domenica 22 aprile 2012
"Eugenetica", ieri e oggi...
sabato 14 aprile 2012
"I Limiti" di Simona Atzori
"Penso talvolta che i veri limiti esistano in chi ci guarda"
Winter il delfino
Differenze tra il film e la realtà
- Nel film, Winter viene trovato arenato su una spiaggia vicino al Clearwater, da un pescatore seduto sulla riva (e viene salvato con l'aiuto di Sawyer). Nella realtà, Winter è stato trovato nella laguna Mosquito (sul lato opposto dello Stato), non su una spiaggia, da un pescatore nella laguna, e nessun bambino è stato coinvolto.
- Nel film il processo di sviluppo della coda di Winter viene svolto nell'arco di poche settimane dal medico del Dipartimento locale dei Veterani durante la sua vacanza. Nella realtà, il processo di sviluppo della coda adatta è stato svolto in ben più di un anno da Kevin Carroll e un team di esperti di protesi e ortesi.
- Nel film il Clearwater Marine Hospital (già alle prese con questioni finanziarie) viene gravemente danneggiato da un uragano, questo solo per fare in modo di essere drammaticamente salvato dal "Save Winter Day". Nella realtà, il Clearwater Marine Aquarium non ha mai avuto nessun problema finanziario, sia prima che dopo l'arrivo di Winter.
mercoledì 11 aprile 2012
"Questa è la mia vita"...Ligabue
"Questa è la mia vita, se ho bisogno te lo dico. Sono io che guido, io che vado fuori strada. Sempre io che pago; non è mai successo che pagassero per me..."
martedì 10 aprile 2012
Il problema secondo cap. Sparrow
"Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. Comprendi?"
sabato 7 aprile 2012
"Pensare come Steve Jobs" di Carmine Gallo
Lavoro, anche le persone disabili nella riforma del governo: arrivano piu posti e più controlli
Lavoro, anche le persone disabili nella riforma del governo: arrivano piu posti e più controlli
Nel testo del disegno di legge sulla riforma del lavoro, consegnato dal governo e ora al Senato per il via all'iter parlamentare, disposizioni riguardanti anche la legge 68/99 sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità: il testo amplia la base su cui è calcolata la quota di riserva e porterà ad un aumento dei posti disponibili. Previsti anche più controlli sulle aziende e un decreto del ministero del Lavoro cambierà le regole e i criteri previsti per gli esoneri
ROMA - Cambierà qualcosa nella legge sull'inserimento lavorativo delle persone con disabilità: più posti disponibili da un lato, maggiori controlli per fare in modo che le aziende non abusino degli esoneri previsti dall'altro. Nel testo del disegno di legge sulla riforma del lavoro, messo a punto dal governo Monti e presentato al Parlamento, fra i vari punti all'ordine del giorno c'è anche una modifica della legge 68/99. L'obiettivo è quello di aumentare le possibilità che una persona con disabilità avrà di trovare un lavoro e contestualmente quello di ridefinire, attraverso un decreto del Ministero del Lavoro da emanare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della nuova legge, i procedimenti relativi agli esoneri concessi alle aziende dall'obbligo del rispetto delle quote di legge.
Ad occuparsi di persone con disabilità è l'art. 57 del "disegno di legge recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita": un testo presentato ieri dal governo al Senato e assegnato immediatamente dal presidente Renato Schifani alla Commissione Lavoro di Palazzo Madama, che già da martedì prossimo, prima data utile dopo Pasqua, potrà dare avvio all'esame delle disposizioni previste. Il premier Monti non ha escluso a priori che sul testo venga posto un voto di fiducia, anche se al momento appare solo come una eventualità lontana.
L'articolo 57, indicato come la dicitura "Efficace attuazione del diritto al lavoro dei disabili", prevede anzitutto un ampliamento della base su cui è calcolata la quota di riserva per l'assunzione di persone con disabilità. Attualmente, l'articolo 4 della legge 68/99 prescrive che "agli effetti della determinazione del numero di soggetti disabili da assumere, non sono computabili tra i dipendenti i lavoratori occupati con contratto a tempo determinato di durata non superiore a nove mesi, i soci di cooperative di produzione e lavoro, nonché i dirigenti". La riforma prevista dal governo amplia come detto la base di calcolo, prevedendo che "agli effetti della determinazione del numero di soggetti disabili da assumere sono computati di norma tra i dipendenti tutti i lavoratori assunti con contratto di lavoro subordinato". Permangono comunque una serie di eccezioni: "i soci di cooperative di produzione e lavoro, i dirigenti, i lavo ratori assunti con contratto di inserimento, i lavoratori occupati con contratto di somministrazione presso l'utilizzatore, i lavoratori assunti per attività da svolgersi all'estero per la durata di tale attività, i soggetti impegnati in lavori socialmente utili, i lavoratori a domicilio, i lavoratori che aderiscono al programma di emersione", e le "ulteriori esclusioni previste dalle discipline di settore", ma nonostante questo lungo elenco il saldo dovrebbe comunque essere a vantaggio di una più ampia base di calcolo, e dunque un più alto numero di persone con disabilità da assumere.
