giovedì 29 ottobre 2009

Persone silenziose


"...Ma il silenzio fa rumore e gli occhi hanno un amplificatore quegli occhi ormai da sempre abituati ad ascoltare.Persone che non san parlare che mettono in ordine i pensieri persone piene di paura che qualcuno possa sapere i loro piccoli e grandi contraddittori pensieri ..."
(Luca Carboni)

martedì 27 ottobre 2009

"FISH!" la forza della squadra è nella motivazione


Oggi voglio condividere con voi e suggerirvi, se posso, un libro veramente Speciale che potrà (se noi lo vogliamo) trasformare il nostro modo di vivere la quotidianità sia nel lavoro che nella vita. E' un libro piccolo sia di dimensioni che di spessore, un libro che in una libreria si perde tra i tanti volumi corposi in vendita, ma che sicuramente, in silenzio e discrezione può trasmetterci un messaggio altrettanto importante, prende spunto infatti da una storia vera (come si vede anche nel video) e proprio per questo applicabile nelle nostre realtà. Vi ho incuriosito? Buona lettura allora...

"FISH!" - Una storia straordinaria che ti aiuterà ad amare il lavoro che fai, anche se spesso non puoi fare il lavoro che ami.
Autori: Stephen G Lundin, Harry Paul & John Christensen
Immaginate un ufficio in cui tutti infondono passione ed energia nell'attività che svolgono! Immaginate un ambiente in cui le persone sono autenticamente in sintonia fra loro, con il proprio lavoro e con i clienti. In questa interessante storia una manager è incaricata di trasformare un reparto cronicamente privo di entusiasmo e demotivato in una squadra vincente. Proprio accanto al suo ufficio c'è il Pike Place Fish, un mercato famoso per la gran quantità di gente che lo frequenta, l'atmosfera festosa e un servizio di alta qualità. Applicando le semplici regole apprese dai venditori di Pinke Place, la protagonista di questo libro scopre come consolidare il suo team e riesce a realizzare un sorprendente cambiamento nel suo ufficio. "Fish!" analizza i più incalzanti problemi del mondo del lavoro e offre una saggezza facile da afferrare e semplice da applicare: il marchio d'autenticità del vero classico del business. - Visitate il sito:
www.fishphilosophy.com

Prefazione - di Kenneth Blanchard -Fish! è una storia incredibile, immortalata su pellicola la prima volta da John Christensen, Con la sua casa di produzione - la ChartHouse - ha prodotto un video straordinario del celeberrimo mercato del pesce di Pinke Place a Seattle. L'ho invariabilmente mostrato nei miei seminari per illustrare che cosa succede quando si riescono ad avere dei dipendenti carichi al punto giusto: accendete le polveri del vostro personale! Ebbene, con Stephen Lundin e il mio collega di vecchia data Harry Paul, abbiamo collaborato con John affinchè la storia di Fish! diventasse un libro. Qualunque sia il mezzo per raccontarla, alla fine ne vien fuori una favolosa storia d'amore. Morale della favola: quando scegliamo di amare il lavoro che facciamo, possiamo raggiungere ogni giorno il massimo di felicità, appagamento e soddisfazione". Ma quanto è importante amare il proprio lavoro? lo è, e tantissimo. Soprattutto se consideriamo che le persone trascorrono il 75% del proprio tempo (escludendo il sonno naturalmente) svolgendo compiti che attengono al lavoro: prepararsi per andare a lavorare, mettersi in viaggio verso il lavoro, lavorare, progettare il lavoro e rilassarsi al termine di una giornata di lavoro. Visto che gli dedichiamo una portzione cosi grande della nostra vita, sarà bene che ne traiamo giovamento ed energie. E poi troppe persone considerano ancora il lavoro solo come un mezzo per soddisfare altre esigenze: "finalmente è venerdi" è ancora per molti una filosofia di vita. Quel tran tran può avere fine. Qui e ora. Leggendo FISH! condividendolo con i colleghi, facendo vostri i quattro segreti e le strategie che vi propongono gli autori. La gente ama lavorare in un ambiente divertente e ricco di energie, dove sente di contare. La filosofia di FISH! gioverà anche ai dipendenti, perchè terrà lontano lo stress e darà loro la carica. Credo che sia un libro meraviglioso. La storia VERA del famoso mercato del pesce di Pinke Place è fantastica. Ma non ci si limita a parlare di compravendita di pesci: è una storia d'amore che potrebbe concretizzarsi anche nella vostra azienda.

