sabato 27 febbraio 2010

Kenneth Blanchard


"Al giorno d'oggi la chiave per una Leadership di successo è la capacità di influenzare le persone, non l'autorità".

Kenneth Blanchard

giovedì 25 febbraio 2010

I Leaders....di Vince Lombardi


Grazie Ida per questa bellissima frase!

"I Leaders non sono nati tali, lo sono diventati. E lo sono diventati proprio come in ogni altra cosa, attraverso il duro lavoro. E quello è il prezzo che dobbiamo pagare per raggiungere quel risultato o qualsiasi altro obiettivo".

Vince Lombardi
(allenatore football americano 1913-1970)

Martin Luther King


"Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero. Se non potete essere il sole, siate una stella. Cercate di essere sempre il meglio di qualunque cosa siete."

(Martin Luther King)

mercoledì 24 febbraio 2010

Dietro gli Archi


Nel mio blog non potevo non menzionare l'azienda che mi da e che mi ha dato tanto sia in termini di crescita e formazione professionale che soprattutto umana. Spesso però, come ho già scritto su altri post, superficialmente si giudica un'azienda e le persone che vi lavorano in base al "logo aziendale" soprattutto quando l'azienda in questione è una multinazionale come McDonald's. In questo post però non voglio parlare di globalizzazione, cosa è buono e cosa non lo è (i gusti sono gusti). Voglio "parlare" di uomini e donne che vi lavorano, di uomini e donne che vi hanno lavorato con dedizione fin dai primi anni, con umiltà e con una visione, senza riflettori puntati. Per primo cito il fondatore Ray Kroc che con la sua visione ha trasformato il fast food dei fratelli McDonald nell'azienda McDoanld's in tutto il mondo; Ed Toman che inventò (e non brevettò) numerosi utensili ed attrezzature che si usano ancora oggi sia in McDonald's che nelle altre maggiori catene di ristorazione del mondo, Fred Turner diventato presidente di McDonald's che aveva iniziato come addetto alla griglia al primo ristorante di Des Plaines, June Martino assunta come segretaria di Ray Kroc che si rivelò un elemento importantissimo per lo sviluppo dell'azienda; Harry Sonnerbon che trasformò McDonald's da un'azienda di hamburger ad un'azienda immobiliare, e molti altri. Un ricordo ed un ringraziamento a tutte le persone che incontro ed ho incontrato nel cammino in questa azienda.
Su McDonald's è stato scritto molto: libri, pubblicazioni, articoli di giornali, film e documentari, ritengo però che la pubblicazione che risalta di più lo spirito indicato qui sopra lo si possa assaporare leggendo il libro "DIETRO GLI ARCHI" di John F.Love. Ho letto questo libro nel 1998 dopo qualche mese che mi cimentavo con hamburger e bigmac, per me è stata una rivelazione su cosa stavo facendo ed in quale azienda lo stavo facendo; ritengo però che possa essere utile la lettura a chi voglia conoscere meglio la storia e i segreti di questa azienda...
nota introduttiva: McDonald's rappresenta la storia del successo di un business tutto americano, che ha saputo moltiplicarsi in ogni Paese del mondo, di una società che ha dimostrato il valore del duro lavoro e del continuo tentativo di realizzare un'intuizione al di là di qualsiasi errore. In "Dietro gli archi" lo scrittore John F.Love racconta l'incredibile vicenda degli uomini e delle strategie, la forza innovativa e l'ingegno che hanno trasformato un semplice chiosco di hamburger in una società multimiliardaria. Una realtà che è stata capace di influenzare prima la cultura americana, poi quella del mondo intero.
"Trasformate la paura in fede, ed erediterete la libertà del futuro. Se ci credete, se ci credete veramente sarà impossibile fallire. Non sto parlando di soldi, ma dell'orgoglio di completare un'opera"
(Ray Kroc)

martedì 23 febbraio 2010

La cultura... di Malcom X


" La cultura è il nostro passaporto per il futuro, il domani appartiene alle persone che si preparano a oggi "
Malcom X

sabato 20 febbraio 2010

Il piede sinistro di Maradona...


tratto dal libro "IL MANAGER MANCINO" di Alessandro Chelo

"...Una semplice frase aveva avuto il potere di cambiare la vita di Maradona. Era ancora un bambino quando uno sconosciuto, vedendolo giocare con gli amici, si rivolse a lui dicendo: "Non incaponirti sul tuo piede destro, asseconda se mai il sinistro e diventerai un grande!". Dieguito gli diede retta, si fece una ragione dei limiti del suo piede destro, coltivò IL SUO TALENTO - il piede sinistro - ed entrò nella storia del calcio..."

venerdì 19 febbraio 2010

"Forse non vi hanno raccontato..." di M.J.


