martedì 31 dicembre 2013

Buon 2014

Ho ricevuto questo augurio oggi dall'amico Giannicola. Mi è piaciuto così tanto da condividerlo con voi oggi, e per tutto il 2014. Buon Anno :)




ME & WE


domenica 29 dicembre 2013

Goditi le onde...

"Goditi le onde, Daniel. E non scordarti la sensazione che hai provato in questi giorni, anche se ti sei sentito perso in un mare di dubbi. Potresti non provarla più, e invece ogni momento dell'esistenza, per quanto difficile, va assaporato fino in fondo. Ma soprattutto ricorda una cosa: dare la vita ti aiuterà a vivere nel futuro. Non dimenticarlo mai." Sergio Bambarén IL DELFINO E LE ONDE DELLA VITA


Ottimismo :)


lunedì 23 dicembre 2013

Il mio 2013… riflessioni by Dante D'.

Il 2013 non è stato per me un anno facile, soprattutto dal punto di vista professionale. Ma
grazie a queste difficoltà, "opportunità", è stato un anno che mi ha fatto riflettere e maturare molto. E' quando attraversiamo delle difficoltà che scaviamo dentro noi stessi, per trovare la forza che abbiamo nel cuore e con essa "risorgere" dal punto di vista morale e spirituale. Ed è quello che è successo a me: alcune situazioni che si sono verificate mi hanno fatto molto male, ne ho sofferto molto, domandandomi spesso "perché?". Ero entrato in un circolo vizioso di domande senza risposte e la cosa non mi faceva stare bene, sia dal punto di vista morale che dal punto di vista fisico (ero arrivato a pesare 84 kg il 10 aprile). Proprio in quei giorni ho avuto un'illuminazione, un cambio di rotta, ed ho iniziato a scalare passo dopo passo il monte della mia vita. Ho iniziato una dieta sia per perdere peso ma soprattutto per avere un regime alimentare più equilibrato cercando di eliminare gli eccessi. Con la dieta mi sono riavvicinato alla corsa "per buttare giù qualche chilo", ma più correvo, più mi appassionavo a questo sport, e con la corsa mi sono rigenerato. Prima correvo con musica, iphone ecc… ho eliminato tutto, ora corro ascoltando i rumori che mi circondano, ma soprattutto ascoltando il mio corpo: il mio respiro, il mio battito.
Il 2013 è stato anche l'anno del mio quarantesimo compleanno: una tappa importante della  vita, ed è proprio durante questa "tappa" che ho dovuto rivedere tutta la mia vita con le sue/mie priorità.
A 40 anni ho corso la mia prima 21 km nella città di Pescara, accolto al traguardo dal calore della mia famiglia; a 40 anni mi sono posto come obiettivo di correre la mia prima maratona e cercherà di farlo il 23/03/2014 nella "maratona di Roma". A 40 anni insieme ad amici ho scalato il monte Camicia (Campo Imperatore) un monte che volevo scalare da tanti anni. A 40 anni ho avuto il piacere, l'onore di fare da padrino a Francesco, figlio di mia sorella Angela e suo marito Fabio.
A 40 anni ho avuto la fortuna, il piacere e il privilegio di condividere questo anno con Persone eccezionali che mi hanno aiutato, supportato, stimolato e gratificato, condividendo con loro la bellezza del "Crescere per Piacere"; siete tanti e per una questione di affetto e riservatezza non vi citerò in questo post (anche per non rischiare di dimenticare qualcuno) ma avete tutti un posto speciale nel mio cuore. Per Voi una sola parola "GRAZIE".
Oggi posso dire di essere una persona SERENA.

Qualche mese fa, mentre leggevo l'ultimo libro di Sergio Bambarén "Lettera ad un'amica che ci sarà per sempre", mi sono ritrovato in un passaggio descritto che oggi voglio condividere con voi a conclusione di questa mia riflessione, ma anche come augurio per le ns vite.
Grazie per quello che siete stato, per quello che siete… e per quello che sarete :)
BUON NATALE

