Il mondo è cambiato (e sta ancora
cambiando). Quante volte abbiamo sentito questa affermazione. E con il mondo
cambia anche il lavoro: spariscono dei mestieri, nascono dei nuovi, se ne
trasformano altri. Non accettare ed adeguarsi ai cambiamenti sociali e/o
lavorativi, vuol dire di fatto restare emarginati. Vito Gioia, cacciatore di
teste, ha scritto un libro dal titolo “E’ facile trovare lavoro se hai voglia
di lavorare”. Un titolo sicuramente provocatorio ed in fatti è proprio questo
lo scopo, scuotere il lettore, renderlo attivo nella ricerca di un lavoro e non
passivo. Vito Gioia afferma “ Molte persone non lavorano perché cercano il
lavoro che non c’è, quel lavoro ideale che hanno sognato ma che il mercato non
può più offrire, almeno in questo momento. Se invece cercassero il lavoro che
c’è, cioè quello che il mercato chiede, avremmo meno disoccupati”. Faccio parte della generazione
nata negli anni settanta, una generazione “fuori posto” con alle spalle un boom
economico inaspettato ed un futuro che sembrava scandito dalla tecnicità. Mi
spiego meglio: negli anni 60/70 il mondo del lavoro e della formazione
richiedeva profili professionali tecnici che non si trovavano e richiedevano
alla scuola superiore una formazione concreta spendibile subito nel mondo del
lavoro (i licei infatti erano consigliati solo a chi voleva andare
all’università), nascono cosi gli “istituti tecnici” a vari indirizzi, tecnico,
industriale, amministrativo. Dalla metà
degli anni ottanta/novanta abbiamo assistito ad una sfornata di massa di
tecnici pronti ad entrare nel mondo del lavoro. Per una decina di anni le cose
sembravano funzionare bene. Poi il mondo è cambiato e tutto era “obsoleto”: la
formazione scolastica, l’handicap di noi italiani nella conoscenza soprattutto
della lingua inglese, nuove professioni richieste, lavoratori che si
ritrovavano con nozioni e competenze non più spendibili. “Nove mosse per il futuro” è un
libro molto interessante indirizzato principalmente ai giovani, ma che da
quarantenne, consiglio anche ai miei coetanei che sono ancora ancorati ad una
mentalità del lavoro che non esiste più. Quello che dovremmo fare è aprire gli
occhi al mondo, svegliarci dal sogno di un lavoro che magari per adesso non
c’è, dobbiamo invece capire in quali contesti possiamo mettere a frutto le ns
competenze. Puntare sulle ns passioni, gli hobbies e magari farle diventare
un’opportunità professionale. Per fare questo la parola d’ordine è
occupabilità, in inglese “Employability”. Stiamo passando dalla cultura della
difesa del posto di lavoro, sempre meno sostenibile, alla cultura
dell’occupabilità. Si tratta di tutte quelle pratiche che devono essere
attivate per facilitare la collocazione e ricollocazione al lavoro. Spostare il
focus sull’Employability significa garantire alle persone una continuità
lavorativa e professionale per l’intero arco della loro vita occupazionale,
puntando soprattutto sulle potenzialità di reimpiego piuttosto che in una
sterile difesa a oltranza del posto di lavoro.“Nove mosse per il futuro” indica
la giusta mentalità che occorre per affrontare un mondo del lavoro che è ormai
cambiato, sta cambiando e che nel futuro cambierà ancora. Buona lettura.
SCHEDA DEL LIBRO - "Nove mosse per il futuro" - Questo libro è rivolto a tutti i
giovani in procinto di cercare un lavoro. Non è, però, una cassetta degli attrezzi
utile per scrivere al meglio un curriculum vitae o per affrontare con il giusto
piglio un colloquio di lavoro. L’obiettivo decisamente più ambizioso è di far
breccia nel modo di pensare dei giovani, e di spronarli a mettere in gioco
determinati comportamenti per affrontare al meglio la sfida del lavoro dei
nostri tempi. Il libro si rivolge direttamente alle giovani generazioni per
aiutarle a comprendere meglio la realtà del mondo del lavoro di oggi,
contribuendo ad interpretarla, in modo da ricercarne opportunità piuttosto che
frustrazioni. Esistono tante possibilità e tante strade per realizzare se
stessi e sentirsi appagati. Quello che conta, però, è l’atteggiamento verso il
lavoro “Nove mosse per il futuro” indica la giusta mentalità che occorre per
farcela. (ed Guerini Next)
GIUSEPPE BIAZZO fondatore e
amministratore delegato di Orienta SpA, una delle principali Agenzie per il
lavoro. Laureato in economia con un master in MBA presso l’Ipsoa di Milano, è
inoltre presidente di Ebitemp, l’ente bilaterale del settore della
somministrazione. E’ stato vicepresidente di Assolavoro – FILIPPO DI NARDO è un
giornalista specializzato sul mercato del lavoro e saggista. Direttore
responsabile di Kongnews.it. E’ autore televisivi di vari programmi sul mondo del
lavoro, tra cui Eureka.