lunedì 31 agosto 2009

"Nata due volte" di Mario Calabresi




Oggi voglio condividere con voi questo brano tratto dal libro "La fortuna non esiste" di Mario Calabresi, intotolato "nata due volte". Oggi, appunto, per molti è il giorno del grande rientro al lavoro dopo le vacanze estive, e un po come si fa il 1 gennaio in questo periodo si fanno nuovi progetti e nuovi propositi, sia dal punto di vista professionale che personale, ecc. Un modo per ripartire e darsi nuovi obiettivi, insomma l'occasione per avere una "nuova vita"... Spero vi piaccia...buona lettura

NATA DUE VOLTE – (tratto da “La fortuna non esiste” di Mario Calabresi)

Da cinque giorni era cominciato un autunno tumultuoso che avrebbe portato l’Italia in guerra. I giornali di quella mattina raccontavano di un cannoneggiamento delle navi italiane a Durazzo, in Albania. A Torino maturavano manifestazioni di interventisti e di neutralisti, scioperi e una rivolta per il rincaro del prezzo del pane. Alle cinque del pomeriggio il dottor Buscaglino, di professione medico di famiglia, aveva finito il giro delle visite, quando decise di passare in via Pier Carlo Boggio 134, in quella zona tra la Crocetta e la zona industriale San Paolo che chiamavano il Polo Nord, perché li faceva sempre freddo. Anche quel pomeriggio, nonostante fosse stata una giornata soleggiata, la temperatura era sotto lo zero e il termometro nella notte avrebbe fatto segnare -6. Si fermò davanti al portone, si aggiustò i baffi rossi che erano il suo biglietto da visita, entrò nell’androne e chiese alla portinaia notizie della signora Marietta Cavatore e della sua gravidanza. La donna scosse la testa: “E’ caduta nel primo pomeriggio e ha perso la bambina. E’ nata morta”. “Perché era femmina?” chiese istintivamente il medico. “Si, ma non è sopravvissuta”. Il dottor Buscaglino rimase immobile, era padre di due maschi, una figlia femmina era il sogno della sua vita, e gli sembrava terribilmente ingiusto che quel giorno il mondo avesse perso una bambina. Prese le scale, salì al secondo piano e suonò. Il medico se n’era già andato da tempo, in casa c’erano solo la madre e la nonna della bambina. Aprì la nonna Rosa, si conoscevano da sempre perché abitavano nello stesso palazzo, in Corso Vinzaglio, da quando lei si era trasferita da Montà d’Alba. Entrò piano nella camera, Marietta giaceva a letto. Era scivolata in casa mentre era incinta di sei mesi e mezzo e aveva avuto un’emorragia. Il medico, arrivato quasi subito, era riuscito a bloccare il sangue, ma non aveva potuto evitare il parto spontaneo. Aveva dovuto registrare la perdita di una bambina venuta al mondo troppo prematura per poter sopravvivere. Il dottor Buscaglino, con un certo imbarazzo, chiese dove fosse stata messa la neonata. Marietta non rispose neppure, Rosa fece un cenno con la testa indicando il mobile toilette con lo specchio: “Non sono ancora passati a prenderla”. Un fagotto fatto con le federe dei cuscini era appoggiato sul piano di marmo. Il dottore si avvicinò, lo aprì con cautela, si fermò a guardare la bambina con i palmi appoggiati sul marmo gelato, poi poggiò una mano sulla pancia della bambina per farle una carezza e ci fu un movimento: “Ma non è fredda: è tiepida”. La sollevò di scatto: “Disgraziati, ma questa bambina è mica morta, è viva”. “Ma non ha mai respirato, non ha pianto, non era neanche di sette mesi” gli rispose nonna Rosa. “Non ha la forza per piangere, portate delle coperte, riscaldiamola”. Si mise a massaggiarla senza sosta, la avvolse nella lana e poi si avvicinò alla madre e, come in preda ad una visione, cominciò a parlare in modo concitato: “Me la lasci portare a casa, ci voglio provare, non bisogna arrendersi: le costruirò una culla con la bambagia, le metto una lampada sopra, giorno e notte, le possiamo dare il latte con il contagocce”. Marietta fece di si con la testa, non aveva più parole, aveva perso e ritrovato la sua prima figlia, ma non voleva illudersi. Il medico strinse al petto il fagotto di lana e uscì di corsa. La portinaia sgranò gli occhi a vederlo passare con quell’involto che conteneva una bambina sotto il cappotto e lui le gridò: “Mandi qualcuno ad avvisare il becchino, non c’è più bisogno che venga”. Era il 5 gennaio 1915, martedì. Maria Tessa, mia nonna, cominciò quel giorno, tra le braccia di un fascinoso medico dal pizzetto rosso, un’avventura che l’avrebbe portata a vedere l’elezione di Baraci Obama. Il dottor Buscaglino, di cui la nonna non ricorda il nome, se la portò a casa e la tenne per mesi in cucina, con la stufa sempre accesa per avere una temperatura costante, la fece crescere e poi l’affidò a nonna Rosa, perché la madre ci metteva molto tempo a riprendersi. La bambina tornò alla casa di via Boggio quando aveva due anni, era magrolina, camminava veloce e volle fare le scale da sola.
“Ero un piccolo pollo che non aveva neppure la forza di piangere, ma sono arrivata fin qui perché ho incontrato un uomo che aveva voglia di scommettere sulla vita, che ebbe il coraggio di assumersi un rischio, di pensare con la sua testa e di non arrendersi quando gli altri mi davano per morta. Ho vissuto 94 anni, ma alla fine l’unica lezione che mi porto dentro è che non bisogna mollare mai. Mai arrendersi: bisogna essere curiosi, ambiziosi e artefici del proprio destino”.