"...Tanti anni fa, quando ero ancora tenuto ostaggio dalle convenzioni della società, spesso mi sentivo in collera e frustrato se qualcuno otteneva risultati che a me sfuggivano. Vivevo in perpetua competizione con gli altri, perché a quel tempo non capivo che la sola persona con la quale avrei dovuto confrontarmi per tutta la vita ero unicamente io.
Oggi, ripensando a quei giorni in cui ero convinto di dover sempre primeggiare , essere il più brillante in ogni campo, ammirato, rispettato, perfino invidiato da chiunque mi conoscesse, mi rendo conto di quanto mi sbagliassi. Ci sarà sempre qualcuno con cui confrontarsi, ma non è questa la cosa importante: quello che conta è fare un costante sforzo per migliorarsi. Adesso non  guardo più gli altri per paragonarmi a loro; noto i loro pregi e cerco di coltivarli in me. Ho imparato ad essere abbastanza umile da ammettere che, come ogni essere umano, sono destinato a commettere errori e invece di sentirmi frustrato, ne traggo insegnamento e mi impegno per non ripetere lo stesso sbaglio in futuro. Non biasimo più gli altri per i miei fallimenti, ma me ne assumo la piena responsabilità. E ogni mattina, guardandomi allo specchio, mi riprometto di trovare il modo di fare un altro passo avanti, per piccolo che sia, e diventare una persona migliore. Così, giorno dopo giorno, mi accorgo che i miei difetti non sono poi così terribili, né le mie mancanze tanto gravi, e sono contento di essere chi sono. Un po' per volta ho fatto pace con me stesso; ho smesso di affannarmi per essere all'altezza delle aspettative degli altri e ho cominciato a volermi bene. Come te, Silvia, mi sono riappropriato della mia vita. Il segreto è semplice: educarsi a essere felici. Perdonare ed essere perdonati, vivere nel presente e aspirare ai sogni che il futuro può avere in serbo per noi; avere un atteggiamento ottimista verso la vita, con tutti i dolori e dispiaceri che comporta, ma anche con le piccole e grandi gioie che danno senso…" (Sergio Bambarén)

Di seguito alcune foto che hanno caratterizzato per me questo 2013:












in famiglia a Gardaland
visita Apple Store


Aperitivando

Cena compagni di classe 5A

in vetta al Monte Camicia

21 km di Pescara

21 km di Pescara

con il nipotino Francesco

i miei amori: Lorenzo e Serena

Oktober fest 2013


venerdì 13 dicembre 2013

Happiness is...


"La strada verso casa" di Fabio (Bonetti) Volo

I suoi libri vendono milioni di copie, e lui sicuramente è un personaggio di successo. Difficile definire Fabio Bonetti (in arte VOLO), è scrittore, attore cinematografico, deejay radiofonico, presentatore televisivo, doppiatore, ecc. Insomma un artista a 360 gradi. Lo seguo ormai da diversi anni (tanti anni…) e sicuramente lo preferisco attualmente nella veste di scrittore ed attore.
Siamo praticamente coetanei ed ho potuto vedere in lui, attraverso soprattutto i suoi libri, una crescita umana e professionale, confrontando spesso le esperienze dei protagonisti dei suoi libri (tipiche della mia stessa generazione) con la mia vita privata.
Qualche diffidente in passato ha snobbato Fabio Volo scrittore, sottovalutandolo ed attribuendo il suo successo solo al fatto di essere un personaggio pubblico e che grazie alla radio ed alla televisione pubblicizza i suoi libri e spinge gli ascoltatori/spettatori a comprarli.
In piccola parte posso condividere questo pensiero: sicuramente per un personaggio pubblico è più facile "farsi promozione" rispetto allo scrittore "anonimo"; ma non è tutto. Così come è facile "mettersi in vetrina" allo stesso modo è facile subire critiche da tutti, anche da chi si sofferma a criticare "il personaggio" e non l'opera, commettendo così un grave errore...
Qualche settimana fa, attraverso questo mio blog, mi trovavo a commentare il libro di un altro personaggio pubblico "L'acustica perfetta" di Daria Bignardi, ed avevo fatto anche in quella occasione la medesima riflessione: non soffermarmi sul "personaggio" ma concentrarmi sull'opera letteraria, proprio nel rispetto dell'autrice (in questo caso dell'autore). E sì, perché, secondo me, un autore vuole essere giudicato e commentato per il lavoro specifico che ha svolto: se è uno scrittore per quanto scritto, un attore per il film che ha fatto, in TV per il ruolo che ha ricoperto; cercando di non confondere la persona con il ruolo.

Perché Fabio Volo ha così successo come scrittore? Mi ponevo questa domanda mentre in questi giorni stavo leggendo il suo ultimo libro "La strada verso casa" ed ho provato a darmi una personalissima spiegazione. E' un autore che usa uno stile semplice, diretto, ma allo stesso tempo è riflessivo e profondo; il lettore spesso, si riconosce nei personaggi e nelle esperienze di vita da loro vissuti. Certo come tutti i libri, il coinvolgimento emotivo in fase di lettura dipende soprattutto dalle esperienze vissute dal lettore direttamente o indirettamente. Insomma, un autore che con i suoi libri entra nel cuore del lettore e sicuramente riesce a lasciare un segno…un bel segno. 