AMA QUELLO CHE FAI - Oggi va di moda credere che non dovremmo mai accontentarci di fare qualcosa che non ci piaccia. Scrivi poesie! Viaggia per il mondo in barca a vela!Dipingi! Fai qualsiasi cosa ti garbi, e i soldi arriveranno. Nell'intimo siamo persuasi che la vita sia troppo corta per trascorrere le ore di lavoro facendo qualcosa che non coincida con il nostro ideale, e continuiamo a cercare il posto di lavoro perfetto. Se questa ricetta del lavoro ideale ci fa concentrare sul futuro, corriamo il rischio di non cogliere le meraviglie della vita che sono qui davanti a noi, oggi, in questo preciso momento. La verità è che nella realtà ci sono mille cose che impediscono di inseguire il lavoro ideale e perfetto. Molti di noi hanno una famiglia, con le responsabilità che ne conseguono, anche in termini di tenore di vita. Altri non sono ancora riusciti a capire quale sia la loro vocazione. E alcuni di noisono cosi presi dai propblemi personali da non avere letteralmente il tempo o l'energia per guardarsi attorno ed esplorare nuovi campi professionali. FISH! è una parabola, una storia immaginaria sulla scoperta della fonte primigenia dell'ENERGIA, della CREATIVITA', e della PASSIONE che covano in ognuno di noi. Tutti noi possiamo imparare ad amare quello che facciamo, anche se ora come ora non stiamo facendo esattamente quello che ci piacerebbe".
"ESISTE LA POSSIBILITA' DI SCEGLIERE IL MODO IN CUI SVOLGERE IL NOSTRO LAVORO, ANCHE SE NON POSSIAMO SCEGLIERE IL TIPO DI LAVORO"

GUARDA IL VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=TbtsfyrEF_c&feature=PlayList&p=76F555DDE5668536&index=0

lunedì 26 ottobre 2009

Vuoi cambiare il mondo?


"Prima di cambiare il mondo, devi capire che ne fai parte anche tu: non puoi restare ai margini e guardare dentro..."
(dal film "The Dreamers")


sabato 24 ottobre 2009

"traguardo"


"Il bello non è arrivare al traguardo, ma viaggiare verso il traguardo"

(CARS Motori ruggenti)

sabato 17 ottobre 2009

Michael Jordan


"io e marley"


Ho affittato questo film con lo spirito di passare una serata spensierata, di quelle commedie che ti fanno sorridere e ti mandano a dormire sereno; ma non è andata cosi. Vedete da sempre sono un amante degli animali, dei labrador in particolare, anche se per vari motivi non ne ho mai avuto uno; non so cosa voglia dire viverci quotidianamente, dividere le gioie e i dolori che la vita ci offre, ma ho un bambino ed immagino che per i possessori di animali sia la stessa cosa: accudirli, insegnargli a vivere insieme, preoccuparsi per il loro stato di salute, preoccuparsi per la loro vita... Non mi vergogno ad ammetterlo, ma vedendo il film, nella seconda parte e nel finale ho pianto come non mi capitava da tanto (solo seduto al divano). Ho pianto immaginando il dolore che si prova quando si perde un membro importante della propria famiglia...

"Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente, a un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido, se gli dai il tuo cuore lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone ti fanno sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire straordinario? "
John Grogan (
Owen Wilson)