domenica 23 agosto 2009

Vuoi allenare amore e compassione?








Oggi voglio condividere con voi questo post tratto dal sito blessyou.it, l'ho letto ieri sera e mi ha turbato molto. Da sempre sono un amante degli animali (non essendo però un animalista fanatico). Mi piacciono i cani e gli altri animali domestici e ritengo, ma questo è un parere strettamente personale, che ognuno debba avere i suoi spazi: non condivido il fatto di tenere i cani in appartamento, pesci in acquario, uccelli in gabbia, ecc. ritengo che si una limitazione della loro libertà del loro istinto. Gli animali hanno una loro dignità e va rispettata! Di seguito riporto appunto questo brano "diaro" che sicuramete ci farà riflettere e che ci lascerà un pò di amaro in bocca...



IL DIARIO DI UN CANE



Settimana 01:
Oggi, è una settimana che sono nato; che gioia essere arrivato in questo mondo!

Mese 01:
Mia mamma mi accudisce molto bene. E' una mamma esemplare.

Mese 02:
Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova "famiglia umana" si occupi così bene di me, come l'ha fatto lei.

Mese 04:
Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m'interessa. Ci sono parecchi bambini in casa; sono per me, dei "fratellini": mi tirano la coda e li mordo per giocare.

Mese 05:
Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perchè ho fatto "pipi" dentro in casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla.

Mese 12:
Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano.
Ah, come devono essere orgogliosi di me!

Mese 13:
Oggi mi sono sentito molto male. Il mio "fratellino" mi ha preso la mia palla preferita. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo riprendere. Ma le mie mascelle sono diventate troppo forti e l'ho ferito senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più vedere il sole. Dicono che mi tengono d'occhio, che sono un ingrato. Non capisco niente di quello che sta succedendo.

Mese 15:
Tutto è diverso........vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia famiglia non mi ama più. A volte dimenticano che ho fame e sete. Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.

Mese 16:
Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell'autostrada e di colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell'auto e sono sceso tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in campagna. Non ho capito perchè hanno richiuso la portiera e sono partiti. " Ehi, aspettate! mi state dimenticando!.........mi sono messo a correre dietro l'auto con tutte le mie forze. La mia angoscia aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e.....non si fermavano: mi avevano dimenticato.

Mese 17:
Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa "mia". Mi sento e mi sono perso. Sul mio cammino, trovo persone di buon cuore che mi guardano con tristezza e mi danno un pò da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo "povero, piccolo cagnolino", si sarà perso!!!!!!!!!