Il libro "La strada verso casa" mi è molto piaciuto: sono riuscito a farmi rapire da questa bella e veritiera storia familiare, fatta di conflitti di parole pensate ma non dette, di rimpianti, di sogni, ma soprattutto di AMORE. Sì, l'Amore che ha varie sfaccettature: quello tra fratelli, fra amanti, fra amici, quello per i genitori e soprattutto quello dei genitori di Marco e Andrea. Un Amore fatto di tanti anni di convivenza, un Amore profondo, un Amore spesso silenzioso soprattutto negli anni della lunga malattia. Non entro nei particolari per non rovinare la piacevole lettura a chi non lo ha letto, ma voglio trascrivere questo passaggio a mio avviso molto toccante: "…La sua non era una resa, era semplice accettazione. Aveva accettato e compreso la propria finitezza, l'inevitabile mortalità, ed era arrivato il momento di lasciarsi andare…"

…Insomma, veramente un bel libro: bravo Fabio! :)



"Voglio qualcuno vicino a cui poter dire che sono felice".



LA STRADA VERSO CASA - Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Sembra dire a tutti: amatemi pure, ma tenetevi lontani.
  • Andrea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fatto le cose come andavano fatte. È sposato con Daniela, una donna sobria ed elegante. Insieme avrebbero potuto essere perfetti.
    Marco invece ha molte donne, e Isabella. Lei è stata la sua prima fidanzata. Con lei ha passato quelle notti di magia in cui la bellezza dilata il tempo e la felicità strappa le promesse.
    Ma neanche con lei è mai riuscito a decidersi, a capire che la libertà non è per forza mancanza di responsabilità. E così continua a vivere in folle, senza mai mettere una marcia, fare una scelta.
    Se non che a volte la vita che hai sempre tenuto sotto controllo inizia a cadere a pezzi.
    Il nuovo romanzo di Fabio Volo racconta la storia di due fratelli che gli eventi costringono ad avvicinarsi, a capirsi di nuovo. E di un inconfessabile segreto di famiglia che li segue come un fantasma. Racconta una grande e tormentata storia d'amore che attraversa gli anni, e come tutte le grandi storie d'amore ha a che fare con le cose splendide e con quelle terribili della vita. Racconta il dolore che piega in due e la felicità che fa cantare inventandosi le parole. Ci fa ridere, commuovere, emozionare.

domenica 8 dicembre 2013

Passato & Futuro

"Se il passato è Imperfetto, andare oltre è l'Imperativo" (En?gma)

Grazie Sara per questa bella citazione :)

Change...

"Per cambiare non serve solo il coraggio… Serve anche un'opportunità". (Dante D'Alfonso)

giovedì 28 novembre 2013

"L'acustica perfetta" di Daria Bignardi

Quando si legge un libro scritto da un personaggio televisivo e conosciuto, si potrebbe cadere nell'errore di dare un voto al personaggio e non all'opera, facendo in questo caso un grosso torto proprio all'autore (in questo caso autrice) che vorrebbe e vuole essere valutata per ciò che ha prodotto e non per ciò che appare sul piccolo schermo. In passato non l'ho mai fatto e non lo farò nemmeno oggi che mi trovo a giudicare (nel mio piccolo) questo libro all'interno della rosa dei tre finalisti del "Premio Penne" ed 2013
Preferisco scrivere oggi questa mia riflessione prima che inizino gli incontri con gli autori senza essere influenzato da altri commenti, ma soffermandomi solamente su quello che ho letto in questi giorni.
Concordo con quanto scritto nella seconda di copertina "Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquietante e vibrante…". 
Mi ha molto colpito la capacità dell'autrice di "entrare nella parte" e descrivere in chiave maschile le varie vicende, anche quelle descrizioni che sono tipiche dell'uomo medio… Questo suo talento letterario a fatto pensare a qualcuno (diffidente) che "non era proprio tutta farina del suo sacco" e che il libro sembrava scritto da un'altra persona…
Forse il talento è anche questo: avere la capacità di estraniarsi dal proprio essere donna ed entrare nella parte di un uomo (questa volta). Negli altri due libri infatti, la Bignardi descriveva personaggi femminili, sicuramente più facili da gestire per una Donna.
Il libro è molto ben articolato e offre diversi spunti di riflessione se chi lo legge è una persona tra i 40/60 anni; una persona cioè che in parte ha vissuto le esperienze di vita dei protagonisti.
Sempre nella seconda di copertina, si pongono diversi quesiti, che posso essere letti sia in chiave femminile che maschile…ognuno come può...che di seguito riporto:
- "Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero?"
- "Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui?"
- "Si può vivere senza esprimere se stessi?"
- "E come incide il dolore nelle nostre vite?
- "Abbiamo tutti le stesse carte in mano?"

A tutte queste domande, rispondo con un "SI". Un "si" che può essere triste, ed infatti lo è… ma la vita non è semplice e le Persone con il loro comportamento, le loro paure, i rimorsi, i segreti la complicano ancor di più.