TRAMA: John e Jenny sono sposi nell'inverno gelido del Michigan. Innamorati e ansiosi di intraprendere una vita insieme si trasferiscono nella più calda Florida, dove trovano il lavoro e la casa dei loro sogni. Occupati per testate giornalistiche diverse, i coniugi Grogan progettano in salotto di allargare la famiglia. John, indeciso sulla paternità, fa le prove generali e compra un cucciolo in saldo per il compleanno di Jenny. Battezzato Marley sulle note del cantautore giamaicano, il Labrador biondo travolgerà la vita dei Grogan, "rosicchiando" mobili, progetti e certezze e invitandoli a vivere il presente a dispetto di quello che non è stato e di quello che deve ancora essere. Dopo Marley arriverà un bastimento carico di figli, guai e amore. Ce la farà il biondo Labrador Marley a spodestare il longevo Collie Lassie, nato dai ricordi di infanzia dello scrittore Eric Knight e reso popolare dal cinema? Se Lassie era disciplinato, in costante movimento e sempre (troppo) lontano dai suoi padroncini, Marley è indisciplinato, irrimediabilmente stanziale e per tutta la vita incollato ai coniugi Grogan. Entrambi però condividono lo spirito di abnegazione, desiderano ardentemente stare insieme ai loro padroni e "riuniscono" e risolvono la famiglia. Lontano dalla "bestia" che incarna sullo schermo l'alterità assoluta e la minaccia (King Kong) o ancora dagli animali antropomorfi di Walt Disney, Marley è un cane in carne ed ossa che non si limita alla comparsata ma diventa protagonista e titolare di una commedia incentrata su di lui e a cui si affianca, nel titolo e sullo schermo, la performance misurata di Owen Wilson. Prodotto di un addestramento straordinario e non di effetti specialissimi, Marley è il figlio "bestiale" di una giovane coppia che vuole sperimentare la genitorialità in anticipo sui pannolini, le coliche e le notti bianche.Io & Marley è a tutti gli effetti (e gli affetti) una commedia familiare che apre come splendente e innevato romance (lui, lei e la complicazione di turno) senza note stonate e procede con un letto raffreddato da tre gravidanze, un lavoro che non è mai quello aspirato e una casa che non è mai abbastanza capace. Meno male che c'è Marley "di guardia". Un colpo di zampa travolge il travolgibile, azzera i problemi e "riacciuffa" i Grogan a un passo dal precipizio e dalla rottura. Owen Wilson e Jennifer Aniston resistono con ironia e moderazione alla concorrenza "bestiale" di Marley, strumento comico cui il film di David Frankel (
Il diavolo veste Prada) si affida completamente, con i suoi clichè di mobili mordicchiati, di cuscini spiumati, di posteriori addentati, di corpi spompati (dalle rincorse) o investiti, trascinati e abbattuti dall'incontenibile eccitazione della "bestia". Indeciso sulla direzione da prendere (risate grasse o lacrime copiose) e deciso a rimandare all'infinito l'happy ending malinconico, Io & Marley espone un senso di contemporanea precarietà e introduce al contempo un elemento peloso di stabilità. Il miglior amico dell'uomo è destinato suo malgrado a rubare ogni scena in cui appare e a "sorreggere" i casqué della coppia scoppiata. http://www.mymovies.it

"I su e giù dellA Vita" di Spencer Johnson


"I su e giù della vita" di Spencer Johnson

"I su e giù della vita" racconta la storia di un giovane che abita in una valle, dove trascina una vita infelice, fino al giorno in cui conosce un vecchio che vive in cima a una montagna. Quell'incontro cambierà la sua esistenza per sempre. In un primo momento il giovane non si rende conto di avere di fronte l'uomo più sereno e realizzato del mondo. Solo dopo una serie di conversazioni e di esperienze vissute fra VETTE e VALLATE, arriva a fare alcune scoperte straordinarie. Alla fine, riuscirà a comprendere come utilizzare i principi e gli strumenti donatigli dal vecchio a proprio vantaggio, per raggiungere la serenità e il successo personale. Attraverso questa semplice storia, ricca di significati, ora anche voi potrete intraprendere un viaggio simile, e sfruttare al massimo perfino le situazioni più negative nel lavoro e nella vita privata.

"Per uscire più in fretta da una Valle devi essere in grado di superare te stesso: sul lavoro, rendendoti più utile; nella vita, diventando più premuroso".
L'AUTORE: Spencer Johnson è ideatore e coautore di L'One Minute Manager, il più conosciuto metodo di management del mondo, e autore di Chi ha spostato il mio formaggio? Dopo essersi laureato in Psicologia e Medicina in California, ha esercitato la professione presso la Harvard Medical School. Successivamente ha ricoperto in grosse aziende incarichi di responsabilità inerenti alla ricerca e alla divulgazione medico-scientifica e ha fondato una propria società di comunicazione. I suoi libri hanno venduto più di 11 milioni di cpie e sono stati tradotti in 21 lingue.

venerdì 16 ottobre 2009

O.Wilde


"Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze"

(O.Wilde)

La vita secondo Schopenauer


"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare."