Mese 18:
Qualche giorno fà, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti bambini e giovani come i miei "fratellini". Mi sono avvicinato e un gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per "vedere chi aveva la mira migliore". Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da quel giorno non ci vedo più, da quella parte.

Mese 19:
Non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare un piccolo riparo all'ombra.

Mese 20:
Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo soddisfatto dell'autista che si è addirittura buttato di lato per schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l'anca. Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono issato con molta difficoltà, verso un pò d'erba ai lati della strada.

Mese 21:
Sono 10 giorni che sto sotto il sole, la pioggia, senza mangiare. Non mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno mi vedono, altri dicono "non ti avvicinare". Sono quasi incosciente, ma una forza strana mi fa aprire gli occhi......la dolcezza della sua voce mi ha fatto reagire. Lei diceva" povero piccolo cane, in che stato ti hanno ridotto"......con lei c'era un signore con una veste bianca, mi ha toccato e ha detto "mi dispiace, cara signora, ma questo cane è incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze". La signora gentile si è messa a piangere ma ha approvato.

Non so come, ma ho mosso la coda e l'ho guardato, ringraziandolo per aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perchè fossi nato se nessuno mi voleva...

venerdì 21 agosto 2009

L'Era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri


Fra qualche giorno, il 28 agosto uscirà nelle sale cinematografiche (che ormai avendo un bimbo di 3 anni non so più cosa sono) il terzo episodio della saga "L'era glaciale". Qualche giorno fa, casualmente sul periodico "ok salute" ho letto una recensione particolare con una chiave di lettura del film originale che ci potrà essere utile nel lavoro, nella famiglia e nella vita. Buona lettura e ...buona visione!

tratto da "OK Salute" ( a cura di Vincenzo Maria Mastronardi, psichiatra Univ. di Roma La Sapienza) - Nel terzo capitolo della saga di animazione "L'era Glaciale", il bradipo Sid, la tigre Diego e i mammuth Manny ed Ellie, dopo essere sopravvissuti all'era della glaciazione ed ai cambiamenti seguiti dal disgelo, devono abituarsi alla convivenza con i nuovi ed enormi abitanti della terra, i dinosauri. La pellicola ha un alto potenziale pedagogico, fruibile da grandi e piccini. Comunica in primo luogo il valore dell'amicizia, l'importanza di fare gruppo e la necessità di appoggiarsi agli altri per superare le difficoltà e problemi, senza per questo sentirsi sminuiti. Anzi, è proprio nell'interazione con il gruppo che si rafforza la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità. Attraverso la convivenza con i dinosauri, prima circospetta poi sempre più amichevole, lo spettatore impara a non farsi spaventare da chi è diverso da lui e a osservare senza pregiudizi abitudini e stili di vita diversi dai propri.

Trama :Manny ed Ellie aspettano il loro primo bambino, e il possente mammuth è in brodo di giuggiole. Non si accorge, quindi, dell'imbarazzo malinconico di Diego e di Sid che decidono di allontanarsi, non potendo condividere la realtà della famiglia. Il bradipo, nelle sue peregrinazioni, cade in una grotta sotterranea nella quale trova tre uova che, in un impeto di gelosia mascherata da affetto paterno, decide di adottare. Senonché, si rivelano essere uova di
dinosauro tirannosauro, in alcun modo abbandonate dalla madre, la quale, risalita in superficie, le rivendica. Riporta quindi nel proprio mondo sotterraneo i tre bebé e anche Sid, che i piccoli preferiscono alla madre. La grotta sotterranea si rivela essere un mondo nascosto dove i dinosauri si son salvati dalla nota estinzione di massa cretacica. Manny e la gravida Ellie, Diego e i due opossum decidono di entravi per salvare Sid. Scrat trova l'amore ovvero Scattina (Scrattie nell'originale).

sabato 8 agosto 2009

I sogni - di Jim Morrison


"Non dire mai che i sogni sono inutili, perché inutile è la vita di chi non sa sognare"

(Jim Morrison)

mercoledì 5 agosto 2009

Bernard M.Baruch


"Non dovete spegnere la luce di un'altra persona per lasciare brillare la vostra"

(Bernard M.Baruch)