"Forse vi hanno raccontato che sono stato un grande giocatore perchè sono nato così, con qualcosa di diverso dagli altri...forse, vi hanno raccontato che sfioravo il cielo e che ero magico... forse vi hanno detto che per me la vita è stata una passeggiata... forse vi hanno raccontato che per me il basket era una cosa facile, un grande talento, un dono di Dio... Non vi hanno mai parlato, però, del sudore, della fatica, del dolore,delle lacrime, degli ostacoli da superare, dell'ipegno continuo e costante e della forza fisica e mentale che esso comporta vero? Non vi hanno mai detto di quanto sia dura imparare, migliorararsi giorno dopo giorno, e di quanto sia difficile non mollare MAI? Sembrarà molto strano, ma la parte del basket che mi ha portato ad uno stato di gioia infinita, è proprio quella di cui non vi hanno mai parlato..."

Michael Jordan

giovedì 18 febbraio 2010

Rocky IV


La giornata di oggi mi ha dato lo spunto per questo post, non credo che il cambiamento sia una faccenda di poche persone, ritengo che sia compito di tutti darsi da fare. Chiedo aiuto però ad una frase simbolo della cinematografia sul cambiamento per rafforzare questa mia tesi (o appello)...

"Quello che sto cercando di dire è che se io posso cambiare.... e se voi potete cambiare.... tutto il mondo può cambiare!"
(Rocky IV)

mercoledì 17 febbraio 2010

I due lupi




I DUE LUPI - Si narra di un anziano Cherokee seduto davanti al tramonto con suo nipote.“Nonno, perché gli uomini combattono?”L’anziano con gli occhi rivolti verso il sole, calante al giorno, che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.

“Ogni uomo prima o poi è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi”.

“Quali lupi nonno?”“Quelli che ogni uomo porta dentro di sé.”Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, l’anziano che aveva dentro di sé la saggezza del tempo, riprese con il suo tono calmo.

“Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo.”L’anziano fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.

“E l’altro?”“L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.”Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato.

Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.“E quale lupo vince?”

L’anziano Cherokee si girò a guardarlo e gli rispose con gli occhi puliti.“Quello che nutri di più.”

martedì 16 febbraio 2010

il calabrone non lo sa...


Secondo alcuni studi il calabrone non può volare perché la sua larghezza alare non è proporzionale alla sua grandezza corporea. Ma il calabrone non lo sa, perciò lui continua a volare...

domenica 14 febbraio 2010

Marco Pantani: ricordo di un Campione!


Oggi con questo post voglio ricordare un grande campione che ci ha lasciato 6 anni fa, Marco pantani. Non voglio entrare come spesso si fa alle motivazioni, non mi interessa e non ne sono competente. Voglio lasciarvi un piccolo ricordo del Campione! Ciao Marco.

tratto dal sito: http://www.pantani.it/

"Non c'è supermarket dove si compra la grinta: o ce l'hai, o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti."

Marco Pantani nacque alle ore 11,45 del 13 gennaio 1970, all’Ospedale Bufalini di Cesena. Alla nascita il suo peso era di 3,75 kg .Nella casa in via Saffi a Cesenatico, di proprietà dei nonni Sotero e Delia (dove i Pantani rimasero fino al 1978), ad aspettare mamma Tonina ed il pargoletto, vi erano papà Paolo, la sorellina Manola (di 15 mesi) e naturalmente i nonni.

L’infanzia di Marco si consumò all’insegna della curiosità. Voleva sapere, sognava, ed aveva già definiti i contorni delle passioni. Imparò ad intingere la sua vivacità negli interessi più vari, spesso in alternativa alla scuola, dove non eccelleva, proprio perché non dedicava a libri e quaderni il meglio di se stesso. La pesca di nonno Sotero e la caccia di papà Paolo, finirono così per formare una fetta consistente del suo mondo. Anche il calcio divenne un epigone, cominciò a praticarlo, ma capì ben presto che non era lo sport adatto a lui.
Un giorno, osservando i coetanei del G.C. Fausto Coppi di Cesenatico, che si ritrovavano per gli allenamenti nel piazzale antistante l’appartamento che i Pantani avevano acquistato in via dei Mille, al vispo Marco venne la folgorazione: usare sportivamente quel mezzo, fino ad allora solo un tema di gioco. Si unì una prima volta a quei ragazzini, usando la bici da donna, vecchia e pesante, che mamma Tonina utilizzava per andare al lavoro. La sua risposta, pur nelle differenze di strumento e d’abitudine, fu ottima: non fu staccato, ed in salita finì per stare davanti. Aveva 11 anni.

