la "FIDUCIA" che da giovani è uno dei Valori principali in una coppia con il passare del tempo non diventa poi così importante e determinante per un rapporto di coppia.
Viviamo una vita che non ci appartiene, dovrei dire "sopravviviamo" mettendo in secondo piano i nostri veri sentimenti, i nostri sogni, il nostro piacere; quanto volte vediamo cose e le accettiamo per quieto vivere?
Come reagiamo ai grandi dolori della Vita? Sappiamo superarli o ce ne facciamo travolgere, travolgendo anche la nostra famiglia e le persone a noi care?
Abbiamo tutti le stesse carte?… Non le abbiamo, nel mazzo non ci sono doppioni (Jolly a parte...) ognuno ha le sue carte e deve usarle al meglio nella lunga partita della vita…
Che aggiungere ancora? Buona lettura…
"L'ACUSTICA PERFETTA" (ed Mondadori) - Arno e Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio d'estate lei lo lascia, dicendogli che "le piacciono gli amori infelici". Si ritrovano molti anni dopo, decidono di sposarsi: sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno è convinto di darle tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le bugie che affiorano poco a poco. In fondo, la sua vita gli piace così com'è: suona il violoncello alla Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita, non si fa domande. Ma il disagio di Sara col tempo aumenta, finché una mattina Arno non sarà costretto da un evento inconcepibile a chiedersi chi è davvero la persona con cui ha vissuto tredici anni, la donna che ama da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili.
Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano?Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga, L'acustica perfetta ha la delicatezza di un romanzo di formazione - la formazione di un uomo adulto, di un amore - e la rapinosa potenza di un romanzo d'indagine.
Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquieta e vibrante. Un percorso verso la verità che si cela al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge anche dalle persone amate, un viaggio nel profondo, dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. Fino all'imprevedibile finale.
DARIA BIGNARDI - Conduttrice televisiva, giornalista e scrittrice, Daria Bignardi comincia
presto la gavetta nel mondo del giornalismo. Nata a Ferrara il 14 febbraio 1961, acquisisce il titolo di giornalista professionista nel 1992. Ma già qualche tempo prima inizia a lavorare in Rai come redattrice del programma di Rai Tre intitolato "Milano, Italia".
Nel 1994 partecipa come inviata al programma culturale "Punto e a Capo", trasmesso su Rai Due. Prima di accedere alla professione giornalistica frequenta il Liceo Classico, e poi decide di iscriversi al DAMS di Ferrara, optando per la Facoltà di Lettere e Filosofia. Tuttavia ben presto si pente della scelta fatta (in particolare, non le garba l'ambiente universitario), così si iscrive alla Facoltà di Lettere, senza però arrivare a conseguire la laurea.
Trasferitasi a Milano nel 1984, comincia a collaborare con il gruppo Mondadori, in particolare alle riviste "Chorus" e "Panorama". Oltre all'esperienza televisiva in Rai, fatta negli anni giovanili, Daria Bignardi vanta un curriculum di tutto rispetto anche nelle reti Mediaset.
La grande occasione arriva nel 1995 quando le viene chiesto di sostituire la conduttrice Alessandra Casella nella rubrica "A tutto volume" (con David Riondino), dedicata al mondo dei libri e trasmessa su Canale Cinque. Negli anni successivi, passa a condurre "Corto Circuito", un altro interessante talk show di tipo culturale.
Dal 1998 al 2001 Daria Bignardi conduce "Tempi moderni" su Italia Uno: si tratta di un programma originale nel format e innovativo nei contenuti, ispirato a quelli che fanno grande audience negli Stati Uniti d'America. Ma per la maggior parte delle persone la figura di Daria è legata alla conduzione della prima e seconda edizione del "Grande Fratello", trasmesse entrambe su Canale Cinque.
La conduttrice riscuote un grande consenso dal pubblico, tuttavia nella successiva (terza) edizione del realityBarbara D'Urso prende il suo posto. Nella stagione televisiva 2004/2005 la popolare conduttrice approda su LA7, al timone di un programma da lei stessa ideato, "Le invasioni barbariche". Questa esperienza è foriera di numerosi e importanti riconoscimenti, tra cui il Telegatto e l'Oscar Tv, vinti entrambi nel 2007.