Allora in alcuni casi ci troviamo a condividere la nostra vita con persone che non conosciamo veramente fino in fondo: mariti, mogli, alcune volte genitori, amici, ecc. Non approfondiamo la conoscenza per comodità, per quotidianità o per paura… Già la paura, paura forse di non essere contraccambiati? Paura di scoprire qualcosa di scomodo?
Così, un Valore come la "FIDUCIA" che da giovani è uno dei Valori principali in una coppia con il passare del tempo non diventa poi così importante e determinante per un rapporto di coppia. 
Viviamo una vita che non ci appartiene, dovrei dire "sopravviviamo" mettendo in secondo piano i nostri veri sentimenti, i nostri sogni, il nostro piacere; quanto volte vediamo cose e le accettiamo per quieto vivere?
Come reagiamo ai grandi dolori della Vita? Sappiamo superarli o ce ne facciamo travolgere, travolgendo anche la nostra famiglia e le persone a noi care?
Abbiamo tutti le stesse carte?… Non le abbiamo, nel mazzo non ci sono doppioni (Jolly a parte...) ognuno ha le sue carte e deve usarle al meglio nella lunga partita della vita…
Che aggiungere ancora? Buona lettura…

"L'ACUSTICA PERFETTA" (ed Mondadori)Arno e Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio d'estate lei lo lascia, dicendogli che "le piacciono gli amori infelici". Si ritrovano molti anni dopo, decidono di sposarsi: sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno è convinto di darle tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le bugie che affiorano poco a poco. In fondo, la sua vita gli piace così com'è: suona il violoncello alla Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita, non si fa domande. Ma il disagio di Sara col tempo aumenta, finché una mattina Arno non sarà costretto da un evento inconcepibile a chiedersi chi è davvero la persona con cui ha vissuto tredici anni, la donna che ama da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili.
Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano?
Costruito secondo la vertiginosa spirale di una fuga, L'acustica perfetta ha la delicatezza di un romanzo di formazione - la formazione di un uomo adulto, di un amore - e la rapinosa potenza di un romanzo d'indagine.
Daria Bignardi dà voce a uno straordinario protagonista maschile, attraverso le cui parole si compone, tassello dopo tassello, il ritratto di una donna inquieta e vibrante. Un percorso verso la verità che si cela al fondo di ogni relazione, verso il cuore buio che ciascuno di noi protegge anche dalle persone amate, un viaggio nel profondo, dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. Fino all'imprevedibile finale.


DARIA BIGNARDIConduttrice televisiva, giornalista e scrittrice, Daria Bignardi comincia
presto la gavetta nel mondo del giornalismo. Nata a Ferrara il 14 febbraio 1961, acquisisce il titolo di giornalista professionista nel 1992. Ma già qualche tempo prima inizia a lavorare in Rai come redattrice del programma di Rai Tre intitolato "Milano, Italia".
Nel 1994 partecipa come inviata al programma culturale "Punto e a Capo", trasmesso su Rai Due. Prima di accedere alla professione giornalistica frequenta il Liceo Classico, e poi decide di iscriversi al DAMS di Ferrara, optando per la Facoltà di Lettere e Filosofia. Tuttavia ben presto si pente della scelta fatta (in particolare, non le garba l'ambiente universitario), così si iscrive alla Facoltà di Lettere, senza però arrivare a conseguire la laurea.
Trasferitasi a Milano nel 1984, comincia a collaborare con il gruppo Mondadori, in particolare alle riviste "Chorus" e "Panorama". Oltre all'esperienza televisiva in Rai, fatta negli anni giovanili, Daria Bignardi vanta un curriculum di tutto rispetto anche nelle reti Mediaset.
La grande occasione arriva nel 1995 quando le viene chiesto di sostituire la conduttrice Alessandra Casella nella rubrica "A tutto volume" (con David Riondino), dedicata al mondo dei libri e trasmessa su Canale Cinque. Negli anni successivi, passa a condurre "Corto Circuito", un altro interessante talk show di tipo culturale.
Dal 1998 al 2001 Daria Bignardi conduce "Tempi moderni" su Italia Uno: si tratta di un programma originale nel format e innovativo nei contenuti, ispirato a quelli che fanno grande audience negli Stati Uniti d'America. Ma per la maggior parte delle persone la figura di Daria è legata alla conduzione della prima e seconda edizione del "Grande Fratello", trasmesse entrambe su Canale Cinque.
La conduttrice riscuote un grande consenso dal pubblico, tuttavia nella successiva (terza) edizione del realityBarbara D'Urso prende il suo posto. Nella stagione televisiva 2004/2005 la popolare conduttrice approda su LA7, al timone di un programma da lei stessa ideato, "Le invasioni barbariche". Questa esperienza è foriera di numerosi e importanti riconoscimenti, tra cui il Telegatto e l'Oscar Tv, vinti entrambi nel 2007.
Nel 2009 ritorna negli studi della Rai, e questa volta le viene affidato un nuovo programma dal titolo "L'era glaciale", in onda su Rai Due. Ma a causa di uno spiacevole episodio riguardante il cantante Morgan, i rapporti con i dirigenti Rai e la Bignardi si deteriorano. La giornalista decide di rescindere il contratto di quattro anni che la lega all'emittente televisiva nazionale.
Nel 2004 convola a nozze con un collega, il giornalista Luca Sofri. La coppia ha una bambina, Emilia. Dal precedente matrimonio con Nicola Manzoni, Daria ha avuto un altro figlio, chiamato Ludovico. Qualche anno fa, nel 2009, la conduttrice pubblica la sua biografia, intitolata "Non vi lascerò orfani": la critica e il pubblico sembrano apprezzare molto le doti creative della giornalista. Collaboratrice del settimanale femminile "Vanity Fair", Daria Bignardi cura anche un blog dove pubblica le sue riflessioni su fatti di attualità.
Dal 1995 al 2008 ha condotto ogni giovedì su Radio DeeJay la rubrica di libri "La mezz'ora Daria", con Linus eNicola Savino. Nel 2010 torna su La7 con "Le invasioni barbariche".