(Arthur Schopenauer)

domenica 11 ottobre 2009

Magic Johnson




"Non chiedere cosa i tuoi compagni possano fare per te. Chiedi piuttosto cosa tu possa fare per i tuoi compagni. "
(Magic Johnson)


Magic Johnson
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Earvin Johnson Jr. noto come Magic Johnson (
Lansing, 14 agosto 1959) è un ex cestista statunitense, considerato uno dei più grandi giocatori della storia di questo sport.
Giocando come point-guard, vinse cinque titoli
NBA con la sua squadra (1980, 1982, 1985, 1987 e 1988), oltre ad aver guidato la sua università, Michigan State, ad un titolo NCAA nel 1979. Johnson è inoltre l'unico rookie (matricola) nella storia della lega americana ad aver vinto il premio "NBA Finals Most Valuable Player Award", il premio per il miglior giocatore delle finali, nel 1980. Solo quattro giocatori hanno vinto consecutivamente un titolo NCAA e quello NBA. Dotato di un talento e di un carisma ineguagliabili, era in grado di eseguire spettacolari e precisissimi passaggi smarcanti, impossibili da capire e da intercettare per i suoi avversari. Conosciuto non come un grande marcatore, sebbene in più di un'occasione abbia dimostrato di saper segnare molto e nei momenti decisivi, Johnson si distingueva in tutti gli aspetti del gioco; in particolare negli assist, arte nella quale primeggiava indiscutibilmente in termini di spettacolarità e genialità (unico a competere con lui John Stockton, playmaker degli Utah Jazz), ma anche nei rimbalzi, e in difesa. Forse uno dei giocatori più forte di sempre assieme a Michael Jordan, ritenuto da molti addirittura più completo per la capacità di ricoprire tutti e cinque i ruoli della pallacanestro.
Si trattava di un giocatore atipico per quel periodo e, per questo, rivoluzionario e di enorme impatto, grazie ai suoi 206 centimetri che non gli impedivano di giocare come playmaker, ruolo solitamente adatto a giocatori decisamente più bassi.

Nato a Lansing, Michigan, Johnson si guadagna il soprannome che lo ha reso celebre, "Magico", già al liceo dopo una partita da 36 punti, 18 rimbalzi e 16 assist. Il passaggio dal liceo all'università vide "Magic" confermare le sue qualità. Divenne in breve tempo il leader indiscusso della squadra degli Spartans, cioè Michigan State, portandola nel 1979 alla vittoria nella finale del campionato NCAA contro i Sycamores della Indiana State University, guidati da Larry Bird. Ancora oggi la finale del 1979 tra Michigan State e Indiana State rimane la partita di college più vista della storia del campionato. L'anno seguente passò alla NBA come prima scelta assoluta del Draft, atteso come pochi giocatori universitari prima e dopo di lui.

NBA: i Los Angeles Lakers
Molti temevano che "Magic" potesse in un certo senso "sgonfiarsi" all'impatto con la lega professionistica, fatto che accadeva (e accade tuttora) a molti promettenti giocatori universitari. Al contrario, però, Johnson sfruttò l'occasione per fare il definitivo salto di qualità, affermandosi già al suo primo anno come un elemento di grande spicco, riuscendo ad inserirsi in un team ricco di storia e stelle e molto competitivo. Vinse il premio "MVP delle finali", il premio per il miglior giocatore delle finali, alla sua prima stagione nel
1980, quando addirittura giocò la sesta gara di finale contro i Philadelphia 76ers ricoprendo il ruolo di centro al posto dell'infortunato Kareem Abdul-Jabbar. La sua prestazione fu memorabile, specie considerando che si trattava del suo primo anno in NBA: totalizzò 42 punti, 15 rimbalzi, 7 assist e 3 palle rubate. Nessun altro giocatore è mai stato MVP delle finali nell'anno di debutto. In questa stagione fu anche la prima matricola di sempre a entrare nel primo quintetto assoluto in un All-Star Game. Con "Magic", i Lakers vincono in totale cinque campionati NBA: 1980, 1982, 1985, 1987 e 1988. Per tre anni, "Magic" vince l'NBA MVP Award (il premio per il giocatore dell'anno della NBA), nel 1987, 1989 e 1990. Probabilmente per la franchigia di Los Angeles questi sono gli anni migliori e, in ricordo di questo periodo in cui le partite venivano chiamate Show Time, la maglia numero 32 indossata da Magic fu ritirata dalla franchigia californiana.
"Magic" si conferma un giocatore rivoluzionario e completo, pronto per essere utilizzato in ogni ruolo, anche se è come playmaker che ha lasciato un segno indelebile nella storia della
NBA e della pallacanestro mondiale.
Gli allora emergenti
Red Hot Chili Peppers, rock band losangelina, gli dedicano una canzone dell'album Mother's Milk (1989) intitolandola proprio Magic Johnson.
Nel novembre 1991 annuncia di volersi ritirare dopo aver contratto il virus dell'
HIV.