Nel 2009 ritorna negli studi della Rai, e questa volta le viene affidato un nuovo programma dal titolo "L'era glaciale", in onda su Rai Due. Ma a causa di uno spiacevole episodio riguardante il cantante Morgan, i rapporti con i dirigenti Rai e la Bignardi si deteriorano. La giornalista decide di rescindere il contratto di quattro anni che la lega all'emittente televisiva nazionale.
Nel 2004 convola a nozze con un collega, il giornalista Luca Sofri. La coppia ha una bambina, Emilia. Dal precedente matrimonio con Nicola Manzoni, Daria ha avuto un altro figlio, chiamato Ludovico. Qualche anno fa, nel 2009, la conduttrice pubblica la sua biografia, intitolata "Non vi lascerò orfani": la critica e il pubblico sembrano apprezzare molto le doti creative della giornalista. Collaboratrice del settimanale femminile "Vanity Fair", Daria Bignardi cura anche un blog dove pubblica le sue riflessioni su fatti di attualità.
Dal 1995 al 2008 ha condotto ogni giovedì su Radio DeeJay la rubrica di libri "La mezz'ora Daria", con Linus eNicola Savino. Nel 2010 torna su La7 con "Le invasioni barbariche".
lunedì 25 novembre 2013
la ciotola
Un esperto di cose antiche gironzola in un borgo e si accorge stupito che il gatto di un ciabattino sta bevendo il latte da una ciotola antica e preziosa. è pronto ad acquistarla, ma pensa che se il ciabattino intuisse quanto quella ciotola sia importante per lui, potrebbe tirare vertiginosamente sul prezzo. allora comincia a prodigarsi in complimenti verso il gattino, e sostiene che sarebbe la gioia delle sue figlie, e che manca proprio un gattino del genere a completare la sua felicità familiare, e quanto è bello, e quanto è tenero, e così via.
alla fine contrattano un po' e il gattino è suo.
poi, tenta il colpo finale:
"però però... il gattino mi sembra proprio abituato alla sua ciotola... non vorrei mi soffrisse di inappetenza... come ci torno poi qui? facciamo così, mi venda anche la ciotola, via"
"la ciotola? - fa il ciabattino - niente affatto... questa ciotola lei non sa quanti gattini mi fa vendere ogni mese!"
alla fine contrattano un po' e il gattino è suo.
poi, tenta il colpo finale:
"però però... il gattino mi sembra proprio abituato alla sua ciotola... non vorrei mi soffrisse di inappetenza... come ci torno poi qui? facciamo così, mi venda anche la ciotola, via"
"la ciotola? - fa il ciabattino - niente affatto... questa ciotola lei non sa quanti gattini mi fa vendere ogni mese!"
la misura dell'intelligenza… by Albert Einstein
"La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario (Albert Einstein)
domenica 24 novembre 2013
"Ironia" di Beppe Severgnini
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"L'ironia, insieme alla misericordia, è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza, una prova continua di umanità". (Beppe Severgnini)
"L'ironia, insieme alla misericordia, è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza, una prova continua di umanità". (Beppe Severgnini)
Think outside the box
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"...Siate originali: pensate fuori dagli schemi. Anche perché negli schemi/nella scatola, c'è molta concorrenza e poca fantasia. Esiste, ovviamente, una differenza tra originalità ed eccentricità. La prima comporta un approccio insolito ed efficace ai problemi; la seconda spiazza la controparte, e spesso la mette a disagio…"(B.S.)
"...Siate originali: pensate fuori dagli schemi. Anche perché negli schemi/nella scatola, c'è molta concorrenza e poca fantasia. Esiste, ovviamente, una differenza tra originalità ed eccentricità. La prima comporta un approccio insolito ed efficace ai problemi; la seconda spiazza la controparte, e spesso la mette a disagio…"(B.S.)