Il testo del governo, poi, prevede una norme al fine di "evitare abusi nel ricorso all'istituto dell'esonero dagli obblighi di legge" e per "garantire il rispetto delle quote di riserva": viene previsto, cioè, che "con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, da emanare (...) entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente disposizione, sono ridefiniti i procedimenti relativi agli esoneri, i criteri e le modalità per la loro concessione e sono stabilite norme volte al potenziamento delle attività di controllo". Cambieranno le regole, dunque, e cambieranno - evidentemente - in senso restrittivo rispetto alla situazione attuale. Infine, il testo della riforma del governo prevede un cambiamento all'art. 6 della legge 68/99, laddove si prevede che gli uffici competenti saranno "tenuti a comunicare, anche in via telematica, con cadenza almeno mensile, alla competente Direzione territoriale del lavoro il mancato rispetto degli obblighi di cui all'articolo 3, nonché il ricorso agli esoneri, ai fini della attivazione degli eventuali accertamenti". Un'ulteriore conferma della volontà di procedere a controlli più stringenti sull'attuazione degli obblighi di legge. (ska)
Fonte: superabile.it
venerdì 6 aprile 2012
Lavoro, le difficoltà delle persone con disabilità psichica: ''Anche 10 anni di tirocinio''
Lavoro, le difficoltà delle persone con disabilità psichica: ''Anche 10 anni di tirocinio''
La denuncia della portavoce del Comitato che raccoglie i genitori di giovani disabili psichici: "Tra le varie categorie svantaggiate nel mondo del lavoro, i nostri figli sono i più penalizzati". Nelle aziende la loro presenta è vista come una minaccia, ma anche laddove si riescono a sfondare le barriere con tirocini di formazione, il rischio è che questa modalità d'impiego vada avanti all'infinito. Esposti i punti salienti di una lettera al governo sulla legge 68/99
ROMA - Tra le varie categorie svantaggiate nel mondo del lavoro ce ne è una ancor più penalizzata, che soffre di una doppia discriminazione. Sono i disabili psichici, che devono più degli altri dimostrare di essere produttivi e utili alle aziende, ma che difficilmente riescono a trovare un posto di lavoro. Alcuni restano nel limbo della formazione portando avanti tirocini anche dieci anni. Lo denuncia Virginio Massimo, portavoce del Comitato dei genitori dei giovani disabili psichici, che a Roma durante il convegno organizzato dalla Cgil "Lavoro e disabilità", ha esposto i punti salienti di una lettera aperta indirizzata al governo sullo stato della legge 68/99, in cui richiede un intervento concreto per l'inserimento a partire da tirocini mirati. "La nostra iniziativa parte dalla constatazione amara che all'interno del mondo della disabilità esiste una categoria, quella dei disabili ps ichici che è più svantaggiata di altre - sottolinea Massimo - Noi non vogliamo un occhio di riguardo, ma la specificità dei nostri figli porta con sé una penalizzazione ulteriore dovuta al pregiudizio che per altri non c'è. Il rischio è l'autocensura da parte dei familiari che non pensano alla possibilità di un lavoro per il proprio figlio. Vogliamo invece rivendicare gli stessi diritti per tutti i cittadini e per tutti i lavoratori".
Tra i pregiudizi più diffusi c'è l'inaffidabilità e l'incapacità delle persone con disabilità intellettiva di prendere un incarico. "Nelle aziende la loro presenza è vista come minacciante, perché la disabilità psichica fa più paura di tutte le altre - aggiunge - Dobbiamo invece dimostrare in concreto che il disabile psichico può lavorare e sa lavorare. Ma deve avere l'opportunità di fare tirocinio, essere sperimentato al lavoro in un ambiente che lo accolga: l'inclusione è l'unica strada possibile. Deve essere previsto un percorso preciso alla fine del quale l'assunzione è obbligatoria: mio figlio sono dieci anni cha fa tirocini non può andare avanti in eterno". Massimo denuncia inoltre che per gli stage non ci sono criteri di trasparenza oggettivi ma ci si arriva per "colpi di fortuna": "tutti devono avere le ste sse opportunità - conclude - E bisogna individuare figure come i mediatori culturali o facilitatori all'interno delle aziende per evitare che le difficoltà diventino pregiudizi".
