Ho sempre sostenuto che uno stesso libro andrebbe letto almeno due volte nelle varie fasi della vita (giovinezza e maturità) per avere una completa, chiara e diversa chiave di lettura. Mi è capitato con diversi libri e mi è capitato con questo libro che vi sto presentando e che molti di voi sicuramente avranno letto. "Il piccolo principe" è un libro che generalmente si legge quando si è bambini e ci trasporta in un mondo fantastico dove la fantasia può spaziare liberamente, poi diventiamo grandi e dobbiamo occuparci e leggere cose "PIU' IMPORTANTI". A me è capitato, quasi a 38 anni di cimentarmi per la prima volta nella lettura di questo libro. Ne avevo sentito parlare spessissimo ma non avevo mai avuto occasione (o voglia) di leggerlo, anche quando incontravo la copertina nelle librerie ero troppo preso nel ricercare qualche volume "più serio e da grandi".
Leggere il libro alla mia età ed essendo padre di due bimbi, è stato bellissimo e commovente, mi ha fatto fare un balzo indietro nel tempo riempiendomi di tenerezza la stessa che trasmette "il piccolo principe" nella storia che con la sua ingenuità, semplicità ed allo stesso tempo profondità, trasmetterà a sua volta al protagonista adulto del libro. Noi adulti siamo presi sempre dal quotidiano, rincorriamo tutto ed alla fine certe volte non sappiamo cosa, siamo attratti dal superfluo che spesso dimentichiamo l'essenziale, come dice l'autore attraverso il piccolo principe "l'essenziale è invisibile agli occhi".
Consiglio la lettura a chi come me non lo aveva fatto prima, e ne consiglio una nuova lettura a chi lo ha già letto da bambino/a per trovare una nuova chiave di lettura e magari chissà riacquisire un po' di ingenuità del "piccolo principe". Buona lettura e buona estate.
TRAMA (tratto da Wikipedia) - Un pilota di aereo, precipitato nel deserto, incontra un bambino semplice, che per prima cosa gli chiede "Mi disegni una pecora?". Allibito, il pilota, disperato per la situazione in cui si trovano, non si capacita di questa ed altre richieste strane del bambino. Questi, poco per volta, dice di essere il principe di un lontano asteroide, sul quale abita solo lui e una piccola rosa, molto vanitosa, che lui cura e ama.
Il piccolo principe racconta che, nel suo vagare per lo spazio, ha conosciuto diversi personaggi strani, ciascuno dei quali gli ha insegnato qualche cosa. La cura per la sua rosa lo ha fatto soffrire molto, perché spesso questa si è mostrata scorbutica o molto pretenziosa. Ora però che è lontano, il Piccolo Principe scopre piano piano che le ha voluto bene, e che anche lei gliene voleva. Purtroppo però non si capivano. Il piccolo principe, proveniente dall'asteroide B612, aveva bisogno della pecora per farle divorare gli arbusti di baobab prima che crescessero e soffocassero il suo pianeta.
E da qui inizia il racconto dei pianeti che il piccolo principe ha visitato, con gli strani personaggi che li abitano. Da ciascuno di essi il piccolo principe se ne va con l'idea che i grandi siano ben strani, e con un piccolo insegnamento per sé:
- un pigro, che ha trascurato i baobab del proprio pianeta da piccoli, ha scoperto che se si lasciano crescere i baobab, questi soffocano tutto quello che c'è;
- il signor Cremisi, su un altro pianeta, ha passato la vita a contare le stelle, allo scopo di diventare più ricco e comprare altre stelle, senza amare nessuno, ripetendo come un fungo: "Io sono una persona seria";
- un vecchio re solitario, che si crede onnipotente, cerca di farlo suo ministro, dando ordini solo in modo da essere sempre ascoltato;
- un vanitoso chiede solo di essere ammirato e applaudito, senza ragione;
- un ubriacone beve per dimenticare la vergogna di bere;
- un lampionaio deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, perché il pianeta gira a quella velocità; per quest'uomo il piccolo principe prova un po' di ammirazione perché è l'unico che non pensa solo a se stesso;
- un geografo sta seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non dispone di esploratori da mandare ad analizzare il terreno e riportare i dati.