Nazionale: il "Dream Team"
La carriera di "Magic", però, non termina così. Qualche mese dopo il suo annuncio, torna in campo a grande richiesta per l'
All Star Game NBA, dove è eletto MVP dopo una grande partita condita da 25 punti e il solito gioco spettacolare. Viene inoltre selezionato per prender parte a quello che diventerà famoso come il leggendario "Dream Team" originale, vincendo l'oro olimpico a Barcellona 1992 insieme a due altre leggende della pallacanestro, gli amici Michael Jordan e Larry Bird. Per tutta la durata dei Giochi Olimpici viene assediato dai fans, dai giornalisti e da altri atleti, tutti desiderosi di manifestare il loro sostegno e la loro solidarietà al campione, diventato un simbolo internazionale.

Il breve ritorno nella NBA
Dopo le
Olimpiadi, "Magic" scatenò la gioia dei suoi ammiratori annunciando la sua intenzione di tornare a giocare, firmando un nuovo contratto nel settembre del 1992, sempre con i Los Angeles Lakers: non giocò però mai, anche perché alcuni giocatori, spaventati dalla possibilità di ferite e infezioni, manifestarono preoccupazione nel dover giocare con un giocatore sieropositivo.
Nel
1994 allenò per un breve periodo i "suoi" Los Angeles Lakers, non riuscendo però a evitare l'eliminazione dai playoffs. Il bilancio complessivo fu di solo 5 vittorie contro 16 sconfitte.
Nel
Gennaio del 1996 tornò davvero in campo, ovviamente sempre con i Lakers, giocando tutto il finale di stagione e i playoffs nel ruolo di ala grande, dimostrando di esser capace, come un tempo, di ricoprire ancora tutti i ruoli nonostante i quasi 37 anni. Il definitivo ritiro arrivò dopo l'eliminazione nelle semifinali di Conference, alimentato anche da dissidi interni con alcuni giocatori (tra cui Nick Van Exel, su cui la società aveva deciso di investire come playmaker).

Cifre e riconoscimenti
Le sue statistiche parlano da sole: 6559 rimbalzi, 10141 assist, 17707 punti (media di 19.5 punti per partita). Per tre volte fu il miglior marcatore dei
Lakers, nel 1987, 1989, 1990, e due volte il miglior rimbalzista, nel 1982 e 1983. Il suo stile rispecchiava la sua personalità altruista, creando un gioco spettacolare e ricco di passaggi "no-look" (senza guardare il giocatore cui si passa la palla) e fantasiosi, contribuendo allo "showtime" dei Los Angeles Lakers degli anni ottanta.

Le divise ritirate dei Lakers. La numero 32 è quella di "Magic".
Nel corso della stagione 1995-96 i
Lakers hanno ritirato, in segno di riconoscenza e di gratitudine, il suo numero di maglia, il 32, che non indosserà più nessuno. Nell'estate del 2003, dopo l'acquisizione da parte dei Lakers di Karl Malone, Magic si era dichiarato disposto a concedere al compagno di nazionale la maglia numero 32, lo stesso che Malone aveva utilizzato per tutta la carriera; Karl però, in segno di rispetto, decise di rifiutare l'offerta e di indossare proprio il numero che aveva avuto nel Dream Team, l'11.
Dopo il suo ritiro, Johnson è stato inserito nella prestigiosa
Basketball Hall of Fame, il "tempio" del basket.

Il dramma dell'HIV

Il
7 novembre 1991 il mondo del basket e dello sport mondiale è scosso da una notizia tremenda: Magic Johnson annuncia inaspettatamente il suo ritiro, dopo essere risultato positivo al test HIV.
Dopo le sue battaglie sul campo da gioco, "Magic" continua a lottare anche fuori, partecipando attivamente alla lotta contro il virus che aveva prematuramente messo fine alla sua carriera, impegnandosi in raccolte di fondi con la "Magic Johnson Foundation", per la ricerca scientifica, e conducendo campagne di sensibilizzazione, che ebbero un forte effetto grazie alla notorietà ed alla stima di cui godeva l'ex-campione
NBA.
Ancora oggi è uno dei nomi più noti della lotta all'HIV in tutto il mondo.

sabato 10 ottobre 2009

"Il vero viaggio..."