"Tecnico e Artista" di Primo Levi
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"Tra un tecnico e un artista c'è una grande differenza, nell'immaginario collettivo. Eppure, se sono bravi, i due hanno in comune una caratteristica: sanno fare qualcosa. In molti casi, sono capaci di pensare con le mani. Un artista senza tecnica è velleitario: ha un'idea in mente, ma non sa come metterla in pratica. Un tecnico senza il GUSTO DELLE COSE sarà adeguato, mai eccellente". (leggete "La chiave a stella" di Primo Levi)
Primo Levi |
sabato 23 novembre 2013
"Cambiamento" by Beppe Severgnini
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"...Cambiamento non è sinonimo di miglioramento: si può cambiare in peggio. Non è neppure garanzia di aggiornamento. Il cambiamento è un processo, non un punto d'arrivo. Nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi, improvvisi non lo sono veramente…" (Marcello Fois)
"...Cambiamento non è sinonimo di miglioramento: si può cambiare in peggio. Non è neppure garanzia di aggiornamento. Il cambiamento è un processo, non un punto d'arrivo. Nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi, improvvisi non lo sono veramente…" (Marcello Fois)
venerdì 22 novembre 2013
Insegnante… by B.Severgnini
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"… Oggi vedo uscire certe facce, dalla mia vecchia scuola: mettono tristezza. Sbaglierò, ma un bravo professore riesce a cavare oro da qualunque sasso. Se non è proprio oro, sarà argento: l'importante è trovarlo. Un insegnante è un minatore di talento. Non ha il diritto di estrarlo: ne ha il dovere. Ha di fronte gli stessi ragazzi, giorno dopo giorno. Sa dove cercare, se ha voglia di farlo…" (Beppe Severgnini)
"… Oggi vedo uscire certe facce, dalla mia vecchia scuola: mettono tristezza. Sbaglierò, ma un bravo professore riesce a cavare oro da qualunque sasso. Se non è proprio oro, sarà argento: l'importante è trovarlo. Un insegnante è un minatore di talento. Non ha il diritto di estrarlo: ne ha il dovere. Ha di fronte gli stessi ragazzi, giorno dopo giorno. Sa dove cercare, se ha voglia di farlo…" (Beppe Severgnini)
"Siate ottimisti" by Beppe Severgnini
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"I motivi per essere pessimisti ci sono sempre. Anche quelli per essere ottimisti. E' una questione di atteggiamento. Anzi di testa…" (B.Severgnini)
"I motivi per essere pessimisti ci sono sempre. Anche quelli per essere ottimisti. E' una questione di atteggiamento. Anzi di testa…" (B.Severgnini)
"I Sensi" by Leonardo Da Vinci
tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini
"La persona media guarda senza vedere, sente senza ascoltare, tocca senza sentire, respira senza percepire i profumi, mangia senza gustare, parla senza pensare" (Leonardo Da Vinci)
"La persona media guarda senza vedere, sente senza ascoltare, tocca senza sentire, respira senza percepire i profumi, mangia senza gustare, parla senza pensare" (Leonardo Da Vinci)
giovedì 21 novembre 2013
"Italiani di domani" di Beppe Severgnini
La dedica "Per Antonio, che compie vent'anni". Un libro apparentemente dedicato solo ai ventenni, ma come vedremo non è così. Già, perché "Italiani di domani" di Beppe Severgnini si rivolge a tutti: ai giovani, ai ventenni che si stanno affacciando sul mondo reale del lavoro e sul palcoscenico della vita; ma anche ai genitori/adulti che hanno (abbiamo) il dovere e il piacere di guidare i giovani "verso il domani".
Il libro, che mi è stato consigliato dall'amico Massimo B. (ormai mio "pusher culturale"), è stato per me molto interessante per vari aspetti.
Ho 40 anni, un'età che mi permette ancora di guardare al futuro con un certo ottimismo, ma allo stesso tempo sono padre di due splendidi (per i genitori i figli sono tutti splendidi) bimbi che saranno fra poco gli "italiani di domani". Nel mio lavoro, inoltre, mi trovo a confrontarmi spessissimo con la "generazione dei ventenni": ascoltare i loro sogni, le speranze, le paure, le tante incognite…
Un libro quindi che mi sento di consigliare a tutti: ai miei coetanei, ai mie figli (fra qualche anno), ovviamente ai miei giovani collaboratori, ma anche a tutte quelle persone che operano nelle Risorse Umane, che spesso si trovano a scegliere tra "esperienza" e "potenzialità" (ma questo è un tema che tratterò in un altro post).
Leggendo il libro mi sono ritrovato spesso con l'autore, anche in alcune situazioni che mi hanno fatto sorridere; ad esempio quando parla del "TALENTO- cercate di capirvi": "…avrei voluto cantare, ma ero stonato: in qualunque coro - dal catechismo in poi - venivo invitato a farmi da parte. Sognavo di studiare uno strumento, ma anche li nulla…"
"Tutti sappiamo fare qualcosa, nessuno sa fare tutto. L'importante è capire cosa potremmo fare meglio e anche per questo, faremmo volentieri."