lunedì 25 novembre 2013

la ciotola

Un esperto di cose antiche gironzola in un borgo e si accorge stupito che il gatto di un ciabattino sta bevendo il latte da una ciotola antica e preziosa. è pronto ad acquistarla, ma pensa che se il ciabattino intuisse quanto quella ciotola sia importante per lui, potrebbe tirare vertiginosamente sul prezzo. allora comincia a prodigarsi in complimenti verso il gattino, e sostiene che sarebbe la gioia delle sue figlie, e che manca proprio un gattino del genere a completare la sua felicità familiare, e quanto è bello, e quanto è tenero, e così via. 
alla fine contrattano un po' e il gattino è suo. 
poi, tenta il colpo finale:
"però però... il gattino mi sembra proprio abituato alla sua ciotola... non vorrei mi soffrisse di inappetenza... come ci torno poi qui? facciamo così, mi venda anche la ciotola, via"
"la ciotola? - fa il ciabattino - niente affatto... questa ciotola lei non sa quanti gattini mi fa vendere ogni mese!"

Le regole del gioco


la misura dell'intelligenza… by Albert Einstein

"La misura dell'intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario (Albert Einstein)

domenica 24 novembre 2013

"Ironia" di Beppe Severgnini

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

"L'ironia, insieme alla misericordia, è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza, una prova continua di umanità". (Beppe Severgnini)

Think outside the box

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini


"...Siate originali: pensate fuori dagli schemi. Anche perché negli schemi/nella scatola, c'è molta concorrenza e poca fantasia. Esiste, ovviamente, una differenza tra originalità ed eccentricità. La prima comporta un approccio insolito ed efficace ai problemi; la seconda spiazza la controparte, e spesso la mette a disagio…"(B.S.)

"Tecnico e Artista" di Primo Levi

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

Primo Levi
"Tra un tecnico e un artista c'è una grande differenza, nell'immaginario  collettivo. Eppure, se sono bravi, i due hanno in comune una caratteristica: sanno fare qualcosa. In molti casi, sono capaci di pensare con le mani. Un artista senza tecnica è velleitario: ha un'idea in mente, ma non sa come metterla in pratica. Un tecnico senza il GUSTO DELLE COSE sarà adeguato, mai eccellente". (leggete "La chiave a stella" di Primo Levi)

sabato 23 novembre 2013

Successo & Scale...


"CAMBIA-MENTI" by Vasco Rossi


"Cambiamento" by Beppe Severgnini

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

"...Cambiamento non è sinonimo di miglioramento: si può cambiare in peggio. Non è neppure garanzia di aggiornamento. Il cambiamento è un processo, non un punto d'arrivo. Nemmeno quelli che sembrano cambiamenti improvvisi, improvvisi non lo sono veramente…" (Marcello Fois)

venerdì 22 novembre 2013

Insegnante… by B.Severgnini

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

"… Oggi vedo uscire certe facce, dalla mia vecchia scuola: mettono tristezza. Sbaglierò, ma un bravo professore riesce a cavare oro da qualunque sasso. Se non è proprio oro, sarà argento: l'importante è trovarlo. Un insegnante è un minatore di talento. Non ha il diritto di estrarlo: ne ha il dovere. Ha di fronte gli stessi ragazzi, giorno dopo giorno. Sa dove cercare, se ha voglia di farlo…" (Beppe Severgnini)