Di lì partì il suo rapporto col ciclismo, ed il 22 aprile 1984, con la vittoria in solitudine a Case Castagnoli di Cesena, iniziò la sua Leggenda. Con gli anni, quella immediata e strabiliante attitudine alle salite divenne più marcata, ed i suoi successi più prestigiosi. Passavano le categorie, gli avversari divenivano sempre più competitivi, ma la superiorità di Marco sulle pendenze aumentava. Fra i professionisti il suo talento coinvolse l’intero immaginario collettivo. I suoi scatti, il suo essere solo sugli sfondi montani, lo innalzarono a monumento sportivo italiano ed internazionale. Intere genti riscoprirono il ciclismo grazie a lui e l’audience televisiva esplose. Nel frattempo, seppe superare incidenti di una gravità tale da scoraggiare chiunque e, tutto questo, aumentò la sua già enorme popolarità. Le vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France nel 1998, lo collocarono nel ristrettissimo novero dei Leggendari del pedale e lo posero in cima al gradino più alto del podio degli sportivi italiani contemporanei.
Il suo essere uomo sensibile, schietto e con una visione assai più acuta rispetto ai colleghi, su realtà e problemi dello sport e non solo, da una parte lo posero ulteriormente a riferimento e, dall’altra, gli crearono l’invidia dell’ambiente, nonché un palpabile fastidio tendente all’avversione nelle autorità sportive italiane. In un clima avverso e con un controllo che lascia tuttora aperti pesanti interrogativi sulla sua regolarità, la mattina del 5 giugno 1999, in Madonna di Campiglio, a due tappe dalla fine di un Giro d’Italia che stava dominando, fu riscontrato a Marco un tasso di ematocrito superiore al 50%: ciò significava uno stop di 15 giorni per tutelare la sua salute e l’addio alla corsa.

Per Pantani, fu l’inizio di una lunga odissea di torture. Venne posto alla gogna da fette consistenti di quei media che prima lo osannavano. Solo pochi giorni dopo, la stessa Magistratura iniziò ad aprire su di lui fascicoli e ad indagarlo. Si aprirono così per Marco le porte dei Tribunali, anche in mancanza di reali presupposti di legge. Ogni qualvolta provava a rialzarsi, parimenti un’altra Procura iniziava ad indagarlo: alla fine furono ben sette!
Sapendosi vittima di voleri superiori e con un fattore scatenante dettato da un controllo che sapeva baro, si lasciò andare alla disperazione, ed incontrò la cocaina. In quel periodo, nonostante le traversie, le delusioni e l’alterazione che veniva dalla sostanza, incentivò altre voci del suo essere artista: la pittura innanzitutto. I suoi quadri, aggiungendo inaspettate e crescenti abilità nell’uso del pennello, assunsero i tratti di un messaggio ulteriore. Così come le sue ultime lettere, nonostante l’italiano stentato, seppero assumere sovente i connotati della medesima poesia che sapeva recitare in bicicletta.
Marco Pantani, il ragazzo che veniva dal mare per incantare l’agreste delle asperità imprimendo passioni e trasporti in chi lo vedeva, che sapeva cantare e dipingeva come un pittore naif, che nascondeva la tanta beneficenza, perché pubblicizzandola la vedeva come anticamera del business, trovò la morte il 14 febbraio 2004 in un residence di Rimini; anche qui, attraverso un epilogo ancor pieno di enigmi.