Il libro ruota attorno alle "otto T" del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro:
1 TALENTO siate brutali
2 TENACIA siate pazienti
3 TEMPISMO siate pronti
4 TOLLERANZA siate elastici
5 TOTEM siate leali
6 TENEREZZA siate morbidi
7 TERRA siate aperti
8 TESTA siate ottimisti
Dietro le otto porte, non c'è necessariamente il successo. Ma di sicuro c'è una vita , e un'Italia migliore.
"Portate talento, tenacia,tempismo e tolleranza in ciò che fate. Difendete i vostri ideali, guardate la vita con ironia, non dimenticate chi siete e da dove venite"
"ITALIANI DI DOMANI" (ed Rizzoli) - Un libro per i nostri ragazzi, quindi anche per noi. Un libro pratico, perciò pieno di sogni. Un libro emozionante, per l’Italia che non si rassegna. L’Italia deve pensare in avanti. Non è un lusso, è una necessità. Con questo libro Beppe Severgnini ci spinge a “riprogrammare noistessi e il nostro Paese (brutto verbo, bel proposito)”. E offre agli italiani di domani – questione di atteggiamento, non solo di anagrafe – otto suggerimenti: semplici, onesti, concreti.
BEPPE SEVERGNINI -è editorialista del ‘Corriere della Sera’, per cui lavora dal 1995; e scrive per ‘The New York Times’ come contributing opinion writer (2013). Il libro più recente: “Italiani di domani. Otto porte sul futuro” (Rizzoli, 2012). Dal 1998 conduce il forum ‘Italians’ (italians.corriere.it). Dal 2009 si diverte (e s’impegna) su Twitter.
I suoi libri, tutti pubblicati da Rizzoli, sono bestseller (= molti li hanno comprati, qualcuno li ha letti e magari graditi). Bsev ha scritto quattro ritratti nazionali: ‘Inglesi’ (1990), ‘Un italiano in America’ (1995), ‘La testa degli italiani’ (2005) e ‘La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri’ (2010). Due libri sulla lingua: ‘L’inglese. Lezioni semiserie’ (1992) e ‘L’italiano. Lezioni semiserie’ (2007). Tre libri di viaggio: ‘Italiani con valigia’ (1993, ediz. agg. 1997), ‘Manuale dell’imperfetto viaggiatore’ (2000), ‘Italians. Giro del mondo in 80 pizze’ (2008). E l’autobiografia ‘Italiani si diventa’ (1998) – il suo preferito e, ovviamente, quello ha venduto meno.
‘Un italiano in America’, col titolo ‘Ciao, America’ (2002) è diventato un National Bestseller negli USA. ‘La testa degli italiani’, col titolo ‘La Bella Figura’ (2006) è stato New York Times Bestseller, ed è tradotto in quindici lingue.
Ha scritto per ‘The Sunday Times’ (1992-1993), ‘The Economist’ (per cui è stato corrispondente dall’Italia 1996-2003), ‘The New York Times Syndicate’ (2007-2009), “The Financial Times” (2010-2012). Nel 2004, a Bruxelles, è stato votato ‘European Journalist of the Year’. Ha vinto anche altri premi, ma il più importante – assicura – è rappresentato dalla stima e dall’affetto dei lettori.
Appassionato di calcio, Beppe ha scritto per la ‘Gazzetta dello Sport’ dal 2001 al 2011, ed è autore di una multipla dichiarazione d’amore alla squadra del cuore, raccontata dal disastro al trionfo: ‘Interismi’ (2002), ‘Altri interismi’ (2003), ‘Tripli Interismi’ (2007) e ‘Eurointerismi’ (2010, dopo il Triplete). I quattro volumi sono raccolti nel ‘Manuale del Perfetto Interista’ (edizione definitiva), col quale si è congedato dal racconto sportivo.
Beppe Severgnini ha scritto e condotto le trasmissioni televisive ‘Italians, cioè italiani’ (RaiTre 1997), ‘Luoghi Comuni. Un viaggio in Italia’ (RaiTre 2001-2002). Dal 2004 al 2011 ha collaborato a SKY Tg24 (‘Severgnini alle 10′, ‘America 2008′, ‘Zona Severgnini’); dal 2011, su La7, a ‘Le invasioni barbariche’ e ‘Otto e mezzo’.