"Siate ottimisti" by Beppe Severgnini

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

"I motivi per essere pessimisti ci sono sempre. Anche quelli per essere ottimisti. E' una questione di atteggiamento. Anzi di testa…" (B.Severgnini)

"I Sensi" by Leonardo Da Vinci

tratto da "Italiani di domani" di Beppe Severgnini

"La persona media guarda senza vedere, sente senza ascoltare, tocca senza sentire, respira senza percepire i profumi, mangia senza gustare, parla senza pensare" (Leonardo Da Vinci)

giovedì 21 novembre 2013

"Italiani di domani" di Beppe Severgnini

La dedica "Per Antonio, che compie vent'anni". Un libro apparentemente dedicato solo ai ventenni, ma come vedremo non è così. Già, perché "Italiani di domani" di Beppe Severgnini si rivolge a tutti: ai giovani, ai ventenni che si stanno affacciando sul mondo reale del lavoro e sul palcoscenico della vita; ma anche ai genitori/adulti che hanno (abbiamo) il dovere e il piacere di guidare i giovani "verso il domani".
Il libro, che mi è stato consigliato dall'amico Massimo B. (ormai mio "pusher culturale"), è stato per me molto interessante per vari aspetti. 
Ho 40 anni, un'età che mi permette ancora di guardare al futuro con un certo ottimismo, ma allo stesso tempo sono padre di due splendidi (per i genitori i figli sono tutti splendidi) bimbi che saranno fra poco gli "italiani di domani". Nel mio lavoro, inoltre, mi trovo a confrontarmi spessissimo con la "generazione dei ventenni": ascoltare i loro sogni, le speranze, le paure, le tante incognite…
Un libro quindi che mi sento di consigliare a tutti: ai miei coetanei, ai mie figli (fra qualche anno), ovviamente ai miei giovani collaboratori, ma anche a tutte quelle persone che operano nelle Risorse Umane, che spesso si trovano a scegliere tra "esperienza" e "potenzialità" (ma questo è un tema che tratterò in un altro post).
Leggendo il libro mi sono ritrovato spesso con l'autore, anche in alcune situazioni che mi hanno fatto sorridere; ad esempio quando parla del "TALENTO- cercate di capirvi": "…avrei voluto cantare, ma ero stonato: in qualunque coro - dal catechismo in poi - venivo invitato a farmi da parte. Sognavo di studiare uno strumento, ma anche li nulla…"

"Tutti sappiamo fare qualcosa, nessuno sa fare tutto. L'importante è capire cosa potremmo fare meglio e anche per questo, faremmo volentieri."

Il libro ruota attorno alle "otto T" del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro:
1 TALENTO siate brutali
2 TENACIA siate pazienti
3 TEMPISMO siate pronti
4 TOLLERANZA siate elastici
5 TOTEM siate leali
6 TENEREZZA siate morbidi
7 TERRA siate aperti
8 TESTA siate ottimisti
Dietro le otto porte, non c'è necessariamente il successo. Ma di sicuro c'è una vita , e un'Italia migliore.

"Portate talento, tenacia,tempismo e tolleranza in ciò che fate. Difendete i vostri ideali, guardate la vita con ironia, non dimenticate chi siete e da dove venite"

"ITALIANI DI DOMANI" (ed Rizzoli) - Un libro per i nostri ragazzi, quindi anche per noi. Un libro pratico, perciò pieno di sogni.  Un libro emozionante, per l’Italia che  non si rassegna. L’Italia deve pensare in avanti. Non è un lusso, è una necessità. Con questo libro Beppe Severgnini ci spinge a “riprogrammare noistessi e il nostro Paese (brutto verbo, bel proposito)”. E offre agli italiani di domani – questione di atteggiamento, non solo di anagrafe – otto suggerimenti: semplici, onesti, concreti.

BEPPE SEVERGNINI -è editorialista del ‘Corriere della Sera’, per cui lavora dal 1995; e scrive per ‘The New York Times’ come contributing opinion writer (2013). Il libro più recente: “Italiani di domani. Otto porte sul futuro” (Rizzoli, 2012). Dal 1998 conduce il forum ‘Italians’ (italians.corriere.it). Dal 2009 si diverte  (e s’impegna) su Twitter.

I suoi libri, tutti pubblicati da Rizzoli, sono bestseller (= molti li hanno comprati, qualcuno li ha letti e magari graditi). Bsev ha scritto quattro ritratti nazionali: ‘Inglesi’ (1990), ‘Un italiano in America’ (1995), ‘La testa degli italiani’ (2005) e ‘La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri’ (2010). Due libri sulla lingua: ‘L’inglese. Lezioni semiserie’ (1992) e ‘L’italiano. Lezioni semiserie’ (2007). Tre libri di viaggio: ‘Italiani con valigia’ (1993, ediz. agg. 1997), ‘Manuale dell’imperfetto viaggiatore’ (2000), ‘Italians. Giro del mondo in 80 pizze’ (2008). E l’autobiografia ‘Italiani si diventa’ (1998) – il suo preferito e, ovviamente, quello ha venduto meno.
‘Un italiano in America’, col titolo ‘Ciao, America’ (2002) è diventato un National Bestseller negli USA. ‘La testa degli italiani’, col titolo ‘La Bella Figura’ (2006) è stato New York Times Bestseller, ed è tradotto in quindici lingue.