Questi consiglia al piccolo principe di visitare la Terra, sulla quale finalmente il nostro protagonista giunge, con grande stupore per le dimensioni e per la quantità di persone. Il suo primo incontro, nel deserto, avviene con un serpente, simbolo della morte, che però è vista in senso positivo, come l'inizio di un viaggio. Proseguendo con il suo viaggio, egli incontra un piccolo fiore, delle alte cime, ed infine un giardino pieno di rose fiorite. La sua rosa aveva raccontato al piccolo principe di essere l'unica di quella specie in tutto l'universo, e quindi egli rimane molto deluso da questa scoperta. Ma non fa in tempo a pensarci molto, che compare un piccolo volpe, che gli chiede di essere addomesticato e di essere suo amico. La volpe parla a lungo con il principe dell'amicizia, della sua rosa, che in realtà è unica al mondo per le cure e l'amore che lui le ha prodigato; poi, alla fine del loro incontro, gli rivela il suo segreto: "Non si vede bene che col cuore; l'essenziale è invisibile agli occhi".
Il principe incontra poi un indaffarato controllore, che non sa giustificare la ragione per cui la gente va avanti e indietro sempre di fretta; l'ultimo interessante incontro è con un venditore di pillole che calmano la sete, facendo risparmiare un sacco di tempo. Dopo aver ascoltato tutto il racconto del piccolo principe, il pilota non è riuscito a riparare l'aereo e ha terminato la scorta d'acqua. Ecco allora la proposta assurda e ingenua del bambino: "Anch'io ho sete… cerchiamo un pozzo… ".
Dopo una giornata di cammino, i due si fermano stanchi su una duna ad ammirare il deserto nella notte, bellissimo nella sua maestosità, ma bellissimo soprattutto perché "ciò che abbellisce il deserto", disse il piccolo principe, " è che nasconde un pozzo in qualche luogo…". Di qualunque cosa si tratti, quello che fa la sua bellezza è invisibile. Con in braccio il bambino addormentato, il pilota cammina tutta la notte, e finalmente all'alba scopre il pozzo. "Un po' d'acqua può far bene anche al cuore" commenta il piccolo principe, e bevono entrambi con gioia. Il pilota torna al lavoro al suo apparecchio, e la sera seguente ritrova il piccolo principe ad attenderlo su un muretto accanto al pozzo, mentre parla con il serpente che aveva incontrato. Il piccolo principe tornava lì, dopo un anno dall'arrivo sulla terra, per tornare al suo pianeta. Il serpente, con il suo morso, era il mezzo per potersi liberare del corpo, troppo pesante per arrivare così lontano. E così, nella notte, in una scena struggente, il piccolo principe fa il grande passo per ritornare dalla sua rosa. Il suo corpo cade a terra, esanime, ma "sarà come una vecchia scorza abbandonata". Ancora una volta, "l'essenziale è invisibile agli occhi".
E il piccolo principe così, forse, ritorna dalla sua rosa, con la pecora, la scatola e la museruola. E lascia in regalo al pilota, e a tutti noi, il suo sorriso, il suo messaggio, e un mare di stelle da guardare, sapendo che lassù, da qualche parte, un piccolo principe sta prendendosi cura della sua rosa.
L'AUTORE E CURIOSITA' - Il piccolo principe (Le Petit Prince) è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint-Exupéry. Pubblicato il 6 aprile 1943 da Reynald & Hitchcock in inglese, e qualche giorno dopo in francese, è un racconto molto poetico che, nella forma di un'opera letteraria per ragazzi, affronta temi come il senso della vita e il significato dell'amore e dell'amicizia. È fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e tra le più vendute della storia: è stato tradotto in più di 220 lingue e dialetti e stampato in oltre 134 milioni di copie in tutto il mondo.
In un certo senso, costituisce una sorta di educazione sentimentale. L'opera, sia nella sua versione originaria che nelle varie traduzioni in decine di lingue, è illustrata da una decina di acquerelli dello stesso Saint-Exupéry, disegni[1] semplici e un po' naïf che sono celebri quanto il racconto.
Gli stessi disegni sono stati utilizzati per creare le copertine del libro. Ad oggi ne sono state stampate ben 657.789 differenti rielaborazioni.
Il racconto è dedicato al bambino che fu Léon Werth, amico dell'autore, il quale qualche mese più tardi scrisse d'essersi pentito e che avrebbe dovuto dedicarlo alla moglie Consuelo Suncín (1902-1979). L'autore lo scrisse negli Stati Uniti, mentre abitava nella "Bevin House" di Asharoken, Long Island, NY.