"Rimanere focalizzati" di Josef Ackermann


Voglio condividere con voi questo post e dedicarlo a tutte quelle persone che sono state e sono delle guide importanti nella mia e nostra vita, professionale e personale. Grazie!
tratto da: "Lettere dai leader" di Henry O. Dormann
Josef Ackermann ha cambiato il corso di Deutsche Bank trasformandola da banca prettamente tedesca a istituto finanziario internazionale. Ci è riuscito grazie a una mite diplomazia e a un forte carattere. E' CEO di D.B. ed è stato presidente del consiglio di amministrazione sin dal 1 febbraio 2006. Prima di ottenere questi incarichi in D.B., ha lavorato presso Credit Suisse. Egli è diventato famoso in D.B. per aver cambiato lo stile di management, da uno di tipo tradizionale a uno focalizzato sulle esigenze degli azionisti e sull'espansione internazionale.
RIMANERE FOCALIZZATI - Rimanete focalizzati sui vostri obiettivi. Imparate dalle critiche, ma non permettete che distolgano la vostra attenzione o vi rallentino. Cercate un mentore che possa guidarvi attraverso decisioni, cambiamenti e trasformazioni strategiche. Siate voi stessi dei mentori se potete. Trovate una carriera che sia in linea con i vostri interessi, abilità ed etica professionale e il successo arriverà.

Amore


tratto dal libro di Guillaume Musso "Perchè l'amore qualche volta ha paura"

"Amare è sempre pericoloso. Amare significa sperare di vincere tutto rischiando di perderlo e significa anche, a volte, accettare il rischio di essere meno amati di quanto non si ami"

Un bambino...


"Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera"

(P. Coelho)

venerdì 5 febbraio 2010

"Più grande è l'ostacolo..." di Muhammad Ali


tratto da "Lettere dai Leader" di Henry O. Dormann

Muhammad Ali (ex campione dei pesi massimi) - affetto da una malattia incurabile, Muhammad Ali ha voluto lo stesso scrivere questa lettera di suo pugno, parola per parola e, con grande sforzo, firmarla personalmente. Ancora oggi uno degli uomini più famosi al mondo, si mise in luce alle olimpiadi di Roma del 1960, conquistando la medaglia d'oro nel pugilato. E' stato nominato "Atleta del Secolo" dalla rivista GQ, "Sportivo del XX secolo" da "Sports Illustrated" e "Personaggio sportivo del secolo" dalla BBC. Sia promuovendo la tolleranza e il rispetto reciproco sia aiutando gli affamati e fornendo assistenza ai bambini in difficoltà, Ali è impegnato a rendere il mondo un posto migliore per tutti. Nel 2005 ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà.

"PIU' GRANDE E' L'OSTACOLO, PIU' GLORIOSO E' IL MOMENTO DEL SUCCESSO" - Martin Luther King Jr. una volta ha detto: "E' sempre il momento giusto per fare ciò che è giusto". Credo che la maggior parte delle persone sarebbe d'accordo. Naturalmente, il difficile è sapere "ciò che è giusto". Non cercherò di dire agli altri come devono decidere su questioni importanti, ma vi dirò come io ho cercato di affrontarle. Mi è sempre interessato ciò che succedeva intorno a me. Ascoltavo, osservavo e leggevo, raccogliendo idee e informazioni che avevano un significato per me, adattandole alla mia vita e cercando di agire in base a esse. Ho lavorato molto, e sempre di più, per cercare di essere il migliore in ciò che facevo. Ho imparato che i tempi duri fanno parte del viaggio di questa nostra vita e che le sfide la rendono più interessante. Per quanto a volte sia faticoso e possa spaventare, più grande è l'ostacolo, più glorioso è il momento del successo. Ho deciso di non chiudermi la porta alle opportunità solo perchè non ero sicuro di riuscire a fare qualcosa. Anche quando non raggiungevo completamente l'obiettivo, scoprivo che, se ce la mettevo tutta, mi spingevo più avanti di quanto altrimenti non avrei fatto. E il mio viaggio è stato una grande avventura. E' anche importante divertirsi. Io mi sono divertito nella mia vita. Non importava dove fossi o che cosa stessi facendo, guardavo il lato positivo delle cose e vivevo il momento, stabilendo un contatto con le persone che mi circondavano, chiunque esse fossero. Ho cercato di far star bene le persone e di farle ridere, se potevo. Ma soprattutto ho creduto in Dio e in ciò che Egli aveva deciso riguardo a come avrebbe dovuto essere la mia vita. Usando queste lezioni come miei principi guida, anzichè il denaro o il potere e il controllo che avrei potuto esercitare sugli altri, ho preso le decisioniche il mio cuore mi diceva essere giuste. Ho accettato le conseguenze delle mie scelte. Fare "ciò che è giusto" è per me la cosa più importante.

Vai sul sito della rivista "Leaders": http://www.leadersmag.com/