Ha scritto per ‘The Sunday Times’ (1992-1993), ‘The Economist’ (per cui è stato corrispondente dall’Italia 1996-2003), ‘The New York Times Syndicate’ (2007-2009), “The Financial Times” (2010-2012). Nel 2004, a Bruxelles, è stato votato ‘European Journalist of the Year’. Ha vinto anche altri premi, ma il più importante – assicura – è rappresentato dalla stima e dall’affetto dei lettori.

Appassionato di calcio, Beppe ha scritto per la ‘Gazzetta dello Sport’ dal 2001 al 2011, ed è autore di una multipla dichiarazione d’amore alla squadra del cuore, raccontata dal disastro al trionfo: ‘Interismi’ (2002), ‘Altri interismi’ (2003), ‘Tripli Interismi’ (2007) e ‘Eurointerismi’ (2010, dopo il Triplete). I quattro volumi sono raccolti nel ‘Manuale del Perfetto Interista’ (edizione definitiva), col quale si è congedato dal racconto sportivo.

Beppe Severgnini ha scritto e condotto le trasmissioni televisive ‘Italians, cioè italiani’ (RaiTre 1997), ‘Luoghi Comuni. Un viaggio in Italia’ (RaiTre 2001-2002). Dal 2004 al 2011 ha collaborato a SKY Tg24 (‘Severgnini alle 10′, ‘America 2008′, ‘Zona Severgnini’); dal 2011, su La7, a ‘Le invasioni barbariche’ e ‘Otto e mezzo’.

Bsev è nato il 26 dicembre 1956 a Crema (Cremona), dove ha studiato fino alla maturità classica. Laureato in diritto internazionale a Pavia, dopo un periodo presso la Comunità Europea a Bruxelles è stato corrispondente a Londra per ‘il Giornale’ di Montanelli (1984-1988), inviato in Europa Orientale, Russia e Cina (1988-1992), distaccato presso ‘The Economist’ a Londra (1993), corrispondente a Washington D.C. per ‘la Voce’ (1994-1995).

Nel 2013 è stato Isaiah Berlin Visiting Scholar a Oxford e Visiting Fellow a Ca’ Foscari-Venezia. Ha tenuto un corso alla scuola di giornalismo ‘Walter Tobagi’ dell’Università degli Studi di Milano (2010-2012), e ha visitato il Massachusetts Institute of Technology (MIT) come Research Fellow/Writer in Residence (2009). Ha  insegnato a Middlebury College Vermont (2006), Milano-Bocconi (2003 e 2006), Parma (1998) e Pavia (2002), che lo ha scelto come «laureato dell’anno» nel 1998 e 2011.

Nel 2001 la Regina Elisabetta II gli ha conferito il titolo di Officer of the British Empire, O.B.E. e nel 2011 il Presidente Giorgio Napolitano lo ha nominato Commendatore della Repubblica italiana. E’ presidente dell’Inter Club di Kabul, Afghanistan (e solo di quello). È sposato con Ortensia e ha un figlio, Antonio.

Ogni Giorno...


"42" un film sulla vera storia di Jackie Robinson

Dico la verità, non sono sicuramente un appassionato di baseball, ma certamente lo sono di sport in genere e di film ispirati ad esso soprattutto se questi sono tratti da una storia vera. Film come questo "42" portano a conoscenza, per chi è profano come me, del suo emblematico valore e significato che assunse nello sport e soprattutto nella società americana  negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. Un film che consiglio un po' a tutti. Buona visione

tratto da mymovies.it -Brian Hegeland ha ricevuto il premio Oscar come sceneggiatore per L.A. Confidential nel 1997 e numerose nomination per i film di successo Mystic RiverMan on firePelham 1-2-3 e Robin Hood (di Ridley Scott). Nelle vesti di regista e sceneggiatore sta realizzando un nuovo progetto: un film sulla storia di Jackie Robinson, il primo giocatore di baseball di colore ad essere entrato a far parte della Major League Baseball. L'allenatore Branch Rickey, mentre guidava i Brooklyn Dodgers, ebbe la lungimiranza di assumere per la prima volta un giocatore afro-americano: la prima partita di Robinson fu giocata il 15 aprile 1947. Robinson vinse il premio come miglior Rookie dell'anno, il National League MVP, divenne un campione nelle World Series e fu introdotto nella Hall of Fame nel 1962. La sua entrata nelle Majors Leagues aprì le porte a legioni di giocatori di baseball non bianchi e contribuì in modo determinante al Movimento dei diritti civili. Nel film sono stati confermati gli attori Harrison Ford nel ruolo di Branch Rickey e Chadwick Boseman per interpretare la parte del giocatore Jackie Robinson.