Bsev è nato il 26 dicembre 1956 a Crema (Cremona), dove ha studiato fino alla maturità classica. Laureato in diritto internazionale a Pavia, dopo un periodo presso la Comunità Europea a Bruxelles è stato corrispondente a Londra per ‘il Giornale’ di Montanelli (1984-1988), inviato in Europa Orientale, Russia e Cina (1988-1992), distaccato presso ‘The Economist’ a Londra (1993), corrispondente a Washington D.C. per ‘la Voce’ (1994-1995).
Nel 2013 è stato Isaiah Berlin Visiting Scholar a Oxford e Visiting Fellow a Ca’ Foscari-Venezia. Ha tenuto un corso alla scuola di giornalismo ‘Walter Tobagi’ dell’Università degli Studi di Milano (2010-2012), e ha visitato il Massachusetts Institute of Technology (MIT) come Research Fellow/Writer in Residence (2009). Ha insegnato a Middlebury College Vermont (2006), Milano-Bocconi (2003 e 2006), Parma (1998) e Pavia (2002), che lo ha scelto come «laureato dell’anno» nel 1998 e 2011.
Nel 2001 la Regina Elisabetta II gli ha conferito il titolo di Officer of the British Empire, O.B.E. e nel 2011 il Presidente Giorgio Napolitano lo ha nominato Commendatore della Repubblica italiana. E’ presidente dell’Inter Club di Kabul, Afghanistan (e solo di quello). È sposato con Ortensia e ha un figlio, Antonio.
"42" un film sulla vera storia di Jackie Robinson
Dico la verità, non sono sicuramente un appassionato di baseball, ma certamente lo sono di sport in genere e di film ispirati ad esso soprattutto se questi sono tratti da una storia vera. Film come questo "42" portano a conoscenza, per chi è profano come me, del suo emblematico valore e significato che assunse nello sport e soprattutto nella società americana negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Un film che consiglio un po' a tutti. Buona visione
tratto da mymovies.it -Brian Hegeland ha ricevuto il premio Oscar come sceneggiatore per L.A. Confidential nel 1997 e numerose nomination per i film di successo Mystic River, Man on fire, Pelham 1-2-3 e Robin Hood (di Ridley Scott). Nelle vesti di regista e sceneggiatore sta realizzando un nuovo progetto: un film sulla storia di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball di colore ad essere entrato a far parte della Major League Baseball. L'allenatore Branch Rickey, mentre guidava i Brooklyn Dodgers, ebbe la lungimiranza di assumere per la prima volta un giocatore afro-americano: la prima partita di Robinson fu giocata il 15 aprile 1947. Robinson vinse il premio come miglior Rookie dell'anno, il National League MVP, divenne un campione nelle World Series e fu introdotto nella Hall of Fame nel 1962. La sua entrata nelle Majors Leagues aprì le porte a legioni di giocatori di baseball non bianchi e contribuì in modo determinante al Movimento dei diritti civili. Nel film sono stati confermati gli attori Harrison Ford nel ruolo di Branch Rickey e Chadwick Boseman per interpretare la parte del giocatore Jackie Robinson.
Guarda il trailer:
mercoledì 20 novembre 2013
"Il corpo docile" di Rosella Postorino
Commentare un libro di narrativa non è mai una cosa semplice, soprattutto per me che non sono e non voglio essere un critico letterario ma semplicemente un amante dei libri e della lettura. Un libro di narrativa è un racconto frutto dell'animo dell'autore (in questo caso dell'autrice).
E si, perché "Un corpo docile" di Rosella Postorino, finalista del Premio Città di Penne 2013, è la storia /il racconto della vita di Milena, nata e vissuta in galera fino all'età di tre anni.
Un libro che spazia dalla quotidianità della protagonista con la sua vita tormentata, i suoi ricordi, i sogni, le fantasie. Diversi stadi della vita che si percepiscono anche dallo stile: tante descrizioni, intervallate da una punteggiatura che alcune volte sembra casuale ma che porta il lettore ad una lettura cadenzata quasi a farlo soffermare su alcuni passaggi cruciali; così come è complessa la vita di Milena.
Al lettore, in questo caso a me/noi, non resta altro che farsi rapire da questo racconto e farsi trasportare in un mondo di emarginazione, solitudine ed invisibilità, come quello vissuto dalle mamme e dai bimbi in un carcere…Già le mamme che in alcune descrizioni sono dolci ed amorevoli, in altre dure e volgari come solo il carcere e la solitudine può rendere, perché il carcere vuoi o non vuoi le trasforma, quasi a perdere la loro "femminilità". Muri, non solo materiali, che le rendono "invisibili al mondo".
