Noi esseri umani siamo proprio strani: i "normodotati" guardano con ammirazione e si ispirano alle persone con disabilità che superando tanti ostacoli, barriere (fisiche e mentali) riescono ad affermarsi nello sport compiendo imprese straordinarie. Proprio loro, i normodotati, che da "madre natura hanno avuto tutto il necessario, il kit completo...". Dall'altra parte, le persone con "disabilità" (sia quelli nati in questo stato, sia quelli che in seguito a malattie ed incidenti si sono ritrovati in questo nuovo stato, in una nuova vita) non accettano questo stato, questo modo di vivere e vogliono portarsi alla pari delle persone "normodotate", ed in alcuni casi superarle gareggiando alla "pari". Una staffetta continua che, in una sana immaginaria competizione, sposta l'asticella sempre più in alto, raggiungendo insieme traguardi fino a poco tempo fa inimmaginabili, grazie anche alla tecnologia ed innovazione in campo medico.
Pensiamo a quanto successo hanno le paralimpiadi soprattutto in questi ultimi anni, grazie anche ad atleti e persone di spicco che in qualità di testimonial, raccontano attraverso le loro storie: Alex Zanardi, Giusy Versace, e la protagonista di questo post ed il libro che vado a presentare Beatrice Voi (Bebe Voi).
Ho "conosciuto" Bebe attraverso delle interviste e contributi su Radio Deejay, i social e le varie interviste rilasciate; continuo a seguirla attraverso i social. proprio dalla radio, qualche mese fa ho scoperto questo libro che ho letto con molto interesse e partecipazione.
E' la storia straordinaria di questa ragazza che è sopravvissuta ad una malattia che non lascia scampo, una meningite acuta in seguito alla quale le sono stati amputati gli avambracci e le gambe, ha saputo reagire sia nella vita quotidiana e nello sport raggiungendo e superando traguardi a livello paralimpico. Dotata di entusiasmo contagioso, insieme a genitori e vari sostenitori ha fondato un'associazione benefica "art4sport" per sostenere e promuovere lo sport fra i disabili.
E' anche la storia della sua famiglia (mamma Teresa e papà Ruggero) che le è stata sempre vicina, anche nei momenti più bui e forte incertezza che nel libro vengono descritti, perché le belle storie hanno sempre momenti difficili che vengono superati solo grazie all'amore ed alla determinazione di tutti
Non solo un semplice libro, ma una storia scritta con passione, entusiasmo e simpatia che ci farà vedere il mondo con altri occhi… gli occhi di continua a sognare… Buona lettura
"MI HANNO REGALATO UN SOGNO" - Bebe, appena diciottenne, come tutti i ragazzi della sua età ama divertirsi: andare al centro commerciale o ai concerti con le amiche, mettersi in tiro per uscire la sera… Non ci sarebbe nulla di strano se non stessimo parlando di Beatrice Vio che a undici anni, dopo essere stata colpita da una forma di meningite acuta, ha subito amputazioni a gambe e braccia. Ma per Bebe la malattia non è la fine, anzi rappresenta soltanto una piccola parentesi tra quello che era prima – una bambina con una famiglia fantastica, moltissimi amici e le “tre S” (scuola, scout, scherma) – e quello che è diventata, ovvero un’adolescente felice, con ancora più amici di prima e sempre le “tre S”, ma un po’ cambiate: oggi frequenta le superiori, ha ormai ricevuto il suo nome-caccia scout (Fenice Radiosa) e ha già vinto diverse medaglie in competizioni paralimpiche di scherma, anche internazionali, di altissimo livello. Eccezionale atleta e insieme ragazza scoppiettante di vita, Bebe si racconta in queste pagine che traboccano di entusiasmo: dalle gare in giro per il mondo alle vacanza all’Elba, dalle figuracce in tv alle gioie delle protesi con tacco, dai faccia a faccia con i suoi miti agli incontri motivazionali che tiene nelle piazze e nelle scuole. E dei suoi sogni. Perché dopo avere fondato con i genitori art4sport (un’associazione onlus che avvicina i ragazzi con disabilità fisiche allo sport), avere fatto la tedofora a Londra 2012 e avere gareggiato con le atlete più forti al mondo, ha ancora qualche sfizio da togliersi. Ma soprattutto vuole continuare la sua missione: far capire a tutti, con o senza disabilità, che «la vita è proprio una figata!».
L'autrice - BEATRICE VIO (tratto da wilkipedia)
Nata a Venezia e residente a Mogliano Veneto (TV), è seconda di tre fratelli[1]; nella scherma (attività coltivata in parallelo allo scautismo[2]) fin dall'età di cinque anni e mezzo[1], a fine 2008 fu colpita a 11 anni da una meningitefulminante che le causò un'estesa infezione, con annessa necrosi, ad avambracci e gambe di cui si rese necessaria l'amputazione[1]. Dimessa dopo tre mesi e mezzo di degenza ospedaliera[3] riprese immediatamente la scuola. Successivamente si sottopose a riabilitazione motoria e fisioterapia presso il centro protesi di Budrio (BO) e circa un anno dopo l'insorgenza della malattia riprese anche l'attività sportiva, anche agonistica, come schermitrice grazie a una particolare protesi progettata per sostenere il fioretto[4]. Da allora è divenuta testimonial in molti programmi televisivi per diffondere la conoscenza della scherma su sedia a rotelle e dello sport paralimpico in generale; in un paio di occasioni ha gareggiato a scopo pubblicitario insieme alla plurimedagliata, e sua ispiratrice, Valentina Vezzali[1]. Nel 2009 la famiglia di Beatrice Vio fondò art4sport, ONLUS di sostegno all'integrazione sociale tramite la pratica sportiva di quei bambini che abbiano subìto amputazioni. Nel 2012 fu tra i tedofori ai Giochi paralimpici di Londra[3]; in occasione di Expo 2015 Vio è stata scelta qualetestimonial della Regione Veneto alla rassegna internazionale[5].
Attività sportiva[modifica | modifica wikitesto]
Allenata dalle sue maestre di sempre, Federica Berton e Alice Esposito[6], Vio disputò la sua prima gara ufficiale aBologna nel maggio 2010; già nel 2011 fu campionessa italiana Under-20 e nel 2012 e 2013 fu campionessa italiana assoluta[7]. Vincitrice di alcune gare in Coppa del Mondo, del giugno 2014 è il titolo europeo assoluto paralimpico nel fioretto categoria "B" individuale e a squadre ai campionati continentali di Strasburgo[8], mentre del settembre successivo è il titolo mondiale Under-17 al campionato mondiale paralimpico di scherma di Varsavia (Polonia)[9]. Dell'ottobre 2014 è inoltre l'Italian Paralympic Award, premio conferito dal Comitato Italiano Paralimpico ai migliori atleti italiani paralimpici[10]. Il 19 settembre 2015 si è laureata campionessa mondiale del fioretto individuale nel corso dei campionati di scherma di categoria tenutisi a Eger (Ungheria)[11]
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