Guarda il trailer:


mercoledì 20 novembre 2013

"Il corpo docile" di Rosella Postorino

Commentare un libro di narrativa non è mai una cosa semplice, soprattutto per me che non sono e non voglio essere un critico letterario ma semplicemente un amante dei libri e della lettura. Un libro di  narrativa è un racconto frutto dell'animo dell'autore (in questo caso dell'autrice).
E si, perché "Un corpo docile" di Rosella Postorino, finalista del Premio Città di Penne 2013, è la storia /il racconto della vita di Milena, nata e vissuta in galera fino all'età di tre anni.
Un libro che spazia dalla quotidianità della protagonista con la sua vita tormentata, i suoi ricordi, i sogni, le fantasie. Diversi stadi della vita che si percepiscono anche dallo stile: tante descrizioni, intervallate da una punteggiatura che alcune volte sembra casuale ma che porta il lettore ad una lettura cadenzata quasi a farlo soffermare su alcuni passaggi cruciali; così come è complessa la vita di Milena.
Al lettore, in questo caso a me/noi, non resta altro che farsi rapire da questo racconto e farsi trasportare in un mondo di emarginazione, solitudine ed invisibilità, come quello vissuto dalle mamme e dai bimbi in un carcere…Già le mamme che in alcune descrizioni sono dolci ed amorevoli, in altre dure e volgari come solo il carcere e la solitudine può rendere, perché il carcere vuoi o non vuoi le trasforma, quasi a perdere la loro "femminilità". Muri, non solo materiali, che le rendono "invisibili al mondo".
Il libro termina con una descrizione domestica qualunque e con un semplice "punto" a pagina 231; non si conclude in alcun modo quasi a voler comunicare che la vita reale continua, anche in un carcere…in un modo o nell'altro…


"Ma Milena può fidarsi, perché la madre ha sempre preteso onestà. E' per questo che è finita in galera. In galera, Milena ci è nata".

"IL CORPO DOCILE" (ed Einaudi)La vita per Milena è una minaccia. Troppo grave la ferita che si porta dentro da quando è nata. Si è abituata a sopravvivere in un nido caldo di paura. Una paura che non cessa, neppure lontano dalle pareti della prigione che è stata la sua prima culla. Ma Milena è anche forte. E cerca in ogni spiraglio d'amore il coraggio di rischiare. Di salvarsi. Seguendo con il fiato in gola Milena e la sua lotta per il diritto a ciò che consideravamo scontato, scopriamo che la posta in gioco per tutti è oggi la riconquista di ciò che ci rende umani.



Milena è nata in galera e lì è vissuta fino a tre anni. Oggi ne ha ventiquattro e si prende cura dei bambini reclusi, come Marlon. Marlon sarà presto strappato alla madre detenuta con cui vive. Milena conosce quel dolore e farebbe di tutto per evitarglielo.
Eugenio invece fa parte della sua vita fin dall'inizio: era il «fratello» con cui dividere il sonno, è stato l'amico che non aveva mai paura, è diventato il suo amante.

L'incontro con un giornalista che vuole parlare dei bambini in carcere è il terremoto che fa tremare le mura dietro cui Milena si protegge da sempre. Il giornalista è intenzionato a forzare ogni porta, vuole liberarla, o solo averla. Ma quando sei nata in galera, anche l'amore può diventare una minaccia. Rosella Postorino racconta la gabbia delle nostre esistenze «separate e inconciliabili», e insieme la felicità furiosa dei corpi che si toccano. Scrive un romanzo di esclusione e tenerezza, dove ogni nido cova violenza, ma il tentativo di salvare un altro essere umano è l'unico modo per salvare se stessi.
 

ROSELLA POSTORINORosella Postorino è cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con il racconto "In una capsula" ("Ragazze che dovresti conoscere", Einaudi Stile libero 2004), ha pubblicato alcuni racconti e anche un saggio di critica letteraria, "Malati di intelligenza" (nell’antologia "Duras mon amour 3", Lindau 2003). Il suo primo romanzo, "La stanza di sopra", uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e il Premio Città di Santa Marinella. Collabora con le pagine romane del quotidiano «la Repubblica» e scrive su «Rolling Stone». Nel 2009 pubblica per Einaudi "L'estate che perdemmo Dio" e nel 2013 "Il corpo docile".