Il libro termina con una descrizione domestica qualunque e con un semplice "punto" a pagina 231; non si conclude in alcun modo quasi a voler comunicare che la vita reale continua, anche in un carcere…in un modo o nell'altro…
"Ma Milena può fidarsi, perché la madre ha sempre preteso onestà. E' per questo che è finita in galera. In galera, Milena ci è nata".
"IL CORPO DOCILE" (ed Einaudi) - La vita per Milena è una minaccia. Troppo grave la ferita che si porta dentro da quando è nata. Si è abituata a sopravvivere in un nido caldo di paura. Una paura che non cessa, neppure lontano dalle pareti della prigione che è stata la sua prima culla. Ma Milena è anche forte. E cerca in ogni spiraglio d'amore il coraggio di rischiare. Di salvarsi. Seguendo con il fiato in gola Milena e la sua lotta per il diritto a ciò che consideravamo scontato, scopriamo che la posta in gioco per tutti è oggi la riconquista di ciò che ci rende umani.
Milena è nata in galera e lì è vissuta fino a tre anni. Oggi ne ha ventiquattro e si prende cura dei bambini reclusi, come Marlon. Marlon sarà presto strappato alla madre detenuta con cui vive. Milena conosce quel dolore e farebbe di tutto per evitarglielo.
Eugenio invece fa parte della sua vita fin dall'inizio: era il «fratello» con cui dividere il sonno, è stato l'amico che non aveva mai paura, è diventato il suo amante.
L'incontro con un giornalista che vuole parlare dei bambini in carcere è il terremoto che fa tremare le mura dietro cui Milena si protegge da sempre. Il giornalista è intenzionato a forzare ogni porta, vuole liberarla, o solo averla. Ma quando sei nata in galera, anche l'amore può diventare una minaccia. Rosella Postorino racconta la gabbia delle nostre esistenze «separate e inconciliabili», e insieme la felicità furiosa dei corpi che si toccano. Scrive un romanzo di esclusione e tenerezza, dove ogni nido cova violenza, ma il tentativo di salvare un altro essere umano è l'unico modo per salvare se stessi.
ROSELLA POSTORINO - Rosella Postorino è cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con il racconto "In una capsula" ("Ragazze che dovresti conoscere", Einaudi Stile libero 2004), ha pubblicato alcuni racconti e anche un saggio di critica letteraria, "Malati di intelligenza" (nell’antologia "Duras mon amour 3", Lindau 2003). Il suo primo romanzo, "La stanza di sopra", uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella. Collabora con le pagine romane del quotidiano «la Repubblica» e scrive su «Rolling Stone». Nel 2009 pubblica per Einaudi "L'estate che perdemmo Dio" e nel 2013 "Il corpo docile".
mercoledì 13 novembre 2013
"Geografia commossa dell'Italia interna" di Franco Arminio
Probabilmente, anzi, sicuramente non avrei comprato questo libro in libreria,non conoscendo l'autore…ed avrei fatto un grandissimo errore!!!…
Già perché "Geografia commossa dell'Italia interna" non è un libro che si legge in modo superficiale, in modalità "FAST"; è un libro che ha bisogno di meditazione, attenzione e concentrazione, insomma si deve leggere in "modalità SLOW".
Infatti, il mio approccio alla lettura è stato sbagliato, iniziando una lettura veloce cercando una trama, un "filo del discorso", ma più andavo veloce e più lo perdevo, non lo trovavo. Lo stile, la punteggiatura, spingono il lettore ad una "pausa di riflessione"… e così ho fatto.
Ho chiuso il libro e solo dopo qualche minuto l'ho riaperto ed ho iniziato nuovamente la lettura dalla prima pagina, con un nuovo spirito. Inizialmente l'ho letto a voce alta (con mia figlia di fianco) in modo che le parole potessero penetrare in profondità; così facendo, ho scoperto un libro molto interessante ed un autore attento.
Lo stile, come dicevo in precedenza è diverso: l'autore essendo un documentarista ed un affermato "paesologo" descrive paesaggi ed avvenimenti in modo preciso, con una visione profonda che solo in pochi sanno fare; l'uso della punteggiatura è molto curato ed i pensieri sono molto lunghi, le parole sono intervallate dalle "virgole" che impongono una lettura cadenzata, un ritmo.
Il libro si divide in quattro sezioni principali:
- Mediterraneo interiore
- Le Puglie
- La luna e i calanchi
- Saggi deliranti e facoltativi
Da abruzzese sono stato molto colpito dalla descrizione/rievocazione del sisma che ha colpito la mia/ns regione nel 2009. "Paesaggio con macerie: L'Aquila" (p.14) e "Aquilani" (p.17). Da questi paragrafi estraggo questo passo nel quale mi sono molto ritrovato e dove si ritroveranno anche i cittadini aquilani: "...Il terremoto è anche questo, è andare più spesso a fare benzina, perché resti nella tua città o nel tuo paese, ma non è più la tua città o il tuo paese. Non abiti più in qualche parte, ma vai continuamente da qualche parte e non arrivi da nessuna parte…"
Consiglio la lettura del paragrafo "Idee per il Mediterraneo interiore" (p.21) soprattutto agli amministratori di piccoli comuni e regioni. Il paragrafo è un bellissimo vademecum che potrebbe essere preso d'esempio per stilare un piano di governo dei comuni, salvaguardandone il paesaggio, il territorio, la tradizione, rispettando le persone che vi abitano, insomma valorizzandolo. Questo paragrafo è stato letto all'apertura del Forum Aree interne organizzato dal ministro della Coesione sociale Fabrizio Barca (Rieti 11-12 marzo 2013)
Un autore Franco Arminio, che fino a qualche giorno fa era a me sconosciuto, ma che oggi grazie al Premio Città di Penne ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere e "presentare" a voi dalle pagine di questo mio "diario virtuale"
L'autore sarà presente al Premio Città di Penne mercoledì 27 novembre 2013
Concludo riportando questa frase che mi ha molto colpito:
"In fondo vivere su un pianeta che si può estinguere, ce lo rende più vicino, in fondo ha la nostra stessa sorte"
GEOGRAFIA COMMOSSA DELL'ITALIA INTERNA (Bruno Mondadori editore) -Orlo, bordo, confine, selve, monti, mare, alberi, zolla, cane, vigna, nuvole, vacca, panchina, sole, alba, tramonto, e vento, neve, pioggia, e altro vento, e altra neve, e aprile, e il verde di maggio, e il nero di settembre, silenzio senza opinioni, luce senza commenti, voglio solo che la vita sfili, se ne vada da dove è venuta, non la trattengo, non voglio trattenere niente, camminare, guardaregli alberi, non dire e non fare nient'altro che il giro dei confini, andare sempre più dentro a certi confini, non superarli, non mirare al centro, non mirare alle passioni di tutti, disertare, prendere confidenza col cielo, ma farlo senza vantarsene, non sputare parole sul mondo e sugli altri, camminare, uscire perché è uscito il sole, uscire, prendere un paese, passarci dentro, non dire nulla del giorno, non accostare niente alla solitudine, lasciarla intatta, lasciare che la solitudine faccia la sua vita, svolga la sua storia e così pure la tristezza e la stanchezza, essere stanchi tristi e soli è comunque una fortuna, i buoni sentimenti rigano il mondo come quelli cattivi, come le parole…
FRANCO ARMINIO - è nato e vive a Bisaccia, centro dell'Irpinia orientale in provincia di Avellino. Collabora con "il manifesto", e Il fatto quotidiano ed è animatore del blog "Comunità Provvisorie"[1].
È documentarista e animatore di battaglie civili, battendosi, ad esempio, contro l'installazione delle discariche in Alta Irpinia e contro la chiusura dell'ospedale di Bisaccia.
Nel 2009, con Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia ha vinto il premio Napoli.
Roberto Saviano ha definito Franco Arminio «uno dei poeti più importanti di questo paese, il migliore che abbia mai raccontato il terremoto e ciò che ha generato»,[2] citando un suo passo: «Venticinque anni dopo il terremoto dei morti sarà rimasto poco. Dei vivi ancora meno».[3] Il 29 novembre 2010 sempre Roberto Saviano legge una poesia di Arminio in prima serata su Rai 3 nella quarta e ultima puntata di Vieni via con me, nel corso di un monologo sul terremoto dell'Aquila del 2009.[4]
Nel luglio 2011, con Cartoline dai morti ha vinto il Premio Stephen Dedalus per la sezione "Altre scritture".
Con Terracarne edito da Mondadori, ha vinto il premio Carlo Levi e il premio Volponi
Nel 2013 è uscito il suo ultimo libro di prosa: Geografia commossa dell'Italia interna (bruno mondadori editore
giovedì 7 novembre 2013
"HR in tutti i sensi". "E' giusto trattare i propri colleghi con TATTO?"
Tratto dal blog di AIDP Abruzzo e Molise
A.Petrucci - R.Credidio - M.Morelli |
Questa volta la matita protagonista non è quella del narratore ma quella dello stilista, che interpreta con raffinatezza e senso estetico l’eleganza italiana. La morbidezza dei tessuti, la leggerezza delle stoffe e la comodità del capo Brioni che abbraccia perfettamente il corpo, hanno ispirato la seconda giornata AIDP Abruzzo e Molise, dedicata ai 5 Sensi. Oggi il nostro protagonista è il tatto.
A disegnare l’Alta moda maschile Brioni iniziarono nel 1945 a Roma, il sarto pennese Nazareno Fonticoli e l’imprenditore umbro Gaetano Savini, ispirandosi al paradisiaco arcipelago Brioni, meta del jet set dei primi del Novecento.
Suggestioni, unicità, ricercatezza e stile sono le caratteristiche di queste isole ed anche l’essenza stessa dei capi Brioni. Da Roma a New York il salto per l’atelier fu breve ed oggi in tutto il mondo, toccando ed indossando un loro abito si ha la sensazione di far parte di “un’isola che non c’è”.
In 220 passaggi i preziosi tessuti vengono trasformati, con tatto e minuzia, in un abito unico e senza tempo.
L’eccelso valore di quest’arte è rappresentata dal Chief Master Tailor, Angelo Petrucci, che con fierezza porta nel mondo l’alta qualità sartoriale dell’azienda Brioni. Oggi tutto in azienda parla del valore artigianale del lavoro e della professionalità del singolo dipendente. “Tutte le fasi di produzione svolte da centinai di mani sapienti (sarti, tagliatori, tecnici) mirano a valorizzare ed a rendere unico ogni singolo capo Brioni”, come evidenzia il Direttore HR Brioni, Mario Morelli.
Prendendo spunto dagli innumerevoli accorgimenti che si adottano per realizzare un capo, AIDP chiede metaforicamente ai suoi direttori del personale, se lo stesso tatto viene utilizzato nelle relazioni umane in azienda e se oggi abbia ancora senso parlare di tatto con i dipendenti.
Se è vero come cita , Dante D’Alfonso (Resp del Personale di McDonald’s Pescara), che spesso i leader sono visti in azienda “come grandi intimidatori, simili ai padri severi, i cui figli obbediscono mossi dal timore e dal desiderio di compiacerli”, il Presidente AIDP Abruzzo è Molise, Raffaele Credidio, si domanda quando gli HR d’impresa smetteranno di trattare i propri dipendenti come bambini. L’approccio aziendale non è forse paternalistico, con i suoi numerosi divieti e permessi concessi solo se il dipendente obbedisce alle norme? Ed ancora, se come ricorda D’Alfonso, per Steve Jobs “tutto ciò che siamo sono le nostre idee ovvero le persone di cui ci circondiamo”, quando gli HR coglieranno l’opportunità che, secondo Credidio, l’attualità sta offrendo? Ovvero quando si aprirà la mente verso soluzioni alternative di gestione delle risorse umane, concedendo non rigide regole e procedure da seguire, appartenenti ad un modo di fare impresa che non esiste più, ma dando obiettivi da raggiungere, orientando il dipendente verso la meta comune d’impresa e non verso il badge da vidimare ed i permessi da richiedere? Occorrerebbe quindi trovare un nuovo contatto con i dipendenti, attraverso idee innovative, specchio della vita di oggi, in cui non serve obbligatoriamente la presenza fisica in azienda per fare business ma basta un IPAD, un’email, una videoconferenza o un aereo.
Quanto sia presente oggi la propensione al cambiamento verso i nuovi modi di lavorare, di concepire il valore di un dipendente a fronte delle potenzialità tecnologiche, AIDP Abruzzo e Molise lo sta provando a scoprire con un sondaggio interno, curato da Alberta Ranieri, Responsabile Amministrazione del Personale Auchan Pescara. Per proiettarsi effettivamente nel XXI secolo, nelle esigenze sociali di work balance, nella reale concretizzazione dell’agognata qualità di vita, serve scoprire il nuovo modo di fare impresa e di organizzare il lavoro con-tatto. - (Elena Prizzi)
lunedì 4 novembre 2013
domenica 3 novembre 2013
venerdì 1 novembre 2013
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