Nella lettera il Comitato chiede anche che venga promosso una ricerca su base nazionale perché "i disabili psichici disponibili al lavoro sono ben oltre 1/3 del totale degli iscritti alle liste speciali". Secondo i dati dell'Isfol del 2009/2010 (ultimi dati disponibili) oltre il 45% delle aziende rispetta l'obbligo di legge, e nel campione preso in esame su 570 disabili assunti solo 62 sono psichici (poco più del 10%). Due sono quindi le scelte possibili secondo il Comitato: o prevedere un progetto lavorativo dei soggetti disabili in un ambiente "protetto" come le cooperative e i laboratori sociali, oppure inserire queste persone nel mondo del lavoro "normale", una scelta attraverso cui passa la vera inclusione ma che va sostenuta con forza e con tutele reali. (ec)
Fonte: Superabile.it
Palermo, giovani down raccontano il lavoro in Regione
Palermo, giovani down raccontano il lavoro in Regione
Si tratta del progetto sperimentale regionale di inserimento professionale per tre ragazzi e una ragazza a cui sono stati affidati compiti di accoglienza e comunicazione presso l'assessorato della salute
PALERMO. Quattro giovani down hanno raccontato a Palermo, con gli occhi che brillavano dalla gioia, la loro esperienza lavorativa all’interno della pubblica amministrazione che si concluderà ad aprile ma che si spera possa proseguire. Si tratta del progetto sperimentale regionale di inserimento professionale per quattro giovani Down (tre ragazzi e una ragazza) a cui sono stati affidati compiti di accoglienza e comunicazione, presso l’assessorato della Salute. In particolare, il progetto ha interessato Giuseppe Lupo, Fabiola Carabillò, Francesco Gliubizzi e Francesco Arena.
Giuseppe Lupo, 30 anni, con un viso da studioso, ogni mattina sale sul bus 102 per recarsi nelle sede dell’assessorato. Il giovane ha preso molto sul serio l’impegno lavorativo che ogni mattina lo vede coinvolto nei compiti di accoglienza del pubblico: il suo lavoro è quello di fornire le indicazioni dei funzionari preposti ai vari servizi. Quando si parla del suo lavoro Fabiola Carabillò, 34 anni, si apre in un sorriso solare perché stare con le persone le piace tanto. “Non faccio solo questo – racconta -, mi piace pure dipingere e disegnare per gli amici e i miei cinque nipoti”. Francesco Arena è il più giovane e ha 21 anni. “E’ la mia prima esperienza lavorativa e mi piace moltissimo aiutare le persone, facendo le fotocopie e accogliendo gli altri – racconta -. Alla gente spieghiamo pure come partecipare al ‘Farmadono’: il progetto per don are i farmaci inutilizzati a chi ha bisogno”. Il più restio a parlare perché più timido è Francesco Gliabuzzi. “Il mio lavoro è quello di distribuire la posta alle colleghe – dice -. Vorrei tanto che questa attività potesse continuare perché essere utile per gli altri mi fa stare bene”.
I quattro giovani sono stati inseriti per un periodo di sei mesi, nelle sedi di due dipartimenti regionali, impegnati per tre ore al giorno dal lunedì al venerdì, seguiti da i tutor Mauro Bugio e Marcella Rizzo e dalla psicologa Daniela Raineri messi a disposizione dall’associazione Famiglie Persone down di Palermo. L’esperienza è stata presentata nel corso del convegno, organizzato dalla associazione Famiglie Persone Down su “Integrazione Ospedale - Territorio per un percorso di vita e una reale inclusione sociale” avvenuto questa mattina nell'aula magna dell'ospedale Cervello di Palermo. L’evento si è svolto in collaborazione con il Centro di Riferimento Regionale per il Controllo e la Cura della Sindrome di Down e delle altre Patologie Cromosomiche e Genetiche con il supporto dell’assessorato regionale della Salute, del CeSVoP, dell’Asp 6 di Palermo e delle Aziend e Ospedaliere Riunite Villa Sofia-Cervello.
“Oggi, le persone con sindrome di Down hanno dimostrato grandi risorse e potenzialità, sono in grado di compiere un significativo percorso scolastico, di fare sport, di impegnarsi in un lavoro in modo produttivo e competente – sottolinea Giuseppe Rocca, presidente dell’associazione Famiglie Persone Down -. A tutt’oggi l’integrazione sociale, diritto ed elemento fondamentale per la dignità della persona, deve essere ulteriormente incentivata ed è necessario creare maggiori opportunità affinché sia pienamente realizzata nel raggiungimento di una vera autonomia”. “Le persone con sindrome di Down hanno bisogno di un sostegno adeguato, di maggiori opportunità per integrarsi nella scuola e nel lavoro – continua -, di rispetto del loro essere persona; punti su cui verte l’impegno dell’associazione e degli operatori del centro, in collegamento e sinergia con l’assessorato competente e le strutture dell’Asp 6 e di Villa Sofia-Cervello”. (set)
Fonte: Redattore Sociale