"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi"

(Proust)

lunedì 5 ottobre 2009

Siete una banda di INCAPACI - 2° parte




Faccio seguito al post precedente che illustrava ed introduceva il tema del libro "Siete una banda di INCAPACI", non mi addentro nei particolari per non togliere la curiosità di chi vorrà leggerlo, ma colgo questa occasione per condividere con voi tre messaggi che l'autore Bradberry considera fondamentali. Leggendoli qualcuno di voi penserà "sono sempre le solite cose", da un lato anch'io ho pensato la stessa cosa; ma poi, rileggendoli bene mi sono accorto che pur conoscendoli ed avendoli letti più volte, difficilemente vengono applicati nella vita di tutti i giorni, ed è per questo che è bene rileggerli ed allenarsi giorno per giorno.

tratto dal libro "Siete una banda di incapaci!" di Travis Bradberry
1) Aspettative definiteAssicurati che i dipendenti facciano le cose giuste nel modo giusto. Questo significa analizzare accuratamente quello che sarà richiesto ai dipendenti e come la loro prestazione sarà valutata in futuro, e ottenere il loro consenso e il loro impegno a lavorare per raggiungere gli obiettivi prestabiliti. c'è una grossa differenza fra il dire alle persone quello che ci si aspetta da loro e assicurarsi che abbiano capito del tutto quello che devono fare.2) Comunicazione efficace
Osserva ciò che i dipendenti dicono e fanno
e parla apertamente con loro del loro lavoro. L'interazione del manager con i propri dipendenti genera le risorse, le indicazioni e l'apprezzamento di cui i dipendenti hanno bisogno per avere successo. La comunicazione è efficace quando è frequente
e fa ricorso a un linguaggio che tutti comprendono.3) Controllo della performanceFai attenzione alla performance di ogni dipendente e lodalo con la stessa frequenza e la stessa enfasi con la quale gli fai le critiche costruttive. Controllando la performance aiuti la tua squadra a ottenere risultati migliori e a correggere gli errori.

venerdì 2 ottobre 2009

"Siete una banda di INCAPACI ! "



"Siete una banda di INCAPACI!" di Travis Bradberry

Purtroppo ci siamo passati tutti: c'è un problema in ufficio e, invece di confrontarsi con gli altri per trovare una soluzione, il capo piomba giù, dà a tutti degli incapaci, sbraita ordini a destra e a manca e poi se ne va, lasciandoci lì a risolvere la situazione da soli. I "manager gabbiani" si trovano in qualsiasi ambiente di lavoro e magari è capitato anche a noi, qualche volta, di comportarci così. Come affrontarli? E come imparare a non cadere nei loro stessi errori?

Attraverso la divertente storia del gabbiano Charlie, che non riesce più a gestire il suo stormo come ha sempre fatto, alzando la voce e agitando le ali, Travis Bradberry ci svela le tre virtù dei grandi manager: chiarezza nelle aspettative, grande comunicatività e attenzione ai risultati. Come acquisire queste virtù? Ce lo mostrano il fiducioso Scott, la tranquilla Maya, il pratico Yufan e il timido Alfred, applicando il metodo che l'autore ha insegnato a migliaia di persone e organizzazioni per aiutarle a gestire simili capi e, cosa altrettanto importante, a evitare di comportarsi come loro. Una favola semplice e illuminante che ci regala una lezione preziosa, per diventare più produttivi, smettere di scaricare i problemi addosso agli altri e collaborare in modo efficace con i "gabbiani urlanti" che ci circondano, riconoscendo i meriti di chi fa un buon lavoro e sostenendo chi sbaglia affinchè impari dai propri errori.

Travis Bradberry: è presidente e cofondatore di TalentSmart, una società di consulenza che studia le forme di eccellenza individuale e di performance aziendale, collaborando con moltissime imprese prestigiose. Conferenziere, formatore e autore di volumi di successo, vive a San Diego, in California (www.